Sossai: un'avventura on the road che demitizza il Nordest
Dopo il successo di “Fuori”, presentato a Cannes dal regista Mario Martone, la kermesse cinematografica francese accoglie un’altra faccia dell’Italia, quella meno esplorata e spesso stereotipata del Nordest. “Le città di pianura”, il nuovo film di Francesco Sossai, si presenta come una commedia on the road che si distacca dai cliché turistici e propone una narrazione intima e autentica di questa regione. È il primo dei due film italiani in competizione per il prestigioso premio “Un Certain Regard”.
Francesco Sossai, già noto per il suo cortometraggio “Il compleanno di Enrico”, torna al festival con una storia scritta insieme ad Adriano Candiago. La pellicola si sviluppa attorno al viaggio di due uomini, entrambi cinquantenni, che si ritrovano a vagare da un bar all’altro, in un contesto notturno che riflette il loro spaesamento. “Volevo fare un film sulla decostruzione di questo mito del Nordest”, afferma Sossai in un’intervista all’ANSA. La sua intenzione è quella di esplorare le zone d’ombra di una realtà che, pur essendo vicina, viene raramente raccontata con sincerità.
Nato a Feltre, in provincia di Belluno, Sossai ha affinato le sue competenze a Roma, ma ha sempre mantenuto un legame profondo con le sue radici. Questo legame si traduce in una visione del Nordest che rifiuta l’immagine da cartolina, quella dei panorami mozzafiato delle Dolomiti, per abbracciare un racconto più crudo e realistico. “Era molto importante per me realizzare un film che non utilizzasse immagini da cartolina”, continua il regista, sottolineando la sua volontà di mostrare una verità più complessa e sfumata.
Al centro della narrazione si trovano i due protagonisti, interpretati da Pierpaolo Capovilla e Sergio Romano, che incarnano una categoria di persone spesso trascurata dal cinema: gli uomini di mezza età, persi nei bar e nella loro quotidianità. Sossai afferma di conoscere molte persone simili nella sua vita, e il loro senso di spaesamento rispecchia un sentimento collettivo che permea la società contemporanea. Il loro incontro con un giovane studente di architettura, interpretato da Filippo Scotti, aggiunge una dimensione intergenerazionale alla storia.
Filippo Scotti, già noto per il suo ruolo in “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino, interpreta un giovane intrappolato in un ciclo di aspettative e pressioni. Il suo personaggio, Giulio, si muove tra Mestre e Venezia, seguendo un percorso accademico rigido che lo tiene lontano dalla vita reale e dalle esperienze che potrebbero arricchirlo. “Giulio, anche se così giovane, è cristallizzato nel suo metodo”, racconta Scotti. Tuttavia, l’incontro con i due “perditempo”, Doriano e Carlobianchi, offre a Giulio una pausa dalla sua routine opprimente e lo introduce a un mondo di libertà e spontaneità.
Il film di Sossai si propone di esplorare temi di amicizia e crescita intergenerazionale, evidenziando come le etichette sociali possano essere superate quando ci sono cose importanti da condividere. La storia diventa così un viaggio di formazione, in cui i personaggi si confrontano con le proprie fragilità e imparano a comprendere le esperienze degli altri. La commedia italiana, nelle sue varie sfumature, ha influenzato Sossai, il quale cita registi come Carlo Mazzacurati, Monicelli e Risi come fonti di ispirazione per il suo lavoro.
“Le città di pianura” è prodotto da Marta Donzelli e Gregorio Paonessa, con la produzione di Vivo film in collaborazione con Rai Cinema. Il film sarà distribuito in sala da Lucky Red, e rappresenta un’opportunità per il pubblico di scoprire una narrazione autentica e poco convenzionale del Nordest italiano. Con la sua capacità di affrontare tematiche complesse attraverso un linguaggio leggero e diretto, Sossai offre una nuova prospettiva su una regione spesso ridotta a stereotipi, rendendo il suo lavoro un contributo significativo al panorama cinematografico contemporaneo.