Lavinia a Villa Borghese: un viaggio tra libri d'arte e giochi di luce
Varcare la soglia della Loggia dei Vini a Villa Borghese è un’esperienza che trasporta in un mondo di ricordi e storie da raccontare. Gli oggetti esposti – vecchi giocattoli, palline di Natale, lattine accartocciate, guanti da lavoro e vinili – non sono semplici reperti. Sono pezzi di vita quotidiana che, attraverso l’arte, vengono reinterpretati e riassunti in una narrazione nuova e originale. Questo affascinante progetto si inserisce nella nuova fase di Lavinia, un programma d’arte contemporanea triennale curato da Salvatore Lacagnina, che ha preso avvio il 26 maggio.
La Loggia dei Vini, un gioiello architettonico seicentesco voluto da Scipione Borghese, è stata restaurata e rinnovata, pronta a ospitare opere che dialogano con la sua storia e la sua architettura. Gli artisti Daniel Knorr e Johanna Grawunder, protagonisti di questa fase, presentano installazioni site-specific che invitano i visitatori a esplorare le relazioni tra passato e presente, tra il noto e l’ignoto.
Costruita tra il 1609 e il 1618, la Loggia dei Vini era il luogo di raffinati banchetti e celebrazioni, lontano da sguardi indiscreti. Qui, i visitatori possono rivivere un’epoca in cui i petali di fiori cadevano sugli ospiti e le bevande erano mantenute fresche da un ingegnoso sistema di refrigerazione. La scelta di collocare opere d’arte contemporanea in questo contesto ricco di storia crea un contrasto affascinante, invitando alla riflessione su come la nostra percezione del passato possa essere influenzata dall’arte moderna.
Il progetto Lavinia non è solo un’esibizione di arte contemporanea, ma un’iniziativa che promuove la partecipazione e l’inclusione. Federica Pirani, direttrice del Patrimonio artistico delle Ville storiche della Sovrintendenza Capitolina, ha sottolineato come la società Ghella abbia assunto un ruolo di mecenate, rendendo accessibile l’arte a tutti i visitatori senza alcuna mediazione. Questo approccio mira a facilitare un incontro diretto tra il pubblico e le opere, incoraggiando una fruizione spontanea e non programmata.
Salvatore Lacagnina, curatore del progetto, ha spiegato l’importanza di lavorare sul tempo e sul restauro, suggerendo che l’arte possa camuffarsi e trasformarsi nel processo. Questo dialogo tra storia e contemporaneità è particolarmente evidente nel modo in cui Knorr e Grawunder reinterpretano la loggia, creando un’atmosfera di scoperta e meraviglia.
Lavinia, il cui nome è un omaggio a Lavinia Fontana, una delle prime artiste donne riconosciute nella storia dell’arte, non si limita a presentare opere d’arte. Nel 2025, in occasione di un nuovo evento, verrà lanciato un gelato dal sapore innovativo di fragola e basilico, simbolo di freschezza e rinascita, che sarà offerto ai visitatori durante l’inaugurazione. Questo gesto sottolinea l’intento di Lavinia di interagire con il pubblico in modi diversi e sorprendenti, trasformando l’esperienza dell’arte in un momento da gustare e vivere.
La Loggia dei Vini diventa così non solo un luogo di esposizione, ma un punto di incontro tra passato e presente, arte e vita quotidiana, in un contesto che invita alla riflessione e alla condivisione. Con l’apertura straordinaria prevista per il 27 e 28 maggio, il pubblico avrà l’opportunità di esplorare queste installazioni uniche, disponibili per la visita dal giovedì alla domenica, in un viaggio che promette di essere tanto affascinante quanto rivelatore.