tag:blogger.com,1999:blog-7413346979554622959.post2825434121609617035..comments2024-03-18T13:26:23.875+01:00Comments on Smettere di lavorare: Come Lasciare il Lavoro per Girare il MondoFrancesco Narmennihttp://www.blogger.com/profile/18181927292662053038noreply@blogger.comBlogger5125tag:blogger.com,1999:blog-7413346979554622959.post-56814050914894042212017-12-25T00:26:52.635+01:002017-12-25T00:26:52.635+01:00Ciao! Hai fatto centro, nel senso che io ho bisogn...Ciao! Hai fatto centro, nel senso che io ho bisogno di evadere ma avverto pure la necessità di un "nido" dove tornare. Se anche fossi ricco, non potrei mai stare a zonzo per tutta la vita, semplicemente perché non ho lo spirito vagabondo ma, caso mai, quello di un viaggiatore che ha voglia di scoprire cose nuove, ricaricare le batterie, fare esperienze ma che poi vuole continuare con la vita di sempre, fatta di amici, passioni e interessi vari. Alla fine è una questione di carattere!<br />Per professione mi occupo di pubblicità e buona parte del lavoro lo posso svolgere anche se non sono fisicamente in ufficio. Basta che mi organizzo per tempo e non ho grossi problemi, specie considerando che ho un socio con il quale ci si copre a vicenda. ;)<br />Nei fine settimana vado sempre con amici, anche perché da solo mi annoierei. Per i viaggi lunghi, invece, parto per conto mio, sia perché è oggettivamente più complicato trovare persone disposte a muoversi per periodi lunghi e sia perché ne approfitto per fare cose particolari, come studiare una lingua straniera in una scuola o cose del genere. Quando sono stato in Thailandia, ad esempio, mi sono allenato nella Muay Thai, sport che pratico anche in Italia. Per l'alloggio direi che grazie ad internet e ai siti specializzati come Airbnb, Booking e molti altri problemi non ce ne sono. Un tempo sarebbe stato diverso, ma ora ci si organizza facilmente e in tutta sicurezza. Ti auguro di raggiungere i tuoi scopi, di goderti la vita ma, sopratutto, di stare in pace con te stessa, altrimenti non ci saranno viaggi che possano renderti felice. :)<br /><br />LorenzoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7413346979554622959.post-10064006887657600322017-12-23T10:22:44.503+01:002017-12-23T10:22:44.503+01:00Salve a tutti,
devo dire che ho trovato molto inte...Salve a tutti,<br />devo dire che ho trovato molto interessante il commento di Lorenzo da Milano. Ti invidio con ammirazione perché credo che il tuo modo di muoverti sia il giusto compromesso per non restare soffocati nello stesso posto ma senza sdradicarsi completamente.<br />Detto questo mi piacerebbe sapere,se è possibile, che tipo di lavoro fai che ti consente di stare via un mese intero senza ripercussioni lavorative...e ti sposti da solo o in compagnia?<br />E quando vai in posti così lontani(tipo il Giappone) come fai a gestirti nella scelta dell'alloggio dato che è tutto così diverso?<br />Spero che mi risponderai, il tuo modo di viaggiare è un modello che vorrei pormi come riferimento.<br />GiorgiaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7413346979554622959.post-32810078540770725942017-12-21T13:46:39.381+01:002017-12-21T13:46:39.381+01:00Io appartengo alla categoria di quelli che lavoran...Io appartengo alla categoria di quelli che lavorano in proprio e svolgono una professione abbastanza interessante, non tanto sotto il punto di vista economico ma più che altro inerente al fatto che, occupandomi di cose creative, la mattina mi sveglio con una certa serenità addosso, senza ansia e, sopratutto, con la possibilità di organizzarmi le giornate. Grazie a ciò, posso viaggiare senza grossi problemi. Durante l'anno, ad esempio, mi sparo mediamente un fine settimana al mese in qualche località Europea, perché facile da raggiungere con i pochi giorni a disposizione. A primavera, invece, mi prendo un mese intero per visitare zone lontane. Lo scorso maggio sono stato in Giappone: esperienza favolosa. E d'estate, pur non piacendomi in modo particolare, due settimane da qualche parte non me le faccio mai mancare. Insomma, anche se non posso permettermi di stare un anno fuori (cosa che non mi interessa nemmeno, se è per questo!) mi muovo molto. Venendo al tuo discorso, condivido quasi tutto. Poi sta alla coscienza di ognuno se partite "a matto", senza farsi troppi pensieri o se, al contratio, pianificare le cose in modo scrupoloso. Di certo, per come sono fatto io, se dovessi muovermi dormendo in posti squallidi e mangiando male per tutto il tempo, preferirei restarmene a casa. Ma qui, come in altri casi, siamo davanti a scelte personale e, ovviamente, legittime.