Il settore del software in Italia sta vivendo un periodo di straordinaria crescita, come evidenziato da Pierfrancesco Angeleri, presidente di Assosoftware. In un’intervista a Adnkronos/Labitalia, Angeleri ha sottolineato l’importanza delle fabbriche di software, che attualmente comprendono tra le 1.500 e le 2.000 aziende. Queste realtà non solo contribuiscono significativamente all’occupazione, ma rappresentano anche una risorsa fondamentale per la crescita economica del Paese. I programmatori, infatti, sono i creatori del codice che rende possibile l’uso di tecnologie quotidiane, dai computer agli elettrodomestici.
Il software è diventato un elemento imprescindibile nella vita di tutti i giorni, sia a livello personale che aziendale. Attualmente, le aziende che si dedicano allo sviluppo di software occupano circa 150.000 persone in Italia, ma esiste un potenziale inespresso che potrebbe portare a un incremento fino a 500.000 occupati. Angeleri afferma: “Il settore cresce a un ritmo che supera il PIL italiano” e ha registrato tassi di crescita fino al 20% in alcuni anni. Tuttavia, questa opportunità non è stata adeguatamente sfruttata dai governi passati.
Il valore della fabbrica del software
La “fabbrica” del software è composta da professionisti che producono codice e sono essenziali per l’industria. Tuttavia, intorno a loro opera un intero ecosistema di esperti che si occupano di progettazione, assistenza e vendita. La produzione di software, un prodotto intangibile, può generare un valore economico significativo se supportata adeguatamente. Angeleri evidenzia la necessità di un cambio di rotta a livello politico, sottolineando che “la potenzialità inespressa del settore è grandissima”.
Opportunità e sfide per il settore software
Mentre l’India, con oltre 5 milioni di programmatori, continua a dominare il mercato globale, l’Italia ha tutte le potenzialità per diventare un polo attrattivo. Le università italiane sono rinomate per la qualità della formazione in informatica e il costo del lavoro è competitivo. Tuttavia, è cruciale che il governo crei un ambiente favorevole per incentivare gli investimenti nel settore. Angeleri sostiene che il settore software dovrebbe diventare uno dei principali motori di crescita economica nei prossimi 5-10 anni.
Il cambiamento non deve riguardare solo l’attrazione di nuovi investimenti, ma anche un aggiornamento della visione delle aziende riguardo al software. Molti sistemi attuali, ad esempio nelle banche, sono obsoleti e limitano l’efficienza. La “rottamazione del software” diventa quindi un tema cruciale: investire in software moderno non solo migliora le performance aziendali, ma contribuisce anche a una maggiore sostenibilità.
L’importanza dell’intelligenza artificiale
In questo contesto, l’intelligenza artificiale emerge come una grande opportunità. Angeleri afferma che l’IA deve essere vista come uno strumento per accelerare e semplificare il processo di programmazione. “Ci permetterà di sviluppare prodotti in tempi più rapidi”, sottolinea, evidenziando che molte aziende hanno già iniziato a implementare applicazioni basate sull’IA. Questa evoluzione non solo migliora l’efficacia dei servizi, ma offre anche l’opportunità di diversificare l’offerta di prodotti.
La crescente digitalizzazione delle imprese e della pubblica amministrazione richiede un costante adeguamento e innovazione nei sistemi informatici. Le aziende del software possono svolgere un ruolo cruciale, fornendo soluzioni che soddisfano le esigenze attuali e si adattano a future sfide.
La sfida per il settore software è duplice: è necessaria un’azione politica che faciliti l’attrazione degli investimenti e supporti la formazione di professionisti, ma è fondamentale anche che le aziende comprendano l’importanza di aggiornare i propri sistemi e investire in nuove tecnologie. Il futuro del lavoro nel settore del software appare luminoso, ma solo se sapremo cogliere le opportunità e affrontare le sfide con una visione chiara e condivisa.