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Omissioni: come l’assenza definisce il nostro ambiente

Sara Lucchetta Maggio 27, 2025
Omissioni: come l'assenza definisce il nostro ambiente

Omissioni: come l'assenza definisce il nostro ambiente

L’arte ha la straordinaria capacità di trasmettere messaggi attraverso ciò che non è immediatamente visibile. La mostra “Omissioni”, in programma allo Studio Giga di Roma dal 4 al 25 giugno, esplora proprio questo concetto. Curata da Matteo Peretti e Bianca Catalano, l’esposizione presenta opere di due artisti contemporanei, Diana Pintaldi e Raimondo Coppola, che invitano il pubblico a riflettere sull’importanza dell’assenza e su come essa possa plasmare il nostro modo di percepire lo spazio e il mondo che ci circonda.

L’assenza, in questo contesto, non è un semplice vuoto da riempire, ma piuttosto un elemento attivo che parla e comunica. È un invito a considerare le tracce più flebili e sommerse della nostra esistenza, quelle che spesso vengono ignorate dalla narrazione dominante. Attraverso le loro opere, Pintaldi e Coppola ci sfidano a riconsiderare il nostro rapporto con ciò che è invisibile e non riconosciuto, dando voce a ciò che normalmente rimane in ombra.

Le opere di Diana Pintaldi

Diana Pintaldi, con le sue installazioni “Lilith” e “Dimmi, che colore ha la tua voce?”, si concentra sul suono e le sue corrispondenze visive. La sua ricerca si basa su alcuni punti chiave:

  1. Voce umana: La voce, con il suo timbro, ritmo e intensità, può trasformarsi in un colore e, di conseguenza, in una forma.
  2. Esperienza multisensoriale: Le opere stimolano l’udito e coinvolgono anche la vista, creando un’esperienza che invita a esplorare il legame fra suono e percezione visiva.
  3. Riflessione sull’assenza: Pintaldi suggerisce che l’assenza di suono possa essere altrettanto significativa quanto la sua presenza, creando uno spazio di riflessione profonda sulla nostra comunicazione e sulle emozioni che essa evoca.

L’approccio di Raimondo Coppola

D’altra parte, Raimondo Coppola affronta l’assenza da una prospettiva differente, quella del non umano. La sua opera “Stato di Emergenza” si concentra su forme di vita che sono spesso trascurate o marginalizzate, come le piante spontanee che popolano i contesti urbani. Attraverso una ricerca dettagliata, Coppola ha sviluppato un archivio digitale in continuo aggiornamento, un database aperto alla cittadinanza che raccoglie dati e immagini di specie vegetali “non riconosciute”. Questi elementi chiave caratterizzano il suo lavoro:

  1. Testimonianza dell’assenza di riconoscimento: Le piante, spesso classificate come “infestanti”, fungono da simboli di ciò che non si allinea agli standard estetici o utilitaristici della società.
  2. Riflessione sociale e culturale: La mostra diventa un momento di ascolto e riflessione sul contesto sociale e culturale in cui viviamo, invitando a riconsiderare il nostro rapporto con l’ambiente.

La mostra “Omissioni” invita a riconsiderare il nostro modo di vedere e vivere il mondo. Attraverso l’assenza e il vuoto, gli artisti ci guidano verso una maggiore consapevolezza delle tracce invisibili che popolano il nostro quotidiano, trasformando lo spazio in un luogo di ascolto, riflessione e, infine, di riconoscimento.

In un’epoca in cui il sovraccarico di informazioni è all’ordine del giorno, la mostra ci offre uno spazio per riflettere su ciò che viene spesso trascurato. L’assenza, lungi dall’essere un vuoto, diventa un’opportunità per esplorare nuove possibilità di espressione e comprensione. L’archivio digitale di Coppola rappresenta un tentativo di dare visibilità a ciò che è stato espulso dalla narrazione dominante, richiamando la nostra responsabilità nei confronti dell’ambiente e delle forme di vita che condividono con noi il pianeta.

In conclusione, “Omissioni” non è solo una mostra d’arte, ma un potente strumento di comunicazione, capace di rivelare la ricchezza dell’esperienza umana e delle sue molteplici sfaccettature.

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