
Stellantis firma il contratto: 350 euro in più in quattro anni, ma niente accordo con Fiom
Dopo sei mesi di trattative intense e complesse, è stato finalmente siglato all’Unione Industriali di Torino l’accordo per il nuovo contratto specifico di lavoro che coinvolge Stellantis, Cnh, Iveco e Ferrari. Questo accordo interessa oltre 60.000 lavoratori e rappresenta un momento significativo per il settore automotive italiano, che ha visto un rinnovato impegno verso il miglioramento delle condizioni lavorative.
Le parti firmatarie dell’accordo includono i sindacati Fim, Uilm, Fismic, Uglm e l’Associazione Quadri, che hanno raggiunto un’intesa che prevede un aumento salariale del 6,6% per il prossimo biennio. Questo incremento porta l’aumento complessivo per il quadriennio 2023-2026 a un totale del 18,66%. In termini pratici, ciò significa un aumento medio mensile di 140 euro per i prossimi due anni, per un totale di 350 euro di incremento nei quattro anni.
La posizione della Fiom
Tuttavia, è importante sottolineare che la Fiom Cgil, uno dei principali sindacati del settore, non ha raggiunto alcun accordo con le aziende coinvolte. La Fiom non riconosce il contratto specifico di primo livello (ccsl) e ha tentato di negoziare un verbale d’intesa, ma le proposte sono state rifiutate dalle aziende. Questo scenario segna una continuità con la rottura avvenuta nel dicembre 2010, quando gli altri sindacati decisero di abbandonare il contratto nazionale per sottoscrivere il ccsl.
Samuele Lodi, responsabile automotive della Fiom, ha commentato la situazione esprimendo la frustrazione del sindacato: “C’è un pregiudizio nei confronti della Fiom, non hanno voluto fare un accordo con noi”. Secondo Lodi, la chiusura delle aziende ha impedito alla Fiom di sottoscrivere l’ipotesi di accordo, che avrebbe potuto rappresentare un passo significativo verso un sistema di relazioni sindacali più costruttivo e lungimirante.
Le conseguenze dell’assenza di accordo
Maurizio Oreggia, coordinatore nazionale Fiom automotive, ha aggiunto che “la scelta gravissima” delle aziende di non accettare le proposte della Fiom dimostra un chiaro pregiudizio e contraddice il percorso intrapreso, in cui l’azienda aveva accolto la piattaforma della Fiom. Oreggia ha sottolineato che le richieste economiche presentate non implicavano un obbligo contrattuale, ma miravano a migliorare le condizioni di lavoro per i dipendenti.
L’accordo firmato dai sindacati rappresenta un importante passo avanti per i lavoratori del settore automotive, ma la situazione con la Fiom rimane tesa. La mancanza di un accordo con la Fiom potrebbe portare a divisioni all’interno del movimento sindacale, con possibili ripercussioni sulla mobilitazione dei lavoratori in futuro. La Fiom ha storicamente rappresentato una voce critica all’interno del panorama sindacale italiano, e la sua esclusione da questo accordo potrebbe innescare conflitti interni nei prossimi mesi.
Le sfide future del settore automotive
La questione salariale è particolarmente delicata in un periodo in cui l’industria automotive sta affrontando sfide significative, tra cui la transizione verso veicoli elettrici e le pressioni per una maggiore sostenibilità ambientale. In questo contesto, gli aumenti salariali concordati potrebbero non essere sufficienti a compensare le preoccupazioni legate alla sicurezza del lavoro e alla stabilità occupazionale.
Inoltre, le aziende coinvolte stanno navigando in un mercato in rapida evoluzione, caratterizzato da cambiamenti tecnologici e dalla crescente concorrenza globale. Le decisioni strategiche riguardanti gli investimenti e l’innovazione sono cruciali, e le relazioni con i sindacati giocheranno un ruolo fondamentale nel determinare il futuro del settore. L’accordo firmato rappresenta, quindi, non solo un aumento salariale, ma anche un tentativo di stabilizzare le relazioni industriali in un contesto di incertezze.
Le aspettative dei lavoratori sono alte, e ora è fondamentale monitorare come le aziende risponderanno alle sfide poste da un mercato in continua evoluzione. Sarà interessante osservare se, nel prossimo futuro, ci saranno aperture da parte delle aziende per coinvolgere la Fiom in nuove trattative o se la frattura attuale continuerà a influenzare negativamente le relazioni sindacali.
In conclusione, l’accordo firmato rappresenta un passo avanti per i lavoratori del settore automotive, ma la mancanza di un accordo con la Fiom lascia aperte molte questioni e incertezze. La situazione attuale evidenzia la necessità di un dialogo costruttivo tra le parti per affrontare le sfide future e garantire un ambiente di lavoro equo e sostenibile per tutti i lavoratori.