La polemica tra avvocati: la strigliata alla legale di Sempio e il dramma di Lovati

La polemica tra avvocati: la strigliata alla legale di Sempio e il dramma di Lovati
Recentemente, l’Ordine degli avvocati di Milano ha rivolto una severa reprimenda ad Angela Taccia, avvocata e storica amica di Andrea Sempio, nell’ambito di un caso che continua a far discutere l’opinione pubblica: l’omicidio di Chiara Poggi. La polemica è esplosa in seguito a un post su Instagram pubblicato da Taccia, in concomitanza con gli interrogatori di Marco Poggi e Alberto Stasi, due figure chiave in un nuovo filone d’indagine legato al caso. La decisione della legale di non far presentare Sempio, unico indagato in questa fase, è stata giustificata da un errore procedurale da parte della procura di Pavia riguardante la convocazione.
il post controverso di angela taccia
Il controverso post di Angela Taccia recitava: «Guerra dura senza paura, Cpp we love you», accompagnato da emoji di una tigre e un cuore azzurro. Tale espressione ha suscitato non poche critiche, tanto che l’Ordine degli avvocati ha sentito la necessità di intervenire. In una nota, hanno sottolineato l’importanza di un comportamento riservato e sobrio da parte degli avvocati, soprattutto quando si tratta di questioni così delicate e dolorose. Il Codice deontologico, infatti, richiede che gli avvocati si attengano a un comportamento che tuteli il decoro e la dignità della professione.
responsabilità etica dei legali
Il richiamo dell’Ordine non si è limitato a una mera questione di forma, ma ha toccato anche aspetti più profondi relativi alla responsabilità etica dei legali. La nota, citata anche dal quotidiano Repubblica, evidenzia come il prestigio della professione forense si basi sull’autorevolezza, piuttosto che sull’esposizione mediatica. Gli avvocati milanesi hanno richiamato alla cautela, affermando che:
- Vicende giudiziarie complesse e dolorose richiedono un atteggiamento improntato alla discrezione.
- È fondamentale rispettare la sofferenza delle vittime e dei familiari.
Queste considerazioni sono particolarmente rilevanti nel contesto dell’omicidio di Garlasco, che ha scosso profondamente l’opinione pubblica e coinvolto le famiglie delle vittime in un dramma che perdura nel tempo.
la difesa di lovati e il dibattito sui social
In questo clima di crescenti tensioni e polemiche, anche il collega di Sempio, l’avvocato Massimo Lovati, ha espresso il suo disappunto riguardo alla situazione. Intervistato dal Corriere della Sera, Lovati ha cercato di difendere la collega Taccia, pur ammettendo che il suo post non fosse tra le comunicazioni più appropriate. Ha infatti dichiarato: «E quante ne dite voi per fare spettacolo? Questo è un circo. State facendo il processo alla mia giovane collega, poverina». Con queste parole, Lovati ha voluto sottolineare la pressione che i legali devono affrontare in un contesto mediatico sempre più invadente, dove ogni parola può essere fraintesa e amplificata.
Lovati ha cercato di contestualizzare le affermazioni di Taccia, definendole una sorta di similitudine, un’esagerazione che, a suo avviso, non andrebbe interpretata letteralmente. Ha fatto riferimento a Cicerone, noto per il suo uso dell’enfasi e delle figure retoriche, per sostenere che non si tratta di una guerra, ma piuttosto di un’interpretazione libera di una situazione complessa. Tuttavia, il tentativo di minimizzare l’accaduto non sembra aver convinto tutti, e il dibattito su come gli avvocati dovrebbero comportarsi nei confronti dei media è tornato al centro dell’attenzione.
Il caso ha riaperto anche il dibattito sull’uso dei social media da parte dei professionisti legali. In un’epoca in cui la comunicazione è sempre più immediata e diretta, le professioni tradizionali come quella forense si trovano a dover affrontare nuove sfide. La pubblicazione di post sui social network può facilmente sfuggire al controllo e diventare oggetto di critiche, come dimostra la situazione di Taccia. L’Ordine degli avvocati ha ribadito l’importanza di mantenere un comportamento sobrio, lontano da qualsiasi forma di spettacolarizzazione.
Inoltre, l’attenzione mediatica attorno al caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007, non accenna a diminuire. Le indagini si sono protratte per anni, e la vicenda ha visto l’alternarsi di colpi di scena e di nuovi sviluppi giudiziari. Questo contesto di continua attenzione, unito alle emozioni forti che suscita, rende ancor più delicata la posizione degli avvocati coinvolti, costretti a navigare tra la necessità di comunicare e il dovere di rispettare la sensibilità delle parti coinvolte.
La strigliata all’avvocata Taccia, dunque, non è solo una questione personale, ma rappresenta un campanello d’allarme per tutta la categoria legale. Essa mette in evidenza la necessità di riflessioni più ampie su come gli avvocati possano e debbano interagire con i media e il pubblico, senza compromettere la dignità e il decoro della professione. In un’epoca in cui le parole possono avere un peso enorme, è fondamentale che ogni professionista forense si assuma la responsabilità delle proprie azioni e comunicazioni, soprattutto in casi così sensibili e complessi.