Il 12 dicembre 1925 segna una data fondamentale nella storia dei motel e del turismo negli Stati Uniti: l’apertura del primo motel, il Milestone Mo-Tel Inn a San Luis Obispo, California. I fratelli architetti Arthur e Alfred Heineman daranno vita a una struttura che non solo cambierà il modo di viaggiare, ma diventerà anche un simbolo della cultura popolare americana. In un’epoca in cui una notte in questo motel costava solo 1,25 dollari, si aprì un nuovo capitolo per i viaggiatori americani, rendendo l’ospitalità più accessibile.
Con l’industrializzazione e l’aumento della motorizzazione, i motel divennero una scelta privilegiata per chi cercava un rifugio temporaneo. Questi luoghi, con stanze semplici e parcheggi davanti alla porta, rappresentavano la libertà di movimento. Durante la Grande Depressione degli anni ’30, la loro popolarità crebbe ulteriormente, offrendo un’alternativa economica agli alberghi tradizionali per gli americani in cerca di lavoro.
Il simbolo della cultura on the road
I motel si diffusero rapidamente lungo le strade americane, in particolare lungo la leggendaria Route 66. Non erano solo luoghi di pernottamento, ma rappresentavano un vero e proprio simbolo della cultura on the road, caratterizzati da insegne al neon e piscine a forma di stella. La letteratura e la musica dell’epoca, da Jack Kerouac a Woody Guthrie, contribuirono a consolidare l’immaginario del viaggio americano, rendendo i motel parte integrante di questa narrazione.
Un luogo di accoglienza e inclusività
Negli anni ’40, la storia dei motel si intrecciò con eventi sociali significativi. Nel 1944, Ellis Marsalis Sr. aprì un motel in Louisiana per accogliere i viaggiatori afroamericani, in risposta alle ingiustizie razziali dell’epoca. Questo gesto trasformò il motel in un simbolo di accoglienza e inclusività. Inoltre, il Lorraine Motel di Memphis, dove fu assassinato Martin Luther King Jr., divenne un luogo di memoria oggi trasformato in museo.
Il termine “motel” entrò nel dizionario Webster nel 1945, segnando ufficialmente la nascita di un fenomeno culturale che si adattava perfettamente al ritmo della vita moderna, promettendo accoglienza e comfort. La famosa pubblicità della catena Motel 6, “Per te lasciamo le luci accese”, catturò perfettamente l’essenza di questa nuova realtà.
L’impatto culturale del motel
Il motel, carico di significati legati al viaggio e all’anonimato, attirò presto l’attenzione di Hollywood. Il film “Psycho” di Alfred Hitchcock del 1960 trasformò l’idea di rifugio in una fonte di inquietudine, mostrando come questi spazi potessero nascondere oscuri segreti. Anche l’arte visiva si impossessò dell’immagine del motel: Edward Hopper, con il suo “Western Motel” del 1957, catturò la solitudine di questi luoghi.
La rappresentazione dei motel continuò a evolversi nel cinema e in televisione, da “Thelma e Louise” (1991) a “Breaking Bad”. Negli anni ’60, il numero di motel lungo le strade americane superava le 60.000 unità, ma oggi molti di questi storici hanno chiuso o sono stati trasformati in boutique hotel, spesso a prezzi elevati, come nel caso del Skyview Los Alamos, fondato nel 1959.
Il centenario del motel non è solo una celebrazione di un’idea innovativa di ospitalità, ma un viaggio attraverso la storia sociale e culturale degli Stati Uniti. Da rifugi per viaggiatori a simboli di libertà e inclusione, i motel continueranno a occupare un posto speciale nell’immaginario collettivo americano, testimoni di un’epoca in cui la strada era il palcoscenico di sogni e avventure.