Home » Il figlio della vittima svela: «Ho fatto entrare l’assassina di mia madre in casa»

Il figlio della vittima svela: «Ho fatto entrare l’assassina di mia madre in casa»

Il figlio della vittima svela: «Ho fatto entrare l'assassina di mia madre in casa»

Il figlio della vittima svela: «Ho fatto entrare l'assassina di mia madre in casa»

Il caso dell’omicidio di Stefania Camboni, avvenuto tra il 14 e il 15 maggio nella sua abitazione a Fregene, continua a suscitare scalpore e angoscia. La situazione si fa sempre più complessa, con tensioni crescenti tra le parti coinvolte. Francesco Violoni, figlio della vittima, ha accusato apertamente l’ex compagna della madre, Giada Crescenzi, attualmente detenuta e unica indagata per l’omicidio. La famiglia Camboni-Violoni è convinta della colpevolezza della 29enne, come evidenziato dall’avvocato Massimiliano Gabrielli, che ha dichiarato: «La convinzione sulla colpevolezza della Crescenzi è ormai granitica».

Il dramma familiare e la ricerca della verità

Francesco Violoni si trova a dover affrontare un devastante senso di colpa, sentendo di aver inconsapevolmente introdotto in casa della madre colei che ritiene essere la sua assassina. Questo dramma si complica ulteriormente con l’assistenza di Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, noto per aver lavorato su alcuni dei più celebri delitti italiani. Garofano sarà affiancato da un team di esperti, tra cui genetisti e specialisti in tracce ematiche, per supportare la famiglia nella ricerca della verità.

L’avvocato Gabrielli ha sottolineato la solidità delle dichiarazioni di Francesco, che coincidono con le risultanze investigative. Tuttavia, la famiglia è consapevole della complessità della situazione e della necessità che la giustizia faccia il suo corso.

La difesa di Giada Crescenzi

Dall’altro lato, la difesa di Giada Crescenzi, rappresentata dall’avvocato Anna Maria Anselmi, ha definito le accuse come «fantasiose e contraddittorie». La Crescenzi ha reagito con un profondo dolore alle dichiarazioni di Francesco e ha richiesto l’assistenza di un noto medico legale romano, Luigi Cipolloni, per rafforzare la propria posizione. L’avvocato Anselmi ha affermato: «Giada prende atto con dispiacere profondo delle parole del suo ex fidanzato. Restiamo fiduciose nella giustizia».

Elementi chiave delle indagini

Un elemento che sta emergendo dalle indagini è la possibile presenza di complici. Nell’ordinanza di custodia cautelare, il Gip di Civitavecchia, Viviana Petroselli, ha delineato un quadro accusatorio pesante nei confronti della Crescenzi, supportato da indizi inquietanti. Ecco alcuni punti salienti:

  1. Tracce di sangue trovate sul pigiama, sulle pantofole e persino sul cane di casa.
  2. Ricerche online effettuate dalla Crescenzi su come cancellare le prove.
  3. La mancanza dell’arma del delitto, un coltello con cui sono stati inferti 34 colpi.

Questi dettagli potrebbero rivelarsi cruciali per ricostruire la dinamica dell’omicidio e fornire risposte a una famiglia già profondamente colpita dalla tragedia.

L’ulteriore sopralluogo previsto per il 23 maggio rappresenta un’importante opportunità per gli investigatori di raccogliere indizi decisivi. La comunità di Fregene vive un clima di tensione e angoscia, scossa dalla brutalità dell’omicidio e dalle sue ripercussioni. Gli abitanti della zona, già provati dalla pandemia, si trovano ora a dover affrontare l’idea che un crimine così efferato possa essersi consumato in un contesto familiare.

In questo contesto drammatico, il caso di Stefania Camboni si inserisce in un quadro più ampio di violenza domestica che continua a colpire molte famiglie italiane. La tristezza di una vita spezzata si mescola al dolore di chi rimane, al senso di impotenza di un figlio che si sente responsabile per le scelte fatte. La Sicilia, come il resto d’Italia, si interroga su come prevenire tali tragedie.

Le indagini proseguono, e la speranza è che la verità possa emergere e che la giustizia possa essere fatta per Stefania Camboni e per tutti coloro che, come Francesco, si trovano a dover affrontare la perdita di una persona cara in circostanze così tragiche. La strada verso la verità è ancora lunga e tortuosa, ma ogni passo avanti è un passo verso la giustizia.