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Allerta povertà: la priorità è creare lavoro secondo Gardini di Confcooperative

Luca Carlini Maggio 26, 2025
Allerta povertà: la priorità è creare lavoro secondo Gardini di Confcooperative

Allerta povertà: la priorità è creare lavoro secondo Gardini di Confcooperative

Negli ultimi anni, il tema della povertà in Italia ha assunto connotati allarmanti, come dimostrano i dati recenti forniti dall’Istat. Nonostante un incremento record nel numero degli occupati, il benessere economico non sembra seguire la stessa traiettoria. Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, ha espresso in un’intervista all’ANSA la sua preoccupazione riguardo a una crescente impoverimento della capacità di spesa degli italiani. Questo fenomeno è il risultato di dinamiche salariali che non riescono a tenere il passo con l’aumento del costo della vita, un problema che si è accumulato nel corso degli ultimi venti anni.

Emergenza del ceto medio

Gardini sottolinea come oggi ci troviamo di fronte a un’emergenza che colpisce in particolare il ceto medio. Questa fascia della popolazione, tradizionalmente considerata stabile e benestante, si trova ora a fronteggiare una realtà in cui le prospettive future appaiono poco rassicuranti. “I genitori sono preoccupati perché i loro figli potrebbero non avere le stesse opportunità che hanno avuto loro”, afferma Gardini, evidenziando il crescente timore di un arretramento economico e sociale.

Riforme fiscali e produttività

Nel corso del Festival dell’Economia di Trento, Gardini ha parlato dell’importanza di mettere al centro del dibattito pubblico il tema dell’adeguatezza degli stipendi. Ha dichiarato: “È fondamentale riconoscere in busta paga, in tasca agli italiani, più soldi rispetto a oggi”. Questo richiamo si fa ancor più urgente alla luce della prossima manovra economica, nella quale il presidente di Confcooperative auspica un taglio della pressione fiscale sul ceto medio. Sebbene il Governo avesse promesso una riduzione della tassazione, Gardini nota che le condizioni non sono state favorevoli: “Una diminuzione dal 33% al 31% non è risolutiva, ma rappresenterebbe un passo importante”.

Tuttavia, Gardini avverte che è necessario andare oltre queste misure fiscali. È imperativo “riportare più valore al lavoro” e introdurre un concetto cruciale: la produttività. “Il nostro Paese deve investire su una maggiore produttività”, sostiene, sottolineando che la produttività deve essere creata e condivisa, parallelamente a un incremento dei salari e del welfare. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario un patto tra le parti sociali, che preveda:

  1. Maggiore produttività
  2. Incremento dei salari
  3. Ridistribuzione equa del valore creato

Priorità al lavoro

In questo contesto, Gardini invita a una riflessione sulle priorità da porre sul tavolo. “Il lavoro deve essere la priorità assoluta”, afferma con fermezza. Propone la creazione di un tavolo di relazioni che coinvolga non solo i sindacati, i quali devono adottare una visione meno ideologica e più proattiva, ma anche le organizzazioni imprenditoriali e la pubblica amministrazione, che dovrebbe rivedere le tariffe in occasione del rinnovo dei contratti. “È necessario stabilire linee strategiche di cornice”, avverte.

In merito ai rinnovi contrattuali, Gardini mette in evidenza che non si deve limitare il dibattito agli aspetti puramente economici. La formazione riveste un ruolo cruciale. “Se oggi non prepariamo la nostra forza lavoro ad affrontare le opportunità e le sfide rappresentate dall’intelligenza artificiale, tra dieci anni potremmo trovarci con sei milioni di lavoratori espulsi dal mercato e nove milioni di lavoratori impreparati”, avverte. Questi fenomeni, se non gestiti adeguatamente, possono avere un impatto devastante sul nostro Paese.

Il lavoro, secondo Gardini, deve essere al centro di una visione complessiva dell’economia italiana, poiché crea le condizioni per rafforzare le buste paga e, di conseguenza, rilanciare i consumi e ristabilire un equilibrio nel risparmio. “Il clima tra le imprese è attualmente caratterizzato da una crescente incertezza, accentuata anche dalla guerra dei dazi”, sottolinea. Questa situazione incide profondamente sulle prospettive di crescita e sviluppo, rendendo urgente un intervento coordinato tra le diverse parti coinvolte.

Gardini conclude l’intervento richiamando all’azione, invitando tutte le parti a unirsi per affrontare questa emergenza. Il futuro del lavoro, dei salari e del benessere economico dell’Italia dipende dalla capacità di affrontare insieme le sfide del presente e del futuro. La responsabilità non ricade solo su un singolo attore, ma richiede un impegno collettivo, mirato a costruire un ambiente di lavoro più equo e produttivo per tutti.

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