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Il mistero del Dna di Sempio: indagini in corso tra tracce e intelligenza artificiale

Luca Carlini Giugno 8, 2025
Il mistero del Dna di Sempio: indagini in corso tra tracce e intelligenza artificiale

Il mistero del Dna di Sempio: indagini in corso tra tracce e intelligenza artificiale

Il caso di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, continua a suscitare interesse e interrogativi, anche a distanza di oltre quindici anni dall’orrendo delitto. La mancanza di prove concrete, in particolare della cosiddetta «prova regina», ha spinto le autorità a esplorare nuove strade investigative, tra cui l’uso dell’intelligenza artificiale. Roberta Errante, sul quotidiano Il Messaggero, mette in luce come le indagini si stiano muovendo su un terreno sempre più complesso, lontano dai semplici laboratori scientifici.

Il Dna sulle unghie di Chiara Poggi

Una delle questioni più controverse riguarda il Dna trovato sulle unghie di Chiara. Questo Dna è stato attribuito ad Andrea Sempio, l’unico indagato nel caso, ma la sua identificazione non è priva di ambiguità. La mancanza di reperti significativi dal giorno del delitto ha reso difficile per gli investigatori trovare riscontri tangibili. Infatti:

  1. L’intonaco del muro dove si trovava un’impronta compatibile con quella di Sempio è scomparso.
  2. Il materiale originale analizzato in laboratorio, da cui era stato estratto il Dna presente sulle unghie della vittima, è andato perso.
  3. Emerse che tale materiale genetico potrebbe essere compatibile con quello di un amico del fratello di Chiara.

Non è chiaro se ciò possa modificare il quadro accusatorio nei confronti di Sempio.

Le complicazioni del caso

Il Dna sulle unghie di Chiara ha riaperto un caso che sembrava chiuso, poiché Alberto Stasi, l’allora fidanzato di Chiara, è stato condannato a 16 anni di carcere per omicidio. Tuttavia, la situazione si è complicata ulteriormente con la scoperta di anomalie nelle analisi iniziali e le contestazioni riguardanti la validità delle prove. Le perizie e le contro-perizie si sono susseguite, creando un clima di incertezza che ha portato a interrogativi sulla genuinità delle prove raccolte e sull’eventuale inquinamento della scena del crimine.

La consulenza della difesa di Stasi ha presentato un dato inquietante: l’attribuzione del Dna a Sempio è considerata «più probabile fino a 2.153 volte» rispetto a un altro ignoto. Questo è stato possibile grazie a un software di ultima generazione, il Y-Str Mixture calculation, che analizza i profili genetici di un ampio campione di uomini europei. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che non si tratta di una prova definitiva, ma piuttosto di una probabilità calcolata.

Il misterioso Ignoto 2

Un altro aspetto che merita attenzione è il misterioso «Ignoto 2», il cui Dna è stato rinvenuto sull’anulare della mano sinistra di Chiara Poggi e che ha lasciato una traccia di sangue sullo stipite della porta. Questo reperto potrebbe fornire indizi cruciali sul contesto in cui si è consumato il delitto, ma la sua interpretazione resta incerta. È possibile che Ignoto 2 sia una persona con cui Chiara ha avuto un contatto diretto, oppure un soggetto del tutto estraneo che ha lasciato la sua traccia in circostanze sconosciute.

La responsabilità di fare chiarezza su questi aspetti è affidata alla genetista Denise Albani, nominata dal giudice per le indagini preliminari, Daniela Garlaschelli. La Albani avrà il compito di analizzare una serie di reperti e fotografie per cercare di risolvere gli enigmi rimasti irrisolti. Si prevede che l’incidente probatorio, che avrà inizio il 17 giugno, si protrarrà fino a ottobre, e il legale della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, spera che non sia necessario riaprire il caso in futuro per cercare nuovi indizi.

La questione del Dna e della sua interpretazione è diventata sempre più complessa con l’avvento delle nuove tecnologie, che offrono strumenti avanzati per l’analisi genetica. Tuttavia, la loro applicazione richiede un’interpretazione accurata e una comprensione profonda delle limitazioni di tali analisi. L’intelligenza artificiale, sebbene utile, non può sostituire il lavoro di indagine tradizionale e il rigore scientifico necessario per evitare errori fatali.

Mentre le indagini continuano, la comunità di Garlasco e gli appassionati di crimine si interrogano su cosa possa emergere da questo intricato puzzle investigativo. La speranza è che, grazie all’innovazione tecnologica e a un’analisi rigorosa, si possa finalmente fare luce su un caso che ha segnato profondamente la vita di molti e ha sollevato interrogativi etici e legali sulla giustizia e la verità.

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