Milano, 12 giugno 2024 – Il prezzo del petrolio riprende quota questa mattina sui principali mercati delle materie prime. Il WTI (West Texas Intermediate) e il Brent sono in rialzo fin dall’apertura delle contrattazioni. Alle 9.30, ora italiana, il WTI con consegna a dicembre si attesta a 60,32 dollari al barile, in crescita dello 0,28% rispetto alla chiusura di ieri. Il Brent, sempre con consegna a dicembre, segna invece 66,57 dollari al barile, con un aumento dello 0,30%. Dietro questo movimento, secondo gli operatori, ci sono sia le tensioni geopolitiche in alcune zone chiave di produzione sia le attese sulle prossime mosse dell’OPEC.
Petrolio in rialzo: i dati di questa mattina
La giornata è partita con prudenza sui mercati asiatici, ma già nelle prime ore a Londra e New York i prezzi del petrolio hanno mostrato segnali di forza. Il WTI, punto di riferimento per gli Stati Uniti, ha raggiunto quota 60,32 dollari, mentre il Brent, benchmark europeo, si è portato a 66,57 dollari. Gli analisti di Goldman Sachs, in una nota diffusa alle 8.45, spiegano che “la domanda globale resta solida, mentre l’offerta è ancora sotto pressione per via delle tensioni in Medio Oriente e delle restrizioni produttive imposte dall’OPEC+”.
Cosa sta spingendo i prezzi verso l’alto
Secondo le prime ricostruzioni degli operatori, l’aumento dei prezzi nasce da diversi fattori. Da una parte, le tensioni in aree sensibili come il Golfo Persico e la Libia continuano a preoccupare i mercati. Dall’altra, la recente scelta dell’OPEC+ di mantenere i tagli alla produzione fino a fine anno tiene alta la pressione sui prezzi. “C’è un certo nervosismo tra i trader”, racconta un broker della City di Londra contattato alle 10.15. “Ogni notizia di possibili interruzioni nell’offerta si riflette subito sui prezzi”.
L’effetto sulle tasche di consumatori e imprese
L’aumento del prezzo del petrolio potrebbe avere conseguenze anche per i consumatori europei e italiani. Secondo i dati dell’Unione Petrolifera, ogni dollaro in più al barile si traduce in circa 1,5 centesimi in più al litro alla pompa. “Seguiamo la situazione con molta attenzione”, ha detto ieri sera il presidente dell’Unione Consumatori, Massimiliano Dona. “Se questa tendenza continua, potremmo vedere rincari su benzina e gasolio già nel corso della settimana”.
Come reagiscono i mercati finanziari
Sui mercati europei, la notizia dell’aumento dei prezzi del petrolio si è fatta sentire subito. A Piazza Affari, il titolo Eni ha aperto in rialzo dello 0,6%, mentre Tenaris e Saipem hanno guadagnato rispettivamente lo 0,8% e lo 0,5%. “Gli investitori stanno tornando a puntare sulle società energetiche”, spiega un analista di Borsa Italiana alle 9.50. “Il settore sembra beneficiare di questa nuova fase di crescita delle materie prime”.
Cosa aspettarsi nelle prossime settimane
Gli operatori restano prudenti sul breve periodo. Un report pubblicato stamattina da JP Morgan sottolinea che “la volatilità rimarrà alta almeno fino al prossimo vertice OPEC, previsto per fine mese”. Gli esperti avvertono che molto dipenderà da come si evolverà la situazione geopolitica e dalle decisioni dei principali produttori. Solo allora si potrà capire se questa fase di rialzo sarà stabile o solo passeggera.
Attenzione ai prossimi sviluppi
Per ora, il fatto certo è che il prezzo del petrolio continua a salire, spinto da un mix di tensioni internazionali e scelte strategiche dei grandi produttori. Tutti gli occhi sono puntati sulle prossime settimane: ogni segnale dall’OPEC o dai fronti geopolitici potrebbe cambiare rapidamente le carte in tavola. Nel frattempo, consumatori e imprese si preparano a possibili aumenti su carburanti ed energia.