
Difesa Stasi: nessun nuovo prelievo di Dna per il momento
La questione legata all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007, continua a suscitare un grande interesse sia mediatico che giuridico. Alberto Stasi, condannato nel 2015 a 16 anni di reclusione per questo delitto, si trova ora al centro di una nuova fase di indagini. È stato fissato un maxi incidente probatorio per il 17 giugno, e i legali di Stasi, Giada Bocellari e Antonio De Rensis, hanno comunicato che, per il momento, non intendono richiedere ulteriori prelievi di DNA da altre persone coinvolte nel caso.
Le recenti decisioni del giudice
Nell’udienza del 16 maggio, il giudice per le indagini preliminari di Pavia, Daniela Garlaschelli, ha disposto l’acquisizione di campioni di DNA non solo da Stasi e Andrea Sempio, ma anche da un gruppo di altre persone. Tra queste si trovano:
- Le gemelle Cappa
- Marco Panzarasa, un amico di Stasi
- Roberto Freddi
- Mattia Capra
- Alessandro Biasibetti, amici di Marco Poggi e Sempio
In aggiunta, il giudice ha autorizzato il prelievo di DNA da un medico legale, tre investigatori e alcuni soccorritori coinvolti nella prima inchiesta.
La difesa ha deciso di non ampliare ulteriormente il numero delle persone da cui richiedere campioni di DNA. Come ha spiegato l’avvocato Bocellari: “No, per ora no, non chiederemo una estensione. Poi vedremo”. Questa posizione è in linea con quella degli avvocati di Sempio, Massimo Lovati e Angela Taccia, che hanno già manifestato un approccio simile.
L’importanza dell’impronta
Il caso di Chiara Poggi ha avuto un’eco mediatica notevole, non solo per la drammaticità dell’omicidio, ma anche per le numerose controversie legali che si sono susseguite nel corso degli anni. La vittima, una giovane di 26 anni, fu trovata morta nella sua abitazione, e le indagini iniziali si concentrarono su Stasi, il quale è stato poi condannato dopo un lungo processo. Tuttavia, la sua condanna è stata oggetto di ripetute contestazioni e appelli, rendendo la questione ancora più intricata.
Nel contesto delle nuove indagini, i consulenti della difesa di Stasi stanno elaborando “brevi osservazioni tecniche” per richiedere alla Procura di Pavia ulteriori accertamenti su un’impronta rinvenuta sul muro delle scale vicino al corpo di Chiara. Questa impronta, identificata come “impronta 33”, è stata attribuita ad Andrea Sempio e, secondo gli esperti nominati dagli inquirenti, presenta caratteristiche che potrebbero rivelarsi significative.
La difesa di Stasi sostiene che l’impronta appaia “densa e carica di materiale biologico”, suggerendo che si tratti di sangue. Questa affermazione ha spinto i legali a chiedere una nuova analisi per accertare l’origine e la natura di tale materiale. La questione dell’impronta è cruciale, poiché potrebbe influenzare non solo la posizione di Sempio, ma anche quella di Stasi, il quale continua a proclamare la propria innocenza.
Prospettive future
Il contesto giuridico è reso ancora più complesso dal fatto che il caso ha attraversato vari gradi di giudizio, con diversi colpi di scena e nuove evidenze che emergono di tanto in tanto. Le indagini continuano a svolgersi in un clima di tensione e aspettativa, sia da parte delle famiglie coinvolte sia dell’opinione pubblica, che segue con attenzione gli sviluppi di questo caso che ha segnato profondamente la comunità di Garlasco.
La decisione di non richiedere ulteriori prelievi di DNA potrebbe essere strategica, con la difesa che preferisce concentrarsi sulle prove già esistenti piuttosto che ampliare il campo delle indagini in un momento così critico. La difesa sembra quindi puntare su un approccio più mirato, cercando di capitalizzare su eventuali incongruenze o debolezze nelle prove già presentate.
Con l’incidente probatorio in arrivo, le prossime settimane saranno decisive per il futuro legale di Alberto Stasi e Andrea Sempio. Le ripercussioni di queste nuove indagini potrebbero non solo ridefinire le posizioni legali dei due uomini, ma anche influenzare la percezione pubblica di un caso che continua a suscitare interrogativi e dibattiti. La ricerca della verità in questa tragica vicenda rimane al centro dell’attenzione, con la speranza che le nuove analisi possano portare a chiarimenti significativi e definitivi.