Nuovi sviluppi nel caso di Liliana Resinovich: ritrovati coltelli del marito Sebastiano Visintin

Nuovi sviluppi nel caso di Liliana Resinovich: ritrovati coltelli del marito Sebastiano Visintin
La tragica vicenda di Liliana Resinovich continua a tenere banco a Trieste, dove la sua morte, avvenuta il 5 gennaio 2022, ha scosso profondamente la comunità . Il caso, che ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, ha visto un nuovo capitolo con il sequestro di ulteriori coltelli appartenenti al marito di Liliana, Sebastiano Visintin, attualmente indagato per omicidio. Questa volta, però, i coltelli sequestrati non si trovavano nella sua abitazione, ma erano stati regalati a un conoscente in Toscana.
I nuovi sviluppi delle indagini
Secondo quanto riportato dal quotidiano locale Il Piccolo, durante le indagini sono emersi tre coltelli che Visintin aveva donato a un professionista toscano più di due anni fa. La notizia del sequestro di un ingente numero di coltelli e forbici dalla residenza di Visintin, avvenuto l’8 aprile scorso, ha spinto il destinatario dei regali a contattare la procura. Questo professionista ha riferito alla pm titolare dell’inchiesta, Ilaria Iozzi, di aver ricevuto i coltelli e si è presentato presso la Squadra Mobile di Trieste per fornire maggiori dettagli sul suo rapporto con Visintin. Questo sviluppo ha portato al sequestro dei tre coltelli, aumentando ulteriormente le prove a carico del marito di Liliana.
È importante notare che, nonostante l’attenzione su questi coltelli, le indagini hanno escluso la presenza di ferite da arma da taglio sul corpo di Liliana. Secondo le ultime ricostruzioni, la causa della morte è stata identificata come soffocamento, accompagnato da segni di percosse e graffi. Questo fa sorgere interrogativi su come gli oggetti sequestrati possano effettivamente collegarsi al delitto.
Sebastiano Visintin e le sue dichiarazioni
In un’intervista rilasciata a Tele4, Sebastiano Visintin ha rotto il silenzio dopo un periodo di apparente irreperibilità . Mentre si trovava alla guida della sua auto, ha ribadito la sua estraneità rispetto alla morte della moglie: «Io non ho niente a che fare con la morte di Liliana, assolutamente», ha affermato. Visintin ha espresso anche il suo apprezzamento per Trieste, città in cui vive dal 1995, e ha dichiarato di affrontare la situazione giorno per giorno, senza pensare al passato o al futuro. Ha descritto la sua esistenza come un “dramma” durato tre anni e mezzo, augurandosi che la verità venga a galla. Inoltre, ha chiarito di non voler speculare su chi possa essere stato l’autore del delitto, lasciando la questione in mano ai suoi legali.
Il ruolo di Claudio Sterpin
Un altro elemento significativo di questa inchiesta è rappresentato da Claudio Sterpin, amico intimo di Liliana Resinovich. La giudice per le indagini preliminari, Flavia Mangiante, sta valutando l’assunzione di una testimonianza da parte di Sterpin tramite un incidente probatorio. Le sue dichiarazioni potrebbero rivelarsi fondamentali, soprattutto alla luce delle recenti rivelazioni della procura sulle possibili responsabilità di Visintin. Sterpin ha sollevato dubbi sull’idea che Visintin possa aver agito da solo, suggerendo che potrebbero esserci altre persone coinvolte nella vicenda.
Il contesto sociale e mediatico
La morte di Liliana Resinovich ha avuto un forte impatto non solo sulla sua famiglia e sugli amici, ma ha anche acceso un dibattito più ampio sulla violenza domestica e sull’importanza di garantire la sicurezza delle donne. La comunità di Trieste si è mobilitata, con manifestazioni e incontri che hanno cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema delicato e attuale. Le donne vittime di violenza, spesso, si trovano a dover affrontare situazioni di isolamento e paura, e la storia di Liliana ha messo in luce la necessità di unire le forze per combattere contro tali violenze.
Con l’indagine che si evolve e nuovi elementi che emergono, il caso di Liliana Resinovich si preannuncia complesso e ricco di colpi di scena. La figura di Sebastiano Visintin, già sotto la lente d’ingrandimento, continua a destare interrogativi su quale sarà il suo futuro legale. La decisione della gip Flavia Mangiante sull’assunzione della testimonianza di Claudio Sterpin potrebbe rappresentare un momento cruciale per l’inchiesta.
La comunità di Trieste attende con ansia ulteriori sviluppi, sperando che la verità possa finalmente emergere e che giustizia venga fatta per Liliana, la cui vita è stata tragicamente interrotta. Mentre le indagini continuano, gli occhi di tutti rimangono puntati su questo caso, che non smette di far discutere e riflettere su temi tanto delicati quanto importanti.