L’adesione di Roma alla Rete Lavoro Agricolo di Qualità rappresenta un passo significativo per il settore agricolo, non solo della capitale, ma dell’intero territorio nazionale. Fabio Vitale, Direttore di Agea e membro del consiglio di amministrazione dell’Inps, ha evidenziato l’importanza di questo protocollo, affermando che si tratta di un’iniziativa concreta per rafforzare la collaborazione tra diverse istituzioni e il mondo agricolo.
Promuovere la sinergia tra istituzioni e agricoltura
Con la sottoscrizione di questo protocollo, si intende promuovere una sinergia tra la Prefettura, l’Inps, l’Inail, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (Inl), le parti sociali e il settore agricolo. Questo approccio collaborativo è fondamentale per garantire che il settore primario, che riveste un ruolo strategico nell’economia locale, possa operare in un contesto di legalità e sicurezza. Vitale ha sottolineato che l’agricoltura romana, con oltre 63 mila ettari di superficie, è la più vasta d’Europa, dimostrando così l’importanza di regole chiare e di un presidio costante.
L’importanza della manodopera straniera
Un aspetto cruciale è rappresentato dalla manodopera straniera, che gioca un ruolo determinante nella fase di raccolta. Sebbene la quota di lavoratori stranieri nel settore agricolo romano sia inferiore rispetto al resto del Paese, la loro presenza è comunque fondamentale per il buon funzionamento delle attività agricole. Vitale ha messo in luce che la Rete Agricola di Qualità, già attiva con oltre 9.663 imprese iscritte a settembre 2025, è un esempio di come sia possibile migliorare le condizioni di lavoro e incentivare pratiche agricole corrette.
Un riconoscimento per le aziende virtuose
L’adesione alla rete non è un mero atto simbolico. Essa rappresenta un riconoscimento per le aziende che rispettano le normative sui contratti, sulla sicurezza e sui contributi previdenziali. Questo approccio semplifica anche i rapporti con la Pubblica Amministrazione, rendendo più fluido il processo burocratico per le imprese agricole. La creazione di un ambiente di lavoro più regolare e controllato è fondamentale per attrarre investimenti e garantire la qualità dei prodotti agricoli.
Dati allarmanti e necessità di intervento
L’analisi dei dati delle ispezioni condotte dall’Inl nel 2024 rivela un quadro preoccupante: le irregolarità sono state riscontrate nel 68,4% dei casi, con 1.226 lavoratori identificati come vittime di sfruttamento o caporalato. Questi numeri evidenziano l’urgenza di azioni concrete per contrastare fenomeni di illegalità e sfruttamento nel settore agricolo. Vitale ha rimarcato che è necessario implementare misure di deterrenza, prevenzione e servizi di supporto per garantire dignità e tutela a chi lavora nel settore.
In questo contesto, il protocollo di adesione alla Rete Lavoro Agricolo di Qualità si configura come uno strumento utile per garantire standard elevati di lavoro e per proteggere i diritti dei lavoratori. L’obiettivo è quello di creare un ambiente di lavoro che non solo rispetti le normative vigenti, ma che promuova anche una cultura della legalità e del rispetto reciproco.
L’impegno della Direzione di coordinamento metropolitano di Roma, guidata da Nunzia Minerva, è un elemento chiave in questo processo. La sua azione non si limita a gestire le operazioni quotidiane, ma si inserisce in un disegno strategico di lungo termine, volto a garantire uno sviluppo sostenibile e di qualità per il settore agricolo.
Inoltre, il protocollo rappresenta anche un’opportunità per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del lavoro agricolo e sul valore che il settore primario porta all’economia locale. Attraverso iniziative di comunicazione e formazione, è possibile educare i cittadini e le imprese sui benefici di un’agricoltura sostenibile e responsabile.
Questa adesione alla Rete Lavoro Agricolo di Qualità è un passo fondamentale per il futuro dell’agricoltura romana e italiana, contribuendo a creare un ecosistema in cui le imprese possano prosperare e i lavoratori possano svolgere le loro attività in condizioni dignitose e legali. L’obiettivo finale è quello di costruire un settore agricolo che sia non solo produttivo, ma anche etico e rispettoso dei diritti di tutti gli attori coinvolti.