Il panorama geopolitico attuale è in continua evoluzione e l’Europa si trova ad affrontare sfide senza precedenti. In questo contesto, Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea e figura di spicco dell’integrazione europea, ha lanciato un appello forte e chiaro: l’Unione Europea deve adottare un federalismo pragmatico per affrontare le minacce che la circondano. Draghi ha espresso le sue preoccupazioni e le sue proposte durante la cerimonia di conferimento del Premio Princesa de Asturias per la Cooperazione Internazionale, tenutasi al Teatro Campoamor di Oviedo. Questo riconoscimento, assegnato a Draghi per il suo ruolo cruciale nella difesa dell’integrazione europea, è un segno tangibile dell’importanza del suo contributo alla cooperazione internazionale.
il messaggio di cambiamento
Il messaggio di Draghi è chiaro: “Il mondo è cambiato e l’Europa fatica a rispondere”. Questa affermazione non è solo un’osservazione, ma un monito. L’ex premier italiano ha sottolineato che “quasi ogni principio su cui si fonda l’Ue è sotto attacco”. Sin da maggio, quando si era espresso a Coimbra, Draghi ha evidenziato la necessità di un cambiamento radicale nell’approccio dell’Unione. Questa urgenza è ulteriormente accentuata dal dibattito in corso a Bruxelles riguardo al superamento del quorum dell’unanimità nelle decisioni cruciali dell’Ue.
Secondo Draghi, il superamento dell’unanimità non è attuabile dal punto di vista normativo, ma deve essere realizzato nella pratica. Propone quindi un federalismo “basato su temi specifici”, caratterizzato dalla flessibilità e dalla capacità di operare al di fuori dei metodi decisionali più lenti dell’Unione. Le sue proposte possono essere riassunte nei seguenti punti:
- Formare coalizioni di volenterosi attorno a interessi strategici condivisi.
- Riconoscere che non tutti i paesi devono muoversi al medesimo passo.
- Adottare un approccio flessibile per affrontare le sfide comuni.
le sfide attuali dell’europa
Il suo intervento giunge in un momento critico: a poche ore dal Consiglio europeo, nel quale sono state adottate conclusioni a 26 paesi sull’Ucraina, evidenziando l’assenza dell’Ungheria. Inoltre, la proposta di utilizzare gli asset russi per il finanziamento della ricostruzione di Kiev ha incontrato resistenze, in particolare da parte del Belgio e di altre capitali, tra cui Roma. La questione della competitività, in relazione al Green Deal, ha rivelato ulteriori fratture tra i leader europei, dimostrando come l’unità sia sempre più difficile da raggiungere.
La difficoltà di lavorare insieme, come evidenziato da Draghi, è esacerbata dalla crescente tendenza al protezionismo e dalle azioni unilaterali che hanno preso piede in molte nazioni. “Oggi, la prospettiva per l’Europa è tra le più difficili che io ricordi”, ha affermato, sottolineando che la prosperità dell’Unione è stata costruita sull’apertura e il multilateralismo, ora minacciati da un clima globale sempre più ostile.
il ruolo della diplomazia
Draghi ha anche richiamato l’attenzione sul ruolo della diplomazia, che storicamente ha rappresentato la base della sicurezza europea. Tuttavia, oggi l’Europa si trova a fronteggiare il “ritorno della potenza militare” come strumento di affermazione degli interessi nazionali, un fenomeno che mette in discussione le fondamenta stesse su cui si basa l’Unione. A questo proposito, ha posto una domanda cruciale: “Quanto grave deve diventare una crisi affinché i nostri leader uniscano le forze e trovino la volontà politica di agire?”.
Questa domanda risuona con forza in un’epoca in cui le crisi si susseguono, dall’emergenza sanitaria del Covid-19 alla guerra in Ucraina, passando per le pressioni economiche e ambientali. Draghi, nel suo discorso, ha messo in evidenza come l’Europa, nonostante le sue crisi passate, sia sempre stata in grado di reagire e riorganizzarsi. Tuttavia, la situazione attuale richiede un approccio innovativo e una ristrutturazione delle strategie europee per affrontare le sfide contemporanee.
La necessità di un federalismo pragmatico non è solo un tema teorico, ma una questione urgente per la sopravvivenza dell’Unione. La proposta di Draghi di muoversi verso coalizioni di volontari è un richiamo a un’azione rapida e decisa, necessaria per affrontare i problemi che minacciano l’unità e la sicurezza europea. Con l’Europa che si trova a un bivio, le parole di Draghi possono servire da guida per una riflessione profonda e una riorganizzazione necessaria di fronte ai cambiamenti globali che influenzano il nostro continente.