
F. Murray Abraham: un grido di allerta per l'umanità e il mio Paese in crisi
Il premio Oscar F. Murray Abraham torna a far parlare di sé con il suo ultimo lavoro, “Milarepa”, un film che non solo racconta una storia di vendetta e redenzione, ma che si propone anche come una riflessione profonda sull’umanità e sul nostro attuale stato di cose. In un’intervista tenutasi a Roma, l’attore ottantacinquenne ha espresso la sua preoccupazione per il mondo contemporaneo, sottolineando come il suo Paese, gli Stati Uniti, sembri essere in preda a una forma di follia collettiva. “Tutti conoscono la vendetta e i pericoli che essa comporta, se ne parla spesso nella Bibbia quando dice come questa possa essere distruttiva”, ha affermato, richiamando il tema centrale del film di Louis Nero, un regista con cui condivide una visione umanista.
un’interpretazione unica del genere
“Milarepa” è un’opera che si distacca dai canoni tradizionali della fantascienza. Secondo Nero, il film non segue il consueto percorso narrativo del genere, ma si presenta piuttosto come una rilettura che invita a riflettere sul futuro dell’umanità. In un contesto rurale e arcaico, i personaggi abbandonano la frenesia della vita moderna e si riconnettono con le loro origini, riscoprendo una spiritualità che era andata perduta nel caos della tecnologia e del progresso materiale.
- Riscoperta della spiritualità: Dopo questo fallimento della scienza e del progresso materiale, l’essere umano torna così al centro della narrazione.
- Contrasto con la vacuità: Questo approccio è in netto contrasto con la vacuità delle cose, enfatizzando l’importanza di riscoprire il legame con la natura e la spiritualità.
la dualità dei personaggi
Abraham ha poi parlato del suo personaggio, rivelando che sia Salieri, il suo celebre ruolo in “Amadeus”, che il nuovo personaggio in “Milarepa” condividono una profonda umanità. “Chi insegna la vendetta dimentica se stesso. È importante però ridere e saper ridere. Non dimentichiamocelo mai”, ha dichiarato, sottolineando come sia la bontà che la cattiveria coesistano dentro di noi. Nella sua interpretazione, l’attore porta in scena una dualità che è parte integrante dell’esperienza umana, rendendo i personaggi sia reali che complessi.
un cast di talento e una produzione significativa
Il film, che uscirà nelle sale italiane il 19 giugno, narra la vita di Milarepa, una figura centrale nella tradizione buddista tibetana, noto per il suo cammino di trasformazione da un giovane animato da vendetta a un illuminato maestro spirituale. La storia è stata già oggetto di opere precedenti, tra cui il film di Liliana Cavani del 1974, ma la nuova interpretazione di Nero si distingue per una forte componente femminile, con la giovane Mila (interpretata da Isabelle Allen) che guida lo spettatore attraverso questo viaggio di formazione.
Il cast del film è arricchito dalla presenza di attori di grande spessore come Harvey Keitel, che interpreta Marpa, il maestro di Milarepa, oltre a nomi noti del panorama cinematografico italiano come Angela Molina e Franco Nero. Le riprese si sono svolte in Sardegna, un luogo che ha contribuito a creare l’atmosfera mistica e ancestrale del film, permettendo di immergersi in un contesto che riflette le tematiche profonde esplorate dalla narrazione.
La produzione di “Milarepa” non è solo un atto artistico, ma anche un appello alla riscoperta dell’umanità che sembra mancare nel nostro tempo. Il messaggio di fondo è chiaro: nonostante le sfide e le complessità della vita moderna, esiste un cammino verso la luce e la comprensione, un percorso che si snoda attraverso la consapevolezza di noi stessi e delle nostre relazioni con gli altri.
In un momento in cui il mondo sembra diviso e conflittuale, “Milarepa” si propone come un’opera che invita alla riflessione, alla meditazione e, soprattutto, alla riscoperta di quel legame profondo che unisce tutti gli esseri umani. F. Murray Abraham, con la sua saggezza e la sua esperienza, riesce a portare sullo schermo non solo una storia, ma anche un messaggio di speranza e umanità.