Firenze, 21 giugno 2024 – Il futuro del paesaggio europeo è stato protagonista oggi a Villa La Petraia, alle porte di Firenze, dove si è aperta la conferenza per il 25° anniversario della Convenzione europea del paesaggio. L’evento, organizzato dal Ministero della Cultura insieme al Consiglio d’Europa, ha riunito istituzioni e delegati da tutta Europa. Tutti con un obiettivo: riflettere sul ruolo del paesaggio nella società di oggi e sulle sfide che arrivano con la transizione energetica e i cambiamenti climatici.
Paesaggio: un ponte tra passato e futuro
“Costruire un paesaggio vivo, che sappia rispondere alle sfide della modernità senza perdere le proprie radici.” Così il ministro della Cultura ha aperto i lavori, sintetizzando la sfida che aspetta l’Europa. Un messaggio chiaro: bisogna trovare un equilibrio tra tradizione e innovazione, tra memoria e cambiamento. “Il paesaggio deve saper guardare avanti, ma senza dimenticare da dove veniamo”, ha detto il ministro, sottolineando che proteggere il territorio significa anche saperlo adattare ai tempi che cambiano.
La Convenzione europea del paesaggio: un traguardo storico
Firmata proprio a Firenze nel 2000 da 41 Stati del Consiglio d’Europa, la Convenzione europea del paesaggio ha segnato una svolta importante. Per il ministro, “ha riconosciuto il paesaggio come parte fondamentale dell’identità europea e una risorsa preziosa per migliorare la vita delle comunità”. Nel corso della mattinata, i relatori hanno ricordato come quel trattato abbia aperto la strada a una nuova attenzione, non solo culturale ma anche ambientale ed economica, verso i nostri territori.
Bellezza e sostenibilità: un patrimonio di tutti
“La bellezza è un bene di tutti, la sostenibilità un dovere di tutti.” Questa la frase più forte pronunciata dal ministro davanti a un pubblico fatto di amministratori, esperti e cittadini. Il paesaggio, ha aggiunto, “rappresenta il nostro patrimonio spirituale, la scintilla della nostra cultura”. Queste parole hanno trovato eco negli interventi successivi, tra cui quello di Bjorn Berge, vicesegretario generale del Consiglio d’Europa, che ha ricordato come “il futuro dei paesaggi sia fondamentale per la qualità della vita. Non è solo una questione ambientale, ma anche culturale”.
Diritti umani e tutela del territorio
Per Berge, la sostenibilità dei paesaggi è strettamente legata ai diritti umani: “Un ambiente pulito e sano deve essere considerato un diritto fondamentale. Le crisi ambientali e il cambiamento climatico sono minacce reali per il nostro futuro”. Da qui l’appello a una pianificazione attenta, capace di proteggere la qualità della vita di chi c’è oggi e di chi verrà domani. “Tutti i paesaggi devono essere gestiti con cura”, ha ribadito Berge, sottolineando la responsabilità che abbiamo tutti nel preservare il territorio.
Una promessa per il futuro
Al termine della giornata, nel pomeriggio, sarà approvata una dichiarazione finale. Non un semplice testo, ma “una promessa”, ha spiegato il ministro della Cultura. L’idea è di promuovere uno sguardo nuovo, capace di vedere nell’equilibrio tra uomo e natura, tra passato e futuro, la vera forza del nostro tempo. Solo così si potranno affrontare le sfide di oggi senza perdere la propria identità.
Firenze, ancora una volta al centro del dibattito europeo
Non è un caso che Firenze torni a essere il palcoscenico di questo importante incontro. La città, che 24 anni fa ospitò la firma della Convenzione, conferma il suo ruolo di simbolo nel dibattito sulla tutela del paesaggio in Europa. Tra le sale affrescate di Villa La Petraia, tra confronti formali e chiacchiere informali, si sente forte la consapevolezza che il futuro del continente passa anche dalla capacità di custodire e rinnovare i propri paesaggi. Una sfida che riguarda tutti: istituzioni, cittadini, comunità. E che oggi più che mai è al centro del dibattito pubblico europeo.