Philadelphia, 3 giugno 2024 – Philadelphia si prepara a festeggiare il 250° anniversario degli Stati Uniti, che cadrà il 4 luglio 2026, con una serie di nuovi musei e festival pronti a segnare il calendario culturale della città. In questi mesi, la metropoli della Pennsylvania – dove nel 1776 fu firmata la Dichiarazione di Indipendenza – si trasforma in un vero e proprio laboratorio di eventi, mostre e iniziative pensate per coinvolgere cittadini e visitatori in vista del “semiquincentennial”.
Calder Gardens: arte e natura a due passi dal Museum of Art
Sulla Benjamin Franklin Parkway, vicino al Museum of Art, ha appena aperto i battenti un nuovo spazio: i Calder Gardens. Non un museo come tanti, ma un luogo che – come ha spiegato Alexander S. C. Rower, presidente della Calder Foundation e nipote dell’artista – “invita a un percorso personale, a interpretare ciò che vediamo in modo unico, con più cuore che testa”.
Il complesso, firmato dallo studio svizzero Herzog & de Meuron e dal paesaggista olandese Piet Oudolf, si sviluppa su un giardino che ospita oltre 200 varietà di piante. Le gallerie propongono una selezione a rotazione delle opere di Alexander Calder, artista nato proprio a Philadelphia e figura centrale dell’arte del Novecento.
Qui si rompe con la tradizione: niente cartellini o spiegazioni per i mobiles, gli stabiles o i disegni in mostra. Solo le opere immerse nella luce naturale e nel verde, pronte a offrire interpretazioni diverse a ogni visita. Alcuni lavori resteranno esposti per anni, altri solo per qualche mese, in un ambiente che cambia con le stagioni. “Mio nonno andava oltre le regole, facendo collassare la massa e mettendo la scultura in movimento”, ha ricordato Rower all’inaugurazione. “Ma, più in profondità, voleva mostrare come l’arte possa essere vissuta nel presente, ogni giorno”.
Una lunga serie di eventi fino al 2026
L’apertura dei Calder Gardens è solo uno dei tanti appuntamenti che accompagneranno Philadelphia fino al 4 luglio 2026. In questi giorni la città ospita il Philadelphia Film Festival, che fino al 26 ottobre trasforma teatri e sale in un palcoscenico internazionale per registi emergenti e grandi nomi del cinema. Gli organizzatori si aspettano decine di migliaia di spettatori: “La città diventa un punto di riferimento globale per il cinema”, ha detto uno dei curatori alla conferenza stampa.
Si sono appena conclusi invece il Design Philadelphia Festival, dedicato alle novità nel campo del design con mostre, incontri e installazioni sparse per i quartieri centrali, e l’OURfest: National Coming Out Parade & Festival, la più grande manifestazione LGBTQ+ della East Coast legata al National Coming Out Day. Migliaia di persone hanno sfilato lungo Market Street tra bandiere arcobaleno, musica dal vivo e interventi di attivisti.
Un anniversario che guarda avanti
L’atmosfera in città è quella delle grandi occasioni. Le istituzioni lavorano per fare del semiquincentennial un momento di riflessione sulla storia americana, ma anche un’occasione per rilanciare Philadelphia come capitale culturale. “Vogliamo che ogni evento sia aperto e coinvolgente”, ha detto il sindaco Jim Kenney in un’intervista recente. “Non solo per chi abita qui, ma anche per chi arriverà da fuori”.
Oltre ai grandi appuntamenti già annunciati, sono in arrivo nuove aperture museali e iniziative diffuse nei prossimi mesi. Il calendario completo sarà svelato entro fine anno, ma – secondo fonti vicine agli organizzatori – si punta a valorizzare sia i luoghi simbolo (Independence Hall, Liberty Bell) sia i quartieri meno conosciuti.
Arte, memoria e partecipazione dal basso
L’esperienza dei Calder Gardens sembra indicare la strada: meno cerimonie formali, più spazio all’interpretazione personale e alla partecipazione diretta. Le performance, le esperienze sonore e le conferenze pensate nel nuovo spazio dedicato a Calder vogliono collegare l’eredità dell’artista al presente. Eppure, tra mostre e parate, resta forte il legame con la storia: “Philadelphia è il posto dove tutto è iniziato”, ha ricordato una guida del National Park Service davanti all’Independence Hall. “Solo qui si capisce davvero cosa vuol dire festeggiare 250 anni di indipendenza”.