La madre di Alberto Stasi: un incontro per condividere il dolore con la mamma di Chiara Poggi

La madre di Alberto Stasi: un incontro per condividere il dolore con la mamma di Chiara Poggi
Il delitto di Garlasco continua a generare interrogativi e a suscitare forti emozioni, anche a distanza di anni dalla tragica morte di Chiara Poggi, avvenuta nel 2007. Recentemente, Elisabetta Ligabò, madre di Alberto Stasi, l’unico condannato per l’omicidio, ha rilasciato un’intervista a La Stampa. In essa, ha espresso sentimenti complessi e profondi riguardo alla vicenda e ai suoi protagonisti. Le sue parole risuonano come un eco di dolore e incomprensione, ma anche di apertura verso un dialogo che potrebbe sembrare impossibile, date le circostanze.
Nuove indagini e angoscia
«Quello che sta venendo fuori è sconvolgente. È uno schifo, e mi dispiace usare questa parola, ma non ne trovo un’altra che renda l’idea», afferma Ligabò, riferendosi alle nuove indagini che coinvolgono Andrea Sempio, un nome che ha riacceso le polemiche sul caso. Sempio è stato indicato come un potenziale nuovo sospettato, suscitando speranze e timori nel contesto di un’inchiesta che si protrae da anni senza una conclusione definitiva. La madre di Stasi non nasconde la sua angoscia e il suo disorientamento di fronte a questi sviluppi, che gettano ulteriori ombre sull’intera vicenda.
Il desiderio di incontro
Ligabò ha anche espresso il desiderio di incontrare Rita Preda, la madre di Chiara Poggi. «Capisco il suo dolore, dev’essere immenso. Lo rispetto. Ma non riesco a comprendere questa chiusura così rigida, questa ostilità ». Queste parole rivelano un lato umano e vulnerabile della madre di Stasi, che si è sempre battuta per dimostrare l’innocenza del figlio. L’omicidio di Chiara ha avuto ripercussioni devastanti non solo per la sua famiglia, ma anche per quella di Alberto, travolta da un’accusa gravissima.
- Ligabò non ha mai cercato di contattare i Poggi, spiegando:
- Mancanza di apertura da parte della famiglia della vittima.
- «Cosa dovrei fare? Sfondare un muro? Se qualcuno non vuole vederti, non puoi costringerlo».
Tuttavia, ha anche espresso la volontà di un incontro, con l’intento di avviare un dialogo che, pur in un contesto di sofferenza, potrebbe portare a una maggiore comprensione reciproca.
Riflessioni sulla giustizia
Una parte dell’intervista ha riguardato anche Andrea Sempio, il cui nome è tornato alla ribalta dopo che sono emerse nuove informazioni. Ligabò ha scelto di non approfondire questo argomento, dichiarando: «Non voglio nemmeno sentirlo nominare». Questa affermazione sottolinea la sua volontà di mantenere il focus sulla questione della giustizia e dell’innocenza del figlio, piuttosto che su possibili nuovi sviluppi.
In un momento in cui si cominciano a vedere “crepe” in quella condanna che ha segnato la vita di molti, Ligabò ha espresso una profonda preoccupazione per la possibilità che l’errore del sistema giudiziario venga finalmente riconosciuto. «Da madre, non ho mai dubitato neppure per un istante della sua innocenza. E oggi, mi chiedo se qualcuno avrà il coraggio di ammettere l’errore», ha dichiarato. Queste parole evidenziano il dolore di una madre che ha visto suo figlio condannato, mentre la verità sembra sfuggire sempre più.
Il caso di Garlasco ha segnato un’epoca, diventando un simbolo di come le indagini, non sempre condotte con la dovuta attenzione, possano portare a conseguenze devastanti. Il dialogo tra le famiglie coinvolte potrebbe rappresentare un passo verso una maggiore comprensione e un tentativo di pacificazione in una storia che ha lasciato ferite aperte in entrambe le parti.
Con il suo desiderio di incontrare Rita Preda e di affrontare insieme il tema del dolore e della giustizia, Elisabetta Ligabò offre uno spunto di riflessione su quanto sia complessa e delicata la questione della verità in un caso di omicidio. La sua apertura potrebbe anche rappresentare una possibilità , sebbene remota, di trovare un terreno comune, nel rispetto reciproco della sofferenza e del desiderio di giustizia.