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Bernini: attrarre visitatori invece di costruire muri come Trump

Bernini: attrarre visitatori invece di costruire muri come Trump

Bernini: attrarre visitatori invece di costruire muri come Trump

In un’epoca in cui il dibattito sul futuro dell’istruzione e della ricerca è più caldo che mai, la ministra per l’Università e la Ricerca, Anna Maria Bernini, ha espresso chiaramente la sua visione durante il Festival dell’Economia di Trento. Intervenendo nel panel intitolato “Finanziamenti internazionali, ricerca e università”, Bernini ha sottolineato la necessità di un approccio opposto a quello dell’ex presidente americano Donald Trump, che ha spesso enfatizzato politiche di chiusura e nazionalismo. La ministra ha dichiarato: “Abbiamo cercato di fare il contrario di quello che sta facendo Trump. Quello che abbiamo cercato di fare è stato attirare persone da fuori. Noi vogliamo attrarre persone nel nostro Paese, perché secondo noi la ricerca, come l’università e la formazione, non devono avere confini, ma connessioni”.

Queste parole non sono soltanto un manifesto politico, ma riflettono una strategia ben definita per rilanciare l’istruzione superiore in Italia. Negli ultimi anni, le università italiane hanno affrontato sfide significative, tra cui la fuga di cervelli, un fenomeno che ha visto molti giovani talenti italiani cercare opportunità all’estero, in paesi dove la ricerca e l’innovazione sono maggiormente supportate. Bernini ha affermato: “Avere tanti cervelli italiani che se ne vanno non è una buona cosa”, riconoscendo l’urgenza di affrontare questa problematica.

Creare un ambiente favorevole per la ricerca

Il governo italiano, sotto la guida della ministra Bernini, ha identificato come obiettivo strategico quello di creare un ambiente favorevole per i ricercatori e gli studenti, affinché possano tornare nel paese. La ministra ha proseguito: “Dobbiamo creare le condizioni perché ritornino, che significa fare grandi infrastrutture e creare cose che diano loro opportunità di studio, ricerca e lavoro qui”. Questo approccio implica investimenti significativi in innovazione, tecnologia e in programmi di ricerca che possano attrarre non solo gli italiani all’estero, ma anche giovani talenti provenienti da tutto il mondo.

Libertà accademica e cosmopolitismo

La ministra ha anche messo in evidenza l’importanza della libertà accademica e del cosmopolitismo nelle istituzioni universitarie. “In questi anni la nostra priorità è stata garantire libertà e cosmopolitismo per l’università”, ha dichiarato, sottolineando che le università devono essere spazi aperti per la manifestazione di qualsiasi pensiero, ma con un fermo rifiuto della violenza. Questo richiamo alla libertà accademica è particolarmente rilevante in un contesto globale in cui molte istituzioni educative affrontano crescenti pressioni politiche e sociali.

Investimenti in ricerca e innovazione

Uno degli aspetti chiave della strategia di Bernini è l’implementazione di programmi di finanziamento e borse di studio destinate a studenti e ricercatori internazionali. Questo non solo aiuterà a migliorare la qualità dell’istruzione superiore in Italia, ma contribuirà anche a creare un ambiente più diversificato e stimolante nelle università italiane. La ministra ha confermato che il governo sta lavorando a nuove iniziative per incentivare l’attrazione di talenti dall’estero, essenziali per il rinnovamento e la crescita del settore.

Nonostante le sfide, il messaggio di Bernini è chiaro e determinato: l’Italia deve aprirsi al mondo e creare un ecosistema che favorisca l’innovazione e la creatività. Ha concluso dicendo: “Quello che dobbiamo fare è cercare di portare studenti dell’esterno ancora più di oggi”, lasciando intendere che il governo è pronto a intraprendere misure concrete per realizzare questo obiettivo.

In un periodo in cui le politiche nazionaliste sembrano prevalere in molte parti del mondo, l’approccio di Bernini rappresenta una boccata d’aria fresca e un invito a riflettere su come l’istruzione e la ricerca possano fungere da ponti invece che da muri. La sua visione di un’istruzione superiore senza confini sembra non solo necessaria, ma anche fondamentale per il futuro dell’Italia in un mondo sempre più interconnesso. L’auspicio è che le parole della ministra si traducano in azioni concrete che possano realmente trasformare il panorama accademico italiano e attrarre talenti da ogni angolo del pianeta.