
Garlasco: le rivelazioni inedite di Andrea Sempio e il misterioso memoriale sui riti satanici al Santuario delle Bozzole
Garlasco, un nome che continua a risuonare nella memoria collettiva italiana, è il palcoscenico di una delle vicende di cronaca nera più inquietanti degli ultimi anni. Nel 2017, Andrea Sempio si trovava al centro delle indagini per l’omicidio di Chiara Poggi, un caso che ha sollevato interrogativi e polemiche non solo per l’atrocità del delitto, ma anche per il modo in cui sono state condotte le indagini. Le sue parole, mai realmente ascoltate, rivelano una complessità che merita di essere approfondita.
Le intercettazioni e la verità distorta
Le intercettazioni ambientali, che avrebbero dovuto rappresentare una chiave per comprendere la verità, sono state oggetto di trascrizioni imprecise che hanno distorto il significato delle dichiarazioni di Sempio. Nel suo interrogatorio, Sempio si esprime in modo ambiguo, ma le sue affermazioni possono essere interpretate come una richiesta di attenzione nei riguardi del suo stato di indagato. «Mi hanno fatto domande che io ho capito perché me le facevano. Comunque secondo me erano abbastanza dalla parte mia», afferma Sempio, un’indicazione di come percepisse l’atteggiamento degli inquirenti nei suoi confronti.
Le intercettazioni, in particolare quella identificata come numero 84, mostrano un Sempio consapevole del suo ruolo nel contesto delle indagini. La trascrizione corretta rivela che egli si sentiva supportato, benché in modo implicito. La differenza tra la versione originale e quella corretta potrebbe sembrare un dettaglio, ma in un caso di tale portata, ogni parola può fare la differenza. Le domande poste dagli inquirenti, secondo Sempio, erano indicative di un interesse a chiarire la situazione piuttosto che a incastrarlo.
Il contesto familiare e legami controversi
Il 21 febbraio 2017, durante una conversazione con il padre Giuseppe, Sempio menziona un possibile archivio del caso, rivelando un clima di incertezza e tensione. La figura di Massimo Lovati, avvocato di Sempio, emerge come un elemento controverso, descritto dal suo assistito come un «comunista disadattato». Nel contesto delle indagini, Lovati sembra avere un ruolo significativo, ma la sua presenza suscita domande sulla difesa e sulla strategia legale adottata.
Parallelamente, l’ombra di Michele Bertani, amico di Sempio, si fa sempre più presente. Bertani, che si è tolto la vita nel 2016, viene citato da Sempio con una certa nostalgia, evidenziando una relazione intensa tra i due ragazzi. Le sue parole rivelano un tormento interiore, un disagio che va oltre la mera amicizia. Le frasi pronunciate da Sempio sul suicidio di Bertani, «Che cazz… ti impicchi a fare…», parlano di una frustrazione e di una incomprensione che si riflettono nel dramma umano di chi si sente sopraffatto dalla vita.
Riti satanici e misteri al Santuario delle Bozzole
Ma l’inchiesta si complica ulteriormente con l’emergere di informazioni relative al Santuario delle Bozzole, un luogo che, secondo alcune testimonianze, avrebbe avuto legami con riti satanici e attività illecite. In un memoriale redatto da Flavius Savu, un latitante con precedenti penali, si fa riferimento a un presunto giro di pedofilia e prostituzione che coinvolgerebbe il Santuario, gestito da un custode misterioso. Queste rivelazioni, sebbene vaghe e potenzialmente infondate, aggiungono un ulteriore strato di inquietudine alla già complessa rete di relazioni e sospetti che circondano l’omicidio di Chiara Poggi.
Il memoriale di Savu accenna anche a riti satanici che avrebbero avuto luogo nel Santuario, descrivendo un ambiente di paura e coercizione: «Mio zio diceva che questo (omissis) faceva riti satanici per indurre i ragazzi a fare orge e cose molto brutte». Tali affermazioni, sebbene non verificate, pongono interrogativi su altri aspetti della comunità di Garlasco e sul potenziale occulto che potrebbe celarsi dietro la facciata di una cittadina apparentemente tranquilla.
Nel frattempo, le indagini sul Dna di Sempio, che risulta essere compatibile con quello rinvenuto sulla vittima, gettano un’ulteriore ombra sulla sua innocenza. La procura di Pavia, con il procuratore Fabio Napoleone e l’aggiunto Stefano Civardi, ha avviato un riesame delle prove, cercando di fare luce su un caso che sembra destinato a rimanere avvolto nel mistero. La similitudine tra il profilo Y maschile di Sempio e quello trovato sui margini ungueali di Chiara Poggi non fa che alimentare il dibattito e la speculazione su questa intricata vicenda.
In conclusione, la storia di Garlasco è un racconto di tragedia, incomprensione e segreti. Le parole di Andrea Sempio, mai realmente ascoltate, possono essere la chiave per comprendere non solo il suo coinvolgimento, ma anche quel sistema oscuro in cui il Santuario delle Bozzole è diventato un simbolo di inquietudine e paura. La ricerca della verità continua, ma a che prezzo?