Los Angeles, 27 ottobre – Dario Argento è salito sul palco della sala principale del Museo dell’Academy of Motion Pictures di Los Angeles accolto da una lunga standing ovation e da risate piene di complicità. Giovedì sera ha presentato la versione restaurata in 4K di “Profondo rosso”. Il regista romano, 83 anni, è volato in California per lanciare una retrospettiva dedicata a Carlo Rambaldi, il mago degli effetti speciali che quest’anno avrebbe spento cento candeline e che, il prossimo autunno, riceverà una stella sulla Walk of Fame.
Un omaggio sentito tra amici e giganti del cinema
“Non pensavo di emozionarmi così tanto. Venire qui, nel cuore del cinema, per celebrare un grande amico e collaboratore mi ha davvero toccato”, ha detto Argento poco prima di entrare nella sala da 900 posti, prenotata da settimane. “Ho fatto quel viaggio anch’io, ma con mezzo secolo di ritardo”, ha aggiunto con un sorriso che tradiva la commozione.
La retrospettiva, dal titolo “The Man Who Made Creatures: Special Effects Wizard Carlo Rambaldi”, è partita la sera prima di Halloween proprio con il cult dell’horror italiano. Il calendario, ricco e vario, andrà avanti fino al 30 novembre con film come “Città violenta” di Sergio Sollima, “Terrore nello spazio” di Mario Bava, “Il fiore delle Mille e una notte” di Pasolini e “Giulietta degli spiriti” di Fellini. E non mancano i grandi titoli internazionali: “E.T.”, “Alien”, “Incontri ravvicinati del terzo tipo” e “King Kong”.
La famiglia Rambaldi e il ricordo di un’epoca
“‘King Kong’ era il film che mio padre amava di più”, ha raccontato all’ANSA Daniela Rambaldi, figlia dell’artista. “È stato il suo passaggio dall’Italia agli Stati Uniti, l’inizio di un’avventura hollywoodiana e anche una nuova vita per tutta la nostra famiglia”. Quel salto ha lasciato un segno profondo, non solo nel cinema, ma anche nell’immaginario collettivo: Rambaldi ha vinto tre Oscar per i suoi effetti speciali, lavorando con registi come Ridley Scott e Steven Spielberg.
Amy Homma, direttrice del museo, ha spiegato che la rassegna nasce da oltre un anno di lavoro con Camilla Cormanni e Cinecittà. “Rambaldi ha lasciato un’impronta indelebile in tanti classici, italiani e stranieri”, ha detto Homma, che collabora con gli Studios romani per la quarta volta dopo retrospettive su Pasolini, Morricone e Sofia Loren.
Ricordi di set e amicizie che durano nel tempo
Dal palco, Argento ha raccontato il suo legame speciale con Rambaldi: “Abbiamo lavorato insieme dal mio primo film, ‘L’uccello dalle piume di cristallo’, fino al giorno in cui lui ha preso l’aereo per venire qui. Dal 1970 a ‘Profondo rosso’ nel 1975. Nel ’76 era già a Hollywood con Dino De Laurentiis per ‘King Kong’. È stata una collaborazione splendida, piena di avventure fuori dal comune”.
Ha poi condiviso un aneddoto divertente con la moglie di Rambaldi: “Pochi sanno che sua moglie lavorava con lui. Una volta, a fine giornata, ha caricato il bagagliaio dell’auto con delle mummie da portare in laboratorio. La polizia la fermò. I documenti erano a posto, ma quando aprirono il baule e videro quella montagna di corpi… poveri agenti! All’epoca gli effetti speciali erano poco conosciuti, e ci volle un po’ per far capire che Bruna era innocua. Ci siamo fatti una bella risata”.
L’eredità di Rambaldi al tempo dell’era digitale
“Oggi celebriamo un grande artista e il modo in cui ha fatto cinema”, ha detto Antonio Saccone, presidente di Cinecittà. “Rambaldi diceva: ‘Ci sono i computer, ma non possono togliere la magia del costruire con le proprie mani’. Era un vero prestigiatore, e oggi, con l’intelligenza artificiale che avanza, ha ancora più senso ricordarlo”.
Howard Berger, make-up artist premio Oscar per “Le cronache di Narnia”, ha ricordato ad Argento una confidenza fatta anni fa sul set: “Mi hai detto che dopo ogni scena violenta o macabra torni a casa e preghi. È vero?”. Argento ha sorriso: “Certo. Qualcuno lassù mi vuole bene, e io gliene sono grato. Sempre”.
La serata si è chiusa tra applausi sinceri e qualche battuta nei corridoi del museo. Un tributo sentito a chi – come Rambaldi – ha trasformato la materia in sogno. E a chi – come Argento – continua a portare il cinema italiano nel mondo.