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Superbonus: spesa in crescita di 1,8 miliardi in soli tre mesi nel 2025

Superbonus: spesa in crescita di 1,8 miliardi in soli tre mesi nel 2025

Superbonus: spesa in crescita di 1,8 miliardi in soli tre mesi nel 2025

Negli ultimi anni, il Superbonus 110% ha rappresentato una delle politiche più significative in Italia per incentivare la riqualificazione energetica e sismica degli edifici. Tuttavia, i dati forniti dalla Cgia di Mestre mostrano un aumento dei costi associati a questo incentivo, nonostante il suo abbassamento al 65% a partire dal 2025. Nei primi tre mesi del 2025, le uscite a carico dello Stato sono aumentate di 1,8 miliardi di euro, portando il valore complessivo del vantaggio fiscale riconosciuto a chi ha beneficiato del Superbonus a ben 126 miliardi di euro.

Aumenti regionali significativi

Le uscite più ingenti nel primo trimestre del 2025 sono state registrate in Campania, con un incremento del 3,4% (301,6 milioni di euro). Altre regioni con aumenti significativi includono:

  1. Marche: +2,5% (87,6 milioni di euro)
  2. Molise: +2,5% (19,3 milioni di euro)

Al contrario, le regioni che hanno utilizzato meno il Superbonus sono:

  1. Puglia: +0,6% (38,1 milioni di euro)
  2. Valle d’Aosta: +0,6% (3,4 milioni di euro)
  3. Sardegna: +0,4% (12,7 milioni di euro)

Impatto sul pil e sul settore edilizio

Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), il Superbonus ha avuto un impatto positivo sulla crescita economica italiana nel biennio 2021-2022, contribuendo tra l’1,4% e il 2,6% alla crescita del Pil, che nel complesso è aumentato del 13,7%. Questo incentivo è stato cruciale per aiutare l’Italia a uscire dalla recessione causata dalla pandemia di COVID-19, stimolando investimenti e occupazione nel settore edilizio.

Tuttavia, è importante notare che il Superbonus ha anche portato a conseguenze negative. Tra la fine del 2020 e il 2023, i costi di costruzione sono aumentati del 20%, con circa la metà di tale incremento attribuibile all’implementazione del Superbonus. Questo ha generato preoccupazioni riguardo alla qualità dei lavori eseguiti e alla sostenibilità del settore.

Rallentamenti e problematiche future

Nel 2024, il Superbonus ha avuto ripercussioni sugli appalti pubblici a causa dell’impennata dei costi dei materiali da costruzione, costringendo molte amministrazioni pubbliche a rallentare o sospendere i lavori nei cantieri. Fino al 31 marzo 2025, sono stati registrati 499.700 interventi sostenuti dal Superbonus, ma solo il 4,1% degli edifici residenziali ha beneficiato dell’agevolazione fiscale.

Le regioni più attive in tal senso sono state:

  1. Veneto: 59.846 interventi (5,7%)
  2. Emilia-Romagna: 44.767 interventi (5,5%)
  3. Trentino-Alto Adige: 11.420 interventi (5,4%)

Dall’altra parte, il Molise ha visto una percentuale del 3%, la Puglia del 2,9%, la Calabria del 2,6% e la Sicilia del 2,2%.

A livello nazionale, l’onere medio per edificio residenziale sostenuto dallo Stato è stato di 252.147 euro. Le regioni con i costi più elevati includono:

  1. Valle d’Aosta: 402.014 euro
  2. Liguria: 306.240 euro
  3. Campania: 304.692 euro

Al contrario, il Veneto ha avuto il costo medio più basso, pari a 197.017 euro.

Questi dati evidenziano l’impatto economico del Superbonus sul settore edilizio, ma anche le sfide e le problematiche emerse. È cruciale un monitoraggio attento e possibili interventi correttivi per garantire che il programma possa continuare a sostenere l’economia senza generare ulteriori distorsioni nel mercato delle costruzioni. La questione di come ottimizzare l’uso delle risorse pubbliche, garantendo qualità e sostenibilità, rimane aperta e di primaria importanza per il futuro del settore edilizio in Italia.