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Francesca Comencini svela i segreti della diaspora delle Vele

Sara Lucchetta Giugno 9, 2025
Francesca Comencini svela i segreti della diaspora delle Vele

Francesca Comencini svela i segreti della diaspora delle Vele

Francesca Comencini, regista e sceneggiatrice di grande talento, ha recentemente girato un documentario dal titolo evocativo “La diaspora delle Vele”. Questo lavoro si propone di esplorare l’esodo dei residenti dei grandi palazzi noti come “Vele”, simboli di un degrado urbano che ha caratterizzato per anni il quartiere di Scampia a Napoli. Il documentario non è solo un resoconto visivo della vita in queste strutture, ma un viaggio emotivo attraverso le storie delle famiglie costrette a lasciare la loro casa, una comunità che, nonostante le difficoltà, ha sempre avuto un forte senso di appartenenza.

L’annuncio del documentario

L’annuncio del documentario è avvenuto durante un incontro a Napoli, dove Riccardo Tozzi e Nils Hartman, importanti figure di Sky, hanno discusso del legame tra la produzione e la città. Hartman ha sottolineato la presenza di Sky a Napoli, evidenziando come la rete abbia girato non solo “Gomorra”, ma anche altri progetti significativi, come “Piedone” e la finale di “X Factor”. Questo legame è descritto come un forte amore, anche se non privo di polemiche, specialmente riguardo al modo in cui la città viene rappresentata.

La produzione Sky ha avuto un ruolo cruciale nel sostenere il progetto di Comencini. Tozzi ha ricordato le difficoltà iniziali nel girare una serie in napoletano stretto; una sfida che, grazie al supporto della rete, è stata superata. “Non era una cosa semplice”, ha affermato, “ma ci hanno permesso di farlo e ci hanno aiutato a farlo”. Questo spirito di collaborazione si è rivelato fondamentale, specialmente in un contesto come quello di Scampia, dove la vita quotidiana è segnata da complessità sociali e culturali.

Nostalgia e identità

Uno dei temi centrali del documentario è la nostalgia. Molti degli ex residenti delle Vele, che hanno ricevuto un voucher dal Comune per affittare nuove abitazioni, si trovano ora in situazioni considerate migliori, ma nonostante ciò, avvertono una profonda mancanza della loro comunità. Questo sentimento di nostalgia non è solo per le strutture fisiche, ma per il legame che queste persone avevano tra di loro, per un modo di vivere che, seppur difficile, era condiviso e ricco di storia. Comencini ha voluto catturare queste emozioni attraverso interviste con le famiglie, creando un racconto collettivo di esperienze e ricordi.

Le Vele, costruite negli anni ’70 come parte di un progetto di riqualificazione urbana, sono diventate col tempo simbolo di degrado e abbandono. Oggi, mentre il Comune di Napoli avvia un processo di demolizione, il documentario di Comencini si pone come un atto di testimonianza. “Questo doc è il nostro addio a Scampia”, ha affermato Tozzi, sottolineando l’importanza di non dimenticare le storie delle persone che hanno vissuto in queste strutture.

La diaspora e la rappresentazione di Napoli

Il fenomeno della diaspora delle Vele solleva questioni importanti riguardo all’identità e al senso di appartenenza. Le testimonianze raccolte nel documentario mettono in luce come, nonostante le difficoltà, i residenti abbiano trovato modi per mantenere viva la loro cultura e le loro tradizioni, anche lontano dalla loro casa storica. La rottura di questo legame ha creato uno spaesamento che non può essere ignorato.

Inoltre, il documentario affronta anche le polemiche legate alla rappresentazione di Napoli nel mondo della produzione cinematografica e televisiva. Marco D’Amore, attore e regista, ha commentato le critiche ricevute da alcuni quartieri, come i Quartieri Spagnoli, evidenziando come anche queste zone, pur non essendo state il set di “Gomorra”, abbiano espresso la loro voce attraverso la protesta. Ha sottolineato con un sorriso il legame speciale che gli artisti di San Gregorio Armeno hanno avuto con lui e Salvatore Esposito, offrendogli statuette ispirate ai personaggi della serie.

Il documentario di Comencini si propone quindi non solo come un racconto di un passato che sta per essere cancellato, ma anche come un tentativo di dare voce a chi ha vissuto e continua a vivere la realtà di Scampia. È un’opera che invita alla riflessione su temi di memoria, identità e appartenenza, in un contesto urbano in continua evoluzione.

Con la partecipazione a festival di rilevanza, “La diaspora delle Vele” ha il potenziale di portare queste storie a un pubblico più ampio, stimolando dibattiti e riflessioni su una delle aree più complesse e affascinanti di Napoli. La regia di Comencini, già nota per il suo impegno nei temi sociali e per la sua capacità di narrare storie umane, promette di offrire un’opera di grande impatto emotivo e culturale, contribuendo a mantenere viva la memoria di una comunità che, nonostante tutto, continua a lottare per la propria identità.

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