Milano, 7 giugno 2024 – Il futuro dell’industria italiana passa per una visione chiara e investimenti mirati, non solo nelle tecnologie ma soprattutto nelle competenze. A sottolinearlo è stato questa mattina a Milano Mario Cardoni, direttore generale di Federmanager, durante l’assemblea per gli 80 anni della Federazione. L’incontro, ospitato nella sede di via Aniene, ha riunito 25 aziende che rappresentano alcune delle eccellenze mondiali del Made in Italy. “Ci vuole una visione per il futuro del Paese”, ha detto Cardoni, “e secondo noi bisogna puntare sulla storia industriale che ci ha sempre distinto”.
Made in Italy e managerialità: la chiave per crescere
L’incontro è iniziato poco dopo le 10 con un messaggio chiaro: il Made in Italy è un valore da difendere e rilanciare. “Qui ci sono 25 delle nostre maggiori eccellenze mondiali, che hanno scelto di legare il loro nome a questo momento”, ha ricordato Cardoni. Per lui, la reputazione internazionale delle imprese italiane resta un tesoro da proteggere.
Ma non basta puntare solo su macchinari e tecnologia. “Gli investimenti non devono andare soltanto alle macchine, come già si parla nella prossima legge di bilancio”, ha fatto notare. “Serve dare altrettanta attenzione alle competenze”. Perché è proprio lì che si gioca la partita della competitività.
Manager solo nel 5% delle imprese italiane: un dato che preoccupa
Un dato che non lascia tranquilli è questo: “Solo il 5% delle imprese italiane ha una struttura managerializzata”, ha ribadito Cardoni. Numeri che raccontano di un sistema ancora legato a modelli tradizionali, poco pronto a innovare nell’organizzazione. “Le macchine da sole non bastano”, ha spiegato. “Serve un sistema organizzato, guidato in modo consapevole e professionale. Solo così si può crescere davvero”.
Per il direttore di Federmanager, avere manager preparati in azienda è fondamentale per affrontare le sfide globali. Solo così l’innovazione tecnologica potrà trasformarsi in un vero valore per il Paese.
Fisco più leggero e lotta all’evasione: le richieste di Federmanager
Nel dialogo con i giornalisti, Cardoni ha affrontato anche il tema della pressione fiscale e di uno Stato più snello. “Serve uno Stato meno pesante, con una fiscalità più equa e sostenibile”, ha detto senza mezzi termini. Ha poi sottolineato come l’evasione fiscale sia “un problema serio e importante”.
L’evasione, ha spiegato, pesa sul sistema dei servizi pubblici, a partire dalla sanità. “Se non si interviene, rischiamo anche problemi sul fronte previdenziale”, ha avvertito. Un richiamo importante, in un momento in cui il dibattito sul welfare torna al centro dell’agenda politica.
Le aziende in sala e l’atmosfera dell’assemblea
All’assemblea, che si è aperta con un minuto di silenzio per i manager scomparsi nell’ultimo anno, c’erano volti noti dell’industria italiana: da Leonardo a Enel, passando per Pirelli e Luxottica. I rappresentanti delle imprese hanno seguito con attenzione gli interventi, scambiandosi opinioni nei momenti di pausa.
A fine lavori, alcuni manager hanno confidato che “la vera sfida sarà mettere in pratica queste idee”. Altri hanno sottolineato come “la formazione continua sia ormai indispensabile”. Un clima fatto di attesa ma anche di consapevolezza: la strada per rafforzare l’Italia nell’economia mondiale passa da qui.
Competenze e innovazione: la sfida dei prossimi anni
In chiusura, Cardoni ha rilanciato l’appello a investire sulle persone. “Senza competenze adeguate rischiamo di perdere terreno”, ha detto ai cronisti. Però, tra i partecipanti si respirava fiducia: l’Italia può ancora giocare un ruolo da protagonista. Ma serviranno scelte coraggiose, investimenti precisi e una nuova cultura d’impresa. Solo così il Made in Italy resterà sinonimo di eccellenza nel mondo.