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Le false promesse di un arcivescovo: come un fedele in carcere ha messo in crisi la Chiesa vetero cattolica

Le false promesse di un arcivescovo: come un fedele in carcere ha messo in crisi la Chiesa vetero cattolica

Le false promesse di un arcivescovo: come un fedele in carcere ha messo in crisi la Chiesa vetero cattolica

Il mondo della religione è spesso percepito come un bastione di moralità e spiritualità, ma la vicenda che coinvolge Salvatore Costanzo, arcivescovo della Chiesa Vetero-Cattolica Apostolica Missionaria Veritas, mette in discussione questa percezione. Costanzo, 65 anni, è attualmente al centro di un’inchiesta per intralcio alla giustizia. Secondo le accuse, avrebbe cercato di corrompere una vittima e suo fratello per evitare che testimonino contro di lui in un processo, offrendo loro una somma di denaro.

La denuncia e l’accusa iniziale

I fatti risalgono a un periodo compreso tra il 2017 e gli anni successivi. La parte offesa, un uomo agli arresti domiciliari, ha raccontato la sua esperienza durante un’udienza al Tribunale di Roma. Costanzo, noto per aver svolto il ruolo di cappellano presso il carcere di Civitavecchia, avrebbe promesso aiuto in cambio di una somma di 25mila euro. «Prima ti faccio uscire dai domiciliari, poi ti trovo un lavoro come autista in Vaticano», avrebbe dichiarato. Questa offerta allettante ha indotto l’uomo a consegnare il denaro, ma le aspettative si sono rivelate infondate.

Nessuna promessa mantenuta, poi il tentativo di rimediare

Con il passare del tempo, le promesse di Costanzo non si sono concretizzate. Non solo l’intercessione presso i magistrati per la revoca degli arresti domiciliari non ha avuto successo, ma anche l’atteso lavoro in Vaticano non si è mai materializzato. Quando la vittima ha compreso che le promesse erano vane, ha deciso di intraprendere un’azione legale contro l’arcivescovo.

In un tentativo di riparazione, Costanzo ha restituito 13mila euro alla vittima, ma il gesto non è bastato a fermare l’indagine già avviata.

Pressioni e tentativi di intimidazione

Con l’avanzare del processo, la situazione è diventata ancora più complessa. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Costanzo avrebbe cercato di convincere l’uomo a non presentarsi in aula e a non costituirsi parte civile, affermando: “Così va tutto in prescrizione”. Queste affermazioni non solo sollevano interrogativi sulla moralità delle azioni di Costanzo, ma evidenziano anche come alcune figure religiose possano abusare della loro posizione di potere in contesti di vulnerabilità sociale.

La vittima ha scelto di non cedere e ha deciso di continuare a raccontare la sua verità in aula, il che ha portato la corte a trasmettere gli atti alla procura per valutare un nuovo reato.

Il processo ancora aperto

Oggi, Salvatore Costanzo si trova nuovamente sotto processo, accusato di aver cercato di interferire nel percorso giudiziario a suo carico. Questo caso non solo mette in luce le azioni discutibili di un uomo di chiesa, ma solleva anche interrogativi più ampi sul ruolo delle figure religiose nelle dinamiche di potere e nelle situazioni di vulnerabilità.

Il caso di Costanzo ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica, che si interroga su come simili situazioni possano verificarsi all’interno di istituzioni storicamente rispettate. La magistratura è ora chiamata a stabilire responsabilità penali, mentre la Chiesa Vetero-Cattolica si trova ad affrontare una crisi di credibilità che potrebbe avere ripercussioni significative sulla sua immagine.

La vicenda di Salvatore Costanzo non è solo un caso giudiziario; è un allerta su come il potere possa corrompere e su come le promesse fatte in contesti di vulnerabilità possano trasformarsi in inganni. Questo episodio solleva domande cruciali sul ruolo delle istituzioni religiose in contesti di giustizia e assistenza sociale, e su come il loro operato possa influenzare la vita delle persone più vulnerabili. La società si aspetta una risposta chiara dalla magistratura e una riflessione profonda all’interno delle istituzioni religiose, affinché episodi del genere non si ripetano in futuro.