La tragica vicenda di Elena Belloli e Rubens Bertocchi ha profondamente scosso la comunità di Cene, un comune in provincia di Bergamo. I due corpi saranno uniti in un funerale congiunto mercoledì 11 giugno alle 15 presso la locale chiesa parrocchiale. Questa decisione, presa dalle famiglie dopo l’omicidio-suicidio avvenuto giovedì scorso, ha suscitato un acceso dibattito, non solo tra i cittadini, ma anche sui social media, dove molti hanno espresso il loro disappunto.
La tragica storia di Elena e Rubens
La storia di Elena e Rubens è segnata da un tragico atto di violenza, culminato in una sequenza di eventi che ha portato alla morte di una donna e al suicidio del marito. Secondo le indagini, Bertocchi, 55 anni, ha agito in un impeto di gelosia, convinto che la moglie di 52 anni avesse una relazione con un altro uomo. Armato della sua pistola calibro .22, ha fatto fuoco su Elena, colpendola sei volte. L’autopsia ha rivelato che due proiettili hanno colpito la testa della donna, mentre altri hanno raggiunto il collo, il torace e un braccio. Dopo aver compiuto l’irreparabile, Bertocchi ha lasciato un messaggio a un conoscente, esprimendo il suo tormento e la sua decisione di togliersi la vita.
La scelta del funerale congiunto
La scelta di un funerale comune, che vedrà i due feretri posti uno accanto all’altro, è stata motivata dalla volontà di proteggere il figlio minore della coppia, di soli 11 anni. Le famiglie coinvolte, composte da genitori e parenti stretti, hanno ritenuto che questa soluzione potesse limitare il dolore e lo strazio per il bambino, evitando il rischio di una chiesa affollata per la madre e vuota per il padre. Il parroco, don Primo Moioli, ha sottolineato l’importanza di celebrare l’amore, pur nel contesto di un dramma così profondo.
Le polemiche e le reazioni della comunità
Tuttavia, questa decisione ha scatenato una serie di critiche. Molti utenti dei social media hanno definito l’idea di un funerale congiunto come «inopportuna» e «spregevole». Le opinioni espresse sono state forti e dirette:
- «Come può un prete parlare a nome di una donna assassinata?»
- «Chi andrà a piangere per lei, dovrà anche pregare per lui?»
- «È una violenza anche questa.»
Altri hanno sottolineato che la celebrazione dell’amore non può includere l’amore tra due persone quando uno di loro è stato l’autore di un crimine così efferato.
In risposta alle polemiche, il parroco ha difeso la scelta, spiegando che fare due funerali distinti avrebbe reso la situazione ancora più complicata e dolorosa per le famiglie coinvolte. Molti membri della comunità hanno espresso il loro sostegno alla decisione, compreso il sindaco di Cene, che ha sottolineato la necessità di rispettare i desideri delle famiglie in un momento tanto difficile.
Le conseguenze emotive di una tragedia
La morte di Elena Belloli e il successivo suicidio di Rubens Bertocchi hanno messo in evidenza le complessità emotive e psicologiche che circondano i casi di violenza domestica. La situazione è stata ulteriormente aggravata dal fatto che la coppia aveva due figli, uno dei quali ora dovrà affrontare una realtà segnata da una perdita inimmaginabile. Come molti esperti di psicologia e sociologia hanno sottolineato, i bambini sono tra le vittime più colpite da tali tragedie, e le loro emozioni e il loro benessere devono essere una priorità nella gestione di queste situazioni.
La comunità di Cene, già provata da questa tragica vicenda, si trova ora a dover affrontare le conseguenze di una decisione che, sebbene motivata dalla volontà di proteggere il più vulnerabile, ha sollevato interrogativi etici e morali. La questione del funerale comune continuerà a essere dibattuta, non solo per il dolore che ha causato, ma anche per le implicazioni più ampie che ha sulla percezione della violenza domestica e sulla memoria delle vittime.
La celebrazione del funerale avverrà senza corteo funebre, in un silenzio che riflette il profondo dolore e la confusione che questa vicenda ha lasciato nella comunità. I corpi di Elena e Rubens saranno cremati a Bergamo, lontano da quella casa di via Fanti, dove si è consumata una tragedia che nessuno avrebbe mai potuto prevedere.