La sorprendente visione di Douglas Gordon al Maxxi

La sorprendente visione di Douglas Gordon al Maxxi
Al Maxxi, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, è in corso una mostra che offre l’opportunità di esplorare l’opera di Douglas Gordon, uno degli artisti più innovativi e influenti della sua generazione. Nato a Glasgow nel 1966, Gordon ha dedicato la sua carriera a sfumare i confini tra le arti visive e il cinema, creando opere che interrogano profondamente temi come la memoria, l’identità e la percezione. La mostra, intitolata “Douglas Gordon. Pretty much every film and video work from about 1992 until now’ish…”, sarà aperta fino al 26 ottobre nella Galleria 5, uno degli spazi più emblematici del Maxxi, progettato dall’architetto Zaha Hadid.
La mostra non è solo una semplice esposizione, ma un’esperienza immersiva che raccoglie oltre trent’anni di ricerca visiva di Gordon. Emanuela Bruni, presidente della Fondazione Maxxi, ha sottolineato l’importanza di presentare un artista di tale calibro: “Esporre un artista di fama mondiale come Gordon, con un progetto che abbraccia oltre trent’anni di ricerca visiva, significa offrire al pubblico un’esperienza immersiva, capace di interrogare la memoria, l’identità, la percezione.” La curatela della mostra è stata pensata per trasformare gli spazi del museo in un potente racconto visivo, capace di travalicare le barriere tra linguaggi e tempi diversi.
L’installazione e le opere esposte
La genesi dell’installazione “Pretty much every film and video work from about 1992 until now” risale al 1997, quando Douglas Gordon fu invitato a esporre alla Foksal Gallery di Varsavia. In quell’occasione, decise di presentare l’intero corpus dei suoi lavori video realizzati fino a quel momento. Da allora, l’installazione è stata riproposta in numerosi contesti espositivi, rinnovata e ampliata con l’aggiunta di opere più recenti.
Attualmente, la mostra al Maxxi raccoglie un totale di 114 film e video, un viaggio attraverso la carriera di Gordon. Tra le opere esposte, spicca:
- 24 Hour Psycho (1993): una videoinstallazione innovativa che presenta il classico di Alfred Hitchcock in una versione rallentata, che dura un’intera giornata.
- Play Dead; Real Time (2003): esplora la relazione tra realtà e finzione attraverso una serie di immagini evocative.
- The End of Civilisation (2012): si confronta con i temi della crisi sociale e culturale.
- Silence, Exile, Deceit: an industrial pantomime (2013): una videoinstallazione a tre canali che offre un’esperienza multisensoriale.
- Citizens of Palermo! (2016) e I had nowhere to go (2016): affrontano questioni di identità e appartenenza in contesti contemporanei.
Un’esperienza immersiva
La mostra non si limita a presentare opere video, ma si configura come un’opera scultorea che coinvolge il visitatore in un dialogo diretto con il lavoro di Gordon. Le ampie vetrate che incorniciano l’installazione offrono una vista mozzafiato sulla città di Roma, creando un’interazione unica tra l’arte e l’ambiente circostante. Questa fusione di elementi architettonici e artistici permette ai visitatori di immergersi completamente nell’universo creativo di Gordon, rendendo l’esperienza ancora più significativa.
Inoltre, la scelta di esporre i lavori di Gordon in uno spazio progettato da Zaha Hadid non è casuale. La visione architettonica di Hadid, caratterizzata da forme fluide e dinamiche, si sposa perfettamente con l’approccio innovativo di Gordon, creando un dialogo visivo che arricchisce ulteriormente l’esperienza del visitatore. La mostra diventa quindi un manifesto della capacità dell’arte contemporanea di superare i confini tradizionali e di coinvolgere il pubblico in modi sempre nuovi e sorprendenti.
Riflessioni sull’arte contemporanea
Un altro aspetto interessante è come la carriera di Gordon si sia evoluta nel tempo, rispecchiando i cambiamenti culturali e sociali degli ultimi trent’anni. Le sue opere non solo documentano il suo viaggio artistico, ma offrono anche una riflessione critica sulla società contemporanea, invitando il pubblico a interrogarsi su questioni di grande rilevanza, come l’identità, la memoria collettiva e il ruolo dell’arte nell’epoca attuale.
In conclusione, la mostra al Maxxi rappresenta un’importante opportunità per scoprire e apprezzare il lavoro di Douglas Gordon, un artista che ha saputo rompere le barriere tra le diverse forme d’arte e che continua a influenzare profondamente il panorama dell’arte contemporanea. Con oltre trent’anni di opere esposte, il visitatore può intraprendere un viaggio attraverso la visione unica di un artista che ha catturato l’essenza della nostra epoca attraverso il suo linguaggio visivo innovativo.