Roma, 6 giugno – La fatturazione elettronica e lo split payment hanno fatto davvero la differenza nella lotta all’evasione Iva in Italia dal 2019 a oggi. A dirlo è il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, durante un’audizione alla commissione Anagrafe tributaria. Nel dettaglio, Carbone ha spiegato che la fatturazione elettronica ha generato un aumento di entrate tra 1,7 e 2 miliardi di euro, mentre lo split payment ha permesso di recuperare complessivamente 4,6 miliardi.
Fatturazione elettronica e split payment: i numeri che cambiano le carte in tavola
L’audizione, iniziata poco dopo le 10 nella sala della commissione alla Camera, ha visto Carbone illustrare come l’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria abbia cambiato il modo di lavorare delle imprese, aumentando la trasparenza delle operazioni. “L’Italia ha anticipato tutti con questa scelta e il Sistema di Interscambio, che gestisce le fatture, funziona con grande efficienza. Questo modello è diventato un punto di riferimento per altri Paesi europei”, ha sottolineato il direttore.
I dati mostrano come la fatturazione elettronica abbia migliorato la compliance fiscale, cioè il rispetto degli obblighi, con un risultato che va da 1,7 a 2 miliardi di euro in più per le casse dello Stato. Un chiaro segnale che puntare sul digitale per contrastare l’evasione ha pagato.
Evasione Iva dimezzata in cinque anni: un risultato concreto
Il dato più importante, però, riguarda la riduzione dell’evasione Iva. Nel 2015 il “buco” nelle casse pubbliche superava i 35 miliardi di euro. Cinque anni dopo, nel 2021, questa cifra si è quasi dimezzata, scendendo a 17,8 miliardi. Una discesa che, come ha spiegato Carbone, è frutto della digitalizzazione e delle nuove misure di controllo messe in campo.
“Pensate che in soli cinque anni l’evasione si è praticamente tagliata a metà”, ha ricordato il direttore. E, stando a fonti interne, questo trend sembra continuare anche nei primi mesi del 2024, anche se i dati ufficiali non sono ancora disponibili.
L’Italia fa scuola in Europa
Non si tratta solo di numeri. L’esperienza italiana con la fatturazione elettronica attira l’attenzione anche all’estero. “Il nostro modello è ormai un esempio”, ha ribadito Carbone davanti ai deputati. Il Sistema di Interscambio, la piattaforma centrale dove passano tutte le fatture elettroniche, è considerato uno degli strumenti più avanzati per controllare le transazioni.
Diversi Paesi europei stanno valutando di adottare sistemi simili. La Commissione europea, secondo fonti parlamentari, ha già iniziato una serie di incontri tecnici per studiare come funziona il modello italiano.
Le imprese e le sfide della digitalizzazione
Sul fronte delle aziende, la strada non è stata sempre semplice. Alcuni rappresentanti delle associazioni di categoria, sentiti fuori dalla commissione, hanno ammesso che l’avvio della fatturazione elettronica ha richiesto investimenti e cambiamenti organizzativi. “All’inizio c’è stata un po’ di confusione”, ha detto un consulente fiscale romano, “ma ormai la maggior parte delle imprese si è messa in pari”.
L’Agenzia delle Entrate guarda avanti e sta pensando a nuovi passi. Tra le ipotesi c’è quella di estendere la fatturazione elettronica anche ad altri settori ancora esclusi. Il tema sarà discusso con il governo e le parti sociali nelle prossime settimane.
Tra luci e ombre: un bilancio che invita alla prudenza
I dati sulla riduzione dell’evasione Iva sono incoraggianti, dicono gli esperti. Ma restano alcune criticità, soprattutto legate alla gestione dei dati e alla privacy. “Il sistema funziona”, ha spiegato un funzionario dell’Agenzia, “ma serve mantenere alta l’attenzione sugli aggiornamenti tecnologici”.
In attesa dei numeri definitivi per il 2023 e il 2024, chi lavora a queste misure è convinto che la strada intrapresa sia quella giusta. Solo allora, forse, si potrà davvero parlare di una svolta nella lotta all’evasione fiscale in Italia.