Il caso di Daniela Gaiani, morta il 5 settembre 2021 a Castello d’Argile, in provincia di Bologna, ha subito una svolta inaspettata dopo cinque anni di indagini. Inizialmente, la sua morte era stata considerata un suicidio, con il marito Leonardo Magri che si era presentato come il primo a trovarla. Tuttavia, nuovi elementi e incongruenze nella sua testimonianza hanno portato gli inquirenti a ritenere che l’uomo possa aver inscenato un omicidio, soffocando la moglie con un nastro e tentando di far passare l’accaduto come un suicidio.
Accuse contro Leonardo Magri
Oggi Leonardo Magri, 64 anni, è accusato di omicidio volontario aggravato dalla relazione sentimentale e da futili motivi. Le indagini hanno rivelato che Magri avrebbe voluto liberarsi della moglie per continuare una relazione extraconiugale con una donna più giovane. Gli indizi che hanno portato a questa nuova interpretazione sono numerosi e inquietanti.
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Pacchetto di sigarette: Un pacchetto di sigarette è stato trovato accanto al corpo di Daniela, aperto al contrario. Questo dettaglio ha sollevato dubbi sul fatto che una fumatrice accanita come lei potesse commettere un simile “errore”. Magri, che non fumava, potrebbe non aver prestato attenzione a questo particolare.
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Modalità dell’omicidio: La seconda autopsia ha confermato che la morte di Daniela era avvenuta per strangolamento e non per asfissia meccanica, come inizialmente ipotizzato. La testimonianza di Magri, che affermava di aver trovato la moglie impiccata alla spalliera del letto, si è rivelata inconsistente. Non sono stati trovati segni di tensione sulla corda, e vi erano incongruenze nella posizione del corpo e nei dettagli della scena del crimine.
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Spostamento del cadavere: La posizione innaturale del braccio di Daniela e la testiera del letto non erano compatibili con un suicidio. Magri aveva dichiarato di essere uscito per comprare le sigarette e di non essersi accorto della morte della moglie, ma questa versione è stata messa in discussione da una testimonianza dell’amante di Magri.
Elementi inquietanti
Un altro aspetto che ha attirato l’attenzione degli inquirenti è stato l’uso di alcol e psicofarmaci da parte di Daniela. Magri aveva parlato di una presunta depressione della moglie, sostenendo che si trattasse del suo secondo tentativo di suicidio. Tuttavia, il mix di sostanze che Daniela stava assumendo avrebbe potuto stordirla, rendendo impossibile un’azione di strangolamento autonomo, supportando ulteriormente l’ipotesi dell’omicidio.
Inoltre, il letto in cui è stato trovato il corpo di Daniela, largo solo 140 centimetri, ha sollevato interrogativi sulla possibilità che entrambi i coniugi potessero trovarsi nella stessa posizione in un momento di conflitto. Le dimensioni del letto sembrano rendere poco credibile la ricostruzione fornita da Magri.
Leonardo Magri, ora sotto processo, si è sempre dichiarato innocente. Tuttavia, la sua versione dei fatti si è rivelata fragile di fronte alle prove raccolte dagli inquirenti. Dettagli contraddittori e l’assenza di elementi chiave nella sua testimonianza hanno portato a una revisione completa del caso, facendo luce su un omicidio che sembrava essere stato camuffato da suicidio.
La vicenda di Daniela Gaiani non è solo una tragedia personale, ma rappresenta anche un caso emblematico di come le indagini possano evolversi nel tempo, rivelando verità nascoste e inganni. La lotta per la giustizia è solo all’inizio, ma le nuove scoperte potrebbero finalmente portare a una risposta definitiva su quanto accaduto in quella tragica notte di settembre.