La recente notizia riguardante la vendita online dei presunti capelli di Carlo Acutis ha sollevato un grande scalpore, attirando l’attenzione di fedeli e media. Carlo Acutis, conosciuto come il “beato di Internet”, è un giovane milanese che ha lasciato un’impronta indelebile grazie alla sua passione per la tecnologia e alla sua profonda fede. Deceduto nel 2006 a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante, il suo esempio ha ispirato molti, tanto che è stato beatificato nel 2020. Tuttavia, le recenti indagini sul traffico di reliquie che lo riguardano pongono interrogativi etici e legali.
Indagini sul traffico di reliquie
Secondo quanto riportato dal Corriere dell’Umbria, un uomo residente in Emilia-Romagna è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di ricettazione. L’indagine, condotta dalla procura di Perugia, ha portato a una perquisizione approfondita dell’abitazione dell’indagato, durante la quale non sono state trovate tracce della presunta reliquia. Si stima che i capelli di Carlo Acutis potessero essere stati venduti online per oltre 2.000 euro.
La situazione si complica ulteriormente poiché non è chiaro se queste “reliquie” siano mai esistite o se siano state effettivamente in possesso dell’indagato. Durante il sopralluogo, i magistrati non hanno trovato alcuna prova tangibile dei capelli di Acutis, sollevando dubbi sulla veridicità dell’intera vicenda, che potrebbe rivelarsi una semplice truffa.
Azioni degli inquirenti
Gli inquirenti stanno operando su due fronti:
- Oscuramento degli annunci online: Hanno provveduto a oscurare tutti gli annunci che pubblicizzavano la vendita delle presunte reliquie, evidenziando che non si trattava di un singolo post, ma di una rete più ampia di annunci.
- Ricostruzione della filiera di vendita: Hanno risalito all’indagato tramite l’indirizzo digitale associato agli annunci, cercando di ricostruire il percorso della vendita.
Aspetti legali e considerazioni etiche
Cosa dice la legge riguardo al traffico di reliquie? In base al codice penale italiano, il commercio di reliquie è considerato un illecito, principalmente nel diritto canonico. Le norme canoniche stabiliscono un quadro di riferimento per la gestione delle reliquie, inclusi i divieti di commercio. Tuttavia, senza evidenze chiare di furto o appropriazione indebita, risulta difficile per i pubblici ministeri ottenere un rinvio a giudizio.
L’assenza di prove concrete rappresenta un aspetto cruciale nella gestione di questo caso. La procura di Perugia ha acquisito i contenuti dei dispositivi digitali dell’indagato nella speranza di rintracciare ulteriori informazioni che possano confermare o smentire la presenza delle reliquie. Tuttavia, il cammino legale è irto di ostacoli, e le indagini potrebbero non portare a risultati definitivi se non emergono nuovi elementi.
La vicenda ha attirato l’attenzione non solo per la sua natura scandalosa, ma anche per il significato che riveste in una società sempre più influenzata dalla tecnologia. Carlo Acutis è un simbolo di come fede e tecnologia possano intrecciarsi; la sua beatificazione ha rappresentato un momento di grande gioia per molti cattolici, ma ora la sua figura è coinvolta in una questione delicata che richiama l’attenzione sulla sacralità delle reliquie.
In attesa di ulteriori sviluppi, la comunità di fedeli e i sostenitori di Carlo Acutis osservano con apprensione le evoluzioni di questo caso. La speranza è che la verità emerga e che la memoria di questo giovane beato continui a ispirare positivamente le generazioni future, senza essere offuscata da eventi controversi come quelli attuali.