
La gratuità dello Spid a rischio: cosa cambia da luglio?
L’emergere di cambiamenti significativi nella gestione dello Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, sta generando preoccupazione tra i cittadini italiani. Questo strumento, fondamentale per accedere a numerosi servizi pubblici e privati online, potrebbe presto non essere più gratuito per tutti. Le recenti decisioni di due importanti provider, Aruba e Infocert, hanno sollevato interrogativi sull’accessibilità del servizio per gli utenti.
le nuove tariffe per lo spid
Aruba ha annunciato che, a partire dal secondo anno di attivazione dello Spid, introdurrà un meccanismo di pagamento di 4,9 euro più IVA annualmente. Infocert, dal canto suo, ha comunicato che dal 28 luglio 2023 applicherà un costo di 5,98 euro, IVA inclusa. Queste notizie hanno sorpreso molti utenti, che avevano visto lo Spid come un servizio gratuito, incentivato dal governo per facilitare l’accesso ai servizi digitali.
Nonostante l’introduzione di costi da parte di alcuni provider, è importante notare che altre aziende, come Poste Italiane, continuano a offrire il servizio gratuitamente. Poste detiene una quota significativa degli utenti Spid, il che significa che una parte considerevole della popolazione non subirà immediatamente l’impatto di questi cambiamenti. Tuttavia, la crescente presenza di provider a pagamento potrebbe influenzare l’accessibilità del servizio nel lungo termine.
le preoccupazioni del governo e delle associazioni
L’introduzione di costi per l’identità digitale era una possibilità contemplata fin dall’inizio del programma Spid. Il governo aveva previsto fondi pubblici di circa 40 milioni di euro per evitare un aggravio di spese per i cittadini. Questi fondi, approvati a marzo 2023, dovrebbero essere erogati a breve, ma è chiaro che Aruba e Infocert non intendono fare marcia indietro, anche in presenza di finanziamenti pubblici.
Un altro aspetto critico è che le convenzioni attuali per l’erogazione dello Spid scadranno a ottobre 2023. A partire dal 9 luglio, inizierà un periodo di tre mesi per i negoziati sul rinnovo. Questo rappresenta un tempo cruciale per definire le future modalità di fornitura e gestione del servizio.
le reazioni delle associazioni di consumatori
Le associazioni di consumatori, come il Codacons, hanno espresso forti preoccupazioni riguardo al rischio di pagamento dello Spid per tutti i cittadini a partire dal prossimo luglio. Il Codacons ha denunciato che i finanziamenti pubblici previsti sono ancora bloccati e ha definito questa situazione “una scorrettezza”. L’associazione ha annunciato l’intenzione di avviare azioni legali contro lo Stato e l’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) per il riconoscimento di eventuali rimborsi.
Le preoccupazioni espresse dai consumatori evidenziano un clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni, che avevano promesso di semplificare l’accesso ai servizi pubblici attraverso strumenti digitali gratuiti e accessibili.
In conclusione, è fondamentale che il governo e le istituzioni competenti trovino soluzioni adeguate per garantire la sostenibilità del servizio Spid senza gravare sui cittadini. La questione della gratuità dello Spid non è solo un problema economico, ma rappresenta un test cruciale per la digitalizzazione del paese e per la capacità delle istituzioni di mantenere le promesse fatte ai cittadini. Con l’avvicinarsi delle scadenze e la crescente pressione delle associazioni di consumatori, ci si attende un dibattito acceso e necessario sul futuro della digitalizzazione in Italia.