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Garlasco: l’avvocato di Andrea Sempio accusa la Chiesa dell’omicidio di Chiara Poggi

Garlasco: l'avvocato di Andrea Sempio accusa la Chiesa dell'omicidio di Chiara Poggi

Garlasco: l'avvocato di Andrea Sempio accusa la Chiesa dell'omicidio di Chiara Poggi

Negli ultimi giorni, l’attenzione sul caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007, è tornata a farsi intensa, grazie alle dichiarazioni di Massimo Lovati, uno degli avvocati difensori di Andrea Sempio. Lovati ha fatto alcune affermazioni sorprendenti e controverse, sostenendo che la Chiesa potrebbe essere coinvolta nell’omicidio di Chiara Poggi. Questa ipotesi, sebbene priva di prove concrete, sta suscitando scalpore e interrogativi.

La vicenda si è riaccesa in seguito alle difficoltà legali affrontate dall’avvocato Angela Taccia, richiamata dal suo Ordine professionale per un post su Instagram che criticava la procura di Pavia. Il post era una reazione a un interrogatorio saltato da Sempio, che aveva sollevato dubbi sulla legalità della convocazione. In questo clima di tensione, Lovati ha deciso di esprimere le sue opinioni sull’intero caso, partendo da un luogo significativo: il Santuario della Madonna della Bozzola.

Il santuario della madonna della bozzola

Situato nella campagna di Garlasco, il Santuario della Madonna della Bozzola è un luogo di culto noto per la sua immagine miracolosa, risalente al 1462. Tuttavia, la storia del santuario è stata macchiata da eventi controversi. Nel 2014, un carabiniere si è travestito da prete per registrare un tentativo di estorsione che coinvolgeva don Gregorio Vitali, il rettore del santuario, noto anche per il suo coinvolgimento in attività di esorcismo e per la sua fondazione di comunità di recupero. Questo fatto ha riportato alla luce questioni di pedofilia e abusi, gettando un’ombra su un luogo che dovrebbe essere sacro.

Lovati ha suggerito che ci sia un legame tra il Santuario e l’omicidio di Chiara Poggi, affermando che il luogo fosse teatro di rituali di esorcismo e di altri eventi inquietanti. Le sue affermazioni, sebbene fantasiose, si basano sulla sua “conoscenza del territorio” e sembrano insinuare che la Chiesa avesse un ruolo più attivo di quanto non emerga dalle indagini ufficiali.

Le affermazioni di Lovati

In un’intervista, Lovati ha descritto Sempio come un “comunista disadattato” e ha affermato che non è coinvolto nella teoria del complotto che sta elaborando. Secondo l’avvocato, Andrea Sempio sarebbe stato costretto a prendere su di sé la responsabilità dell’omicidio per proteggere i veri colpevoli, che lui identifica nella Chiesa. Questa teoria, per quanto bizzarra e priva di fondamento, riflette una frustrazione più ampia nei confronti del sistema giudiziario e delle sue apparenti incongruenze.

Lovati ha paragonato la situazione a eventi storici, citando la figura del “sicario” nella letteratura criminologica e facendo riferimento a casi noti di assassinii politici, come quello di Leon Trotsky. Queste affermazioni hanno sollevato più di qualche sopracciglio, poiché sembrano allontanarsi dalla realtà del caso e dal contesto in cui si è svolto l’omicidio di Chiara Poggi.

Le indagini e il ruolo della chiesa

La figura di don Gregorio Vitali torna prepotentemente nel discorso di Lovati, che afferma che il sacerdote potrebbe aver avuto un ruolo nel creare un ambiente favorevole a comportamenti devianti, contribuendo così a un clima di omertà e paura. Le sue affermazioni si intrecciano con i dati emersi dalle indagini, che hanno rivelato come l’omicidio di Chiara Poggi sia stato un evento complesso, segnato da diversi livelli di violenza e da una possibile premeditazione.

Alcuni esperti, come Giada Bocellari, avvocato di Alberto Stasi, sostengono che l’omicidio sia avvenuto in tre fasi distinte, il che suggerisce che più di una persona potrebbe essere stata coinvolta. Questo dato, se confermato, alimenta ulteriormente la teoria di una rete di complici che avrebbero potuto operare nell’ombra, ma non necessariamente in connessione con la Chiesa.

La resistenza della verità

La questione dell’omicidio di Chiara Poggi continua a essere una ferita aperta per la comunità di Garlasco. Ogni nuovo sviluppo sembra sollevare nuove domande, e la polarizzazione delle opinioni tra gli avvocati coinvolti nel caso contribuisce a rendere il quadro ancora più confuso. Lovati, con le sue affermazioni audaci e provocatorie, sta cercando di sfidare le narrazioni prevalenti, ma allo stesso tempo sta spingendo verso la luce del giorno un argomento che potrebbe rimanere sepolto tra le pieghe della storia locale.

Il caso di Chiara Poggi è emblematico di come la verità possa essere sfuggente, e di come le forze sociali, culturali e religiose possano influenzare non solo le indagini, ma anche le percezioni pubbliche. La comunità di Garlasco, come il resto del paese, rimane in attesa di una risoluzione che possa dare finalmente pace a una vicenda che ha segnato profondamente la vita di molti. La corsa verso la verità continua, anche se a un ritmo che sembra inesorabilmente lento.