
Bce avverte: senza accordo sui dazi, l'1% del Pil è a rischio
L’analisi economica della Banca Centrale Europea (Bce) mette in luce le potenziali conseguenze dei dazi imposti dagli Stati Uniti, delineando scenari preoccupanti per l’area dell’euro. Le simulazioni suggeriscono che, se i dazi americani rimanessero fermi al 10%, la crescita cumulata dell’Eurozona tra il 2025 e il 2027 potrebbe subire un rallentamento di 0,7 punti percentuali. Sebbene questo impatto sia considerato “relativamente contenuto”, rappresenta un campanello d’allarme per un’economia già fragile, colpita da vari fattori geopolitici e crisi sanitarie.
contesto della guerra commerciale
Il contesto attuale della guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea è complesso e carico di tensioni. Dopo l’amministrazione Trump, che ha introdotto dazi significativi su vari prodotti importati, la questione è rimasta in cima all’agenda politica. La speranza di un accordo duraturo per congelare o ridurre i dazi è stata messa a dura prova. Recenti dichiarazioni di funzionari europei e americani suggeriscono che le trattative non siano ancora giunte a una conclusione soddisfacente.
scenari di impatto economico
Secondo le simulazioni della Bce, in uno scenario “grave”, un fallimento delle negoziazioni tra Ue e Usa porterebbe a un aumento dei dazi americani ai livelli precedentemente annunciati il 2 aprile, con una media del 28%. Questa eventualità avrebbe conseguenze disastrose:
- Pil dell’area euro inferiore dello 0,5% nel 2025.
- 0,7% nel 2026.
- 1,1% nel 2027.
In termini cumulati, ciò si tradurrebbe in circa un punto percentuale in meno rispetto allo scenario base. Inoltre, le stime indicano che l’inflazione potrebbe raggiungere un tasso dell’1,8% nel 2027, rispetto al 2% previsto in assenza di conflitti commerciali.
importanza della cooperazione
Questi dati enfatizzano l’importanza di una risoluzione pacifica delle controversie commerciali. La guerra commerciale non solo minaccia la crescita economica, ma ha anche ripercussioni dirette sui consumatori e sulle imprese, che potrebbero affrontare costi più elevati per i beni importati. Questo scenario aumenterebbe il rischio di un rallentamento economico generalizzato nell’Eurozona, già gravata da sfide come l’inflazione e l’instabilità geopolitica.
La Bce, custode della stabilità dei prezzi e della crescita economica nell’Eurozona, deve monitorare attentamente questi rischi. Ha già adottato misure straordinarie in risposta alla pandemia di COVID-19, ma una guerra commerciale su larga scala potrebbe richiedere ulteriori interventi per sostenere la crescita.
In questo contesto, è cruciale che le politiche monetarie e fiscali siano mirate a proteggere l’economia europea dai rischi esterni. La Bce dovrà continuare a monitorare la situazione e, se necessario, adattare le sue strategie per garantire la stabilità economica dell’Eurozona. Senza un accordo sui dazi, l’economia europea potrebbe affrontare un futuro incerto e potenzialmente problematico.