<br /><br />Lorenzo - MilanoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7413346979554622959.post-13482431738147179602017-12-19T12:00:48.404+01:002017-12-19T12:00:48.404+01:00Apprezzo l'articolo ma se mi permetti Francesc...Apprezzo l'articolo ma se mi permetti Francesco vorrei fare qualche appunto.<br /><br />Inizio col dire che il tuo approccio verso l'argomento è realista, e ci sta, ma è anche tanto pauroso e un tantino triste, da ragioniere oserei dire.<br />Perché vedi, se uno dentro di sé decide di mollare tutto e partire alla scoperta del mondo, deve farlo conservando entro di sé la magia della scoperta e dell'ignoto, liberandosi di pensieri negativi e del passato.<br />Queste decisioni infatti non sono per tutti, e onestamente credo che chi parte già prevenuto pensando che qualcosa andrà storto ha già fallito in partenza, perché vuol dire che non crede in se stesso e in ciò che fa ogni giorno. <br />Ci vuole molta consapevolezza, e forte della mia esperienza mi sento di dire che si dovrebbe partire alla volta della scoperta con mente completamente aperta e non dando mai per scontato che qualcosa andrà storto e allora bisognerà rientrare alla base.<br />Bisogna partire pensando di non dover MAI tornare per bisogno, ma solo per il puro piacere di farlo.<br />Tra l'altro nell'articolo critichi chi se ne torna nella propria camera alla peggio ma consigli di mantenere un approccio, perdonami il termine, paraculo e magari anche falso con il proprio datore di lavoro precedente perché "non si sa mai".<br />Beh ma allora tanto vale non consigliare nemmeno di prendere, mollare lavoro e vita di ogni giorno per partire, non credi?<br />Personalmente, visto che appartengo alla categoria di coloro che sono rientrati in Italia per curare persone care molto malate e che hanno subito numerosi interventi con tutto ciò che ne consegue, ma che presto volerà nuovamente per l'estero, preferisco contare sull'aiuto economico di familiari e amici veri (quelli cioè che ovunque sono restano in contatto e quando li rivedo è sempre bellissimo, e che mi aiutano davvero se ho bisogno, e io contraccambio ovviamente) che tornare a leccare i piedi ad un datore di lavoro qualunque, perché di lavori è pieno il mondo, e se per tenermi un lavoro in Italia devo mantenere un approccio falso e ipocrita e umiliarmi ma anche NO, il mondo è grande e io non ho mai avuto grossi problemi a trovare lavoro e mantenermi ovunque, per cui non sono d'accordo con questa parte.<br /><br />Ripeto, queste cose non sono per tutti. O ci si conosce dentro e si sa fermamente cosa si vuole o è meglio restare a vita nella propria "comfort zone", non avendo ovviamente vissuto davvero tra bollette da pagare e lavori di cacca da salvare, ma ripeto, non è che ad uno che non sa nemmeno disegnare si può farlo diventare Raffaello :)))<br />Annanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7413346979554622959.post-88815064772255768612017-12-18T19:57:22.294+01:002017-12-18T19:57:22.294+01:00Concordo pienamente sul fatto che fare questo tipo...Concordo pienamente sul fatto che fare questo tipo di esperienza quando la cosa peggiore che può capitarci è tornare a casa dei propri genitori pur oltre i 30 anni ha ben poco da insegnare...io onestamente non ho mai avuto alcuna esigenza di viaggiare in particolare...ho cosi tanto di bello da esplorare e vedere nel posto in cui abito...(semmai lo farò sarà comunque in sella ad una bici o a piedi)il viaggiare e il turismo di massa come è inteso nella società dei consumi è quanto di più becero ci sia...le vacanze estive ad agosto o le "settimane bianche"invernali ne sono la manifestazione più aberranteThickfoghttps://www.blogger.com/profile/07861592522493430098noreply@blogger.com