Luca Zingaretti, attore e regista noto soprattutto per il ruolo del commissario Montalbano, ha parlato durante l’Ischia Film Festival, dove ha ricevuto il Film Award, spiegando i suoi ultimi progetti e riflettendo sul proprio percorso