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Scandalo a Genova: detenuto 18enne maltrattato e rivolta nel carcere di Marassi, indagini su agenti coinvolti

Luca Carlini Giugno 8, 2025
Scandalo a Genova: detenuto 18enne maltrattato e rivolta nel carcere di Marassi, indagini su agenti coinvolti

Scandalo a Genova: detenuto 18enne maltrattato e rivolta nel carcere di Marassi, indagini su agenti coinvolti

La città di Genova è scossa da un grave episodio di violenza all’interno del carcere di Marassi, dove un detenuto di soli 18 anni è stato vittima di atrocità, tra cui torture e abusi sessuali, perpetrati da quattro compagni di cella. Gli eventi, iniziati domenica 1° giugno 2025 e protratti fino al 2 giugno, hanno sollevato un’ondata di indignazione e preoccupazione, portando la procura di Genova ad avviare un’inchiesta per accertare le responsabilità degli agenti e dei vertici della polizia penitenziaria.

Il giovane, che ha riportato evidenti segni delle violenze subite, come bruciature da olio bollente e tatuaggi forzati, è stato ascoltato dal pubblico ministero Luca Scorza Azzarà. Durante l’interrogatorio, il ragazzo ha identificato i suoi aggressori grazie a un album fotografico fornito dagli inquirenti. Questo ha portato alla previsione che, nel giro di poche ore, il pm possa iscrivere i quattro nel registro degli indagati per i reati di tortura e violenza sessuale.

la gravità della situazione

La gravità della situazione è amplificata dal fatto che, per almeno due giorni, gli agenti di custodia non si sarebbero accorti delle violenze. Le normative carcerarie prevedono controlli quotidiani e verifiche sulle condizioni di salute dei detenuti, ma resta da chiarire se queste procedure siano state rispettate nel periodo in questione. Gli investigatori si stanno concentrando su come sia stato possibile che nessuno si sia reso conto delle evidenti lesioni del ragazzo. È emerso, inoltre, che la vittima era stata spostata ben sei volte all’interno del carcere a causa di comportamenti problematici con altri detenuti, un dettaglio che avrebbe potuto giustificare la sua assegnazione a un reparto più sicuro.

l’intervento d’urgenza

Il 3 giugno, a seguito del peggioramento delle condizioni del giovane, sono stati gli stessi aggressori a richiedere l’intervento degli agenti, sostenendo che il ragazzo si fosse ferito da solo. Questo ha portato al trasferimento d’urgenza all’ospedale San Martino e alla successiva segnalazione alla magistratura. Le immagini delle telecamere di sorveglianza e i report giornalieri saranno fondamentali per ricostruire la dinamica degli eventi e verificare eventuali negligenze da parte del personale carcerario.

la rivolta nel carcere

La rivolta che ha scosso il carcere di Marassi, scoppiata nei giorni scorsi, sembra essere una diretta conseguenza della mancata rimozione degli aggressori. Fonti interne al carcere riferiscono che il malcontento tra i detenuti era già palpabile, con richieste di maggiore sicurezza e protezione per le vittime di violenza. La situazione è degenerata in disordini, con i detenuti che hanno protestato contro le condizioni di vita e la gestione della sicurezza all’interno dell’istituto. Le telecamere nei corridoi dei reparti saranno utilizzate per identificare i detenuti coinvolti nella rivolta e chiarire la dinamica degli scontri.

Parallelamente, anche il ministero della Giustizia ha avviato un’indagine interna attraverso il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per fare luce sia sull’aggressione che sulle eventuali responsabilità del personale penitenziario. Questo intervento ministeriale è un segnale della gravità della situazione e della necessità di riforme all’interno del sistema penitenziario italiano. Le indagini interne dovranno esaminare non solo il comportamento degli agenti coinvolti, ma anche le procedure di controllo e sorveglianza in vigore.

La vicenda ha suscitato un ampio dibattito sull’efficacia della giustizia e della protezione dei diritti umani all’interno delle carceri italiane. Organizzazioni per i diritti umani e associazioni di avvocati hanno espresso preoccupazione per la sicurezza dei detenuti e per le condizioni di vita all’interno degli istituti penitenziari, chiedendo interventi urgenti per garantire che episodi come quello verificatosi a Marassi non si ripetano.

La comunità locale e l’opinione pubblica attendono con ansia gli sviluppi delle indagini, sperando che la verità emerga e che chi ha commesso abusi venga perseguito con la massima severità. La situazione nel carcere di Marassi è un triste promemoria della necessità di riforme nel sistema penitenziario, affinché la dignità e i diritti dei detenuti vengano sempre rispettati, in ogni circostanza. La giustizia deve prevalere, non solo per le vittime degli abusi, ma anche per garantire che il carcere possa essere un luogo di riabilitazione e non di tortura.

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