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Cannes celebra un’ottima annata cinematografica, nonostante l’assenza di Italia e Usa

Cannes celebra un'ottima annata cinematografica, nonostante l'assenza di Italia e Usa

Cannes celebra un'ottima annata cinematografica, nonostante l'assenza di Italia e Usa

Il Festival di Cannes, giunto alla sua 78ª edizione, ha chiuso i battenti con un evento celebrativo che ha visto protagonisti registi e attori di tutto il mondo. Tra i momenti più toccanti della cerimonia di chiusura, spicca l’immagine di Juliette Binoche, presidente di giuria, che si è avvicinata al regista iraniano Jafar Panahi per abbracciarlo. Questa scena rappresenta non solo la vittoria di Panahi, premiato con la Palma d’Oro per il suo film “A Simple Accident”, ma anche un simbolo di resistenza e speranza contro le oppressioni di un regime.

Il film di Panahi narra la storia di un desiderio di vendetta di alcuni iraniani nei confronti dei loro torturatori, toccando profondamente il pubblico presente e riflettendo un tema universale che ha caratterizzato molte opere presentate al festival. Questo riconoscimento ha rappresentato un’importante affermazione del cinema d’autore, dove il linguaggio visivo riesce a esprimere emozioni e storie di grande rilevanza sociale.

La proclamazione del palmares

La proclamazione del palmares non è stata priva di tensioni. La giuria ha dibattuto a lungo, con una selezione di opere meritevoli che ha reso difficile giungere a un verdetto finale. Le discussioni si sono protratte oltre il limite stabilito, generando qualche momento di panico organizzativo. Nonostante i problemi tecnici, come un blackout che ha messo a dura prova la logistica del festival, l’atmosfera rimaneva vivace e festosa durante il cocktail di chiusura, dove si è celebrata la comunità cinematografica e la sua capacità di unire culture diverse attraverso il cinema.

Tra i premi conferiti, spicca il Prix du Jury andato a Oliver Laxe per “Sirat”, un film che racconta la ricerca di un padre per la figlia scomparsa in un rave tra le montagne del Marocco. I fratelli Dardenne, con “Jeunes Meres”, hanno vinto il premio per la migliore sceneggiatura, mentre le loro giovani protagoniste, al debutto sul grande schermo, hanno animato la serata ballando insieme agli attori del film di Panahi, creando un’atmosfera di condivisione e gioia.

Le dichiarazioni di Thierry Fremaux

Il delegato generale del festival, Thierry Fremaux, ha rilasciato alcune dichiarazioni al termine della manifestazione, esprimendo soddisfazione per il palmares, anche se un certo malcontento si percepiva nel suo tono. La scorsa edizione del festival aveva visto il trionfo della commedia d’amore americana “Anora” di Sean Baker, che aveva poi riscosso successi agli Oscar. Quest’anno, invece, gli Stati Uniti sono usciti con le mani vuote, nonostante le aspettative riposte in film come “Die My Love” di Lynne Ramsay, con Jennifer Lawrence, e “Eddington” di Ari Aster, con Joaquin Phoenix. Entrambi i film hanno suscitato dibattiti accesi, ma non hanno convinto la giuria.

Il cinema italiano, purtroppo, non ha ottenuto riconoscimenti al festival, un trend che si è purtroppo confermato negli ultimi anni. La selezione di opere italiane, tra cui “Fuori” di Mario Martone e “Testa o croce?” di Matteo Zoppis e Alessio Rigo De Righi, ha sollevato interrogativi sull’assenza di premi. Nonostante gli sforzi e il talento di registi e attori italiani, le nostre storie sembrano faticare a imporsi in un contesto così competitivo.

Riflessioni sul futuro del cinema italiano

Le indiscrezioni circolanti, che parlano di una presunta incapacità del cinema italiano di affermarsi all’estero, contrastano con i successi recenti di pellicole italiane come “C’è Ancora Domani”. La realtà è che Cannes ha visto una selezione di film di alta qualità, che hanno affrontato temi profondi e rilevanti per la società contemporanea. La presenza di film come “Nouvelle Vague” di Richard Linklater, che affronta in modo ironico l’eredità di Godard, dimostra che il cinema continua a riflettere e interagire con i tempi che stiamo vivendo.

In questa edizione del festival, il pubblico ha avuto l’opportunità di esplorare racconti che sfidano le convenzioni e che parlano di esperienze universali, dal desiderio di libertà alla lotta contro le ingiustizie. Cannes 2024 si è dunque confermato come un palcoscenico di grande rilevanza per il cinema mondiale, nonostante l’assenza di alcune potenze cinematografiche come Italia e Stati Uniti. Il festival ha messo in luce la forza del cinema come linguaggio universale e come strumento di cambiamento sociale, lasciando un segno profondo nel cuore di tutti i partecipanti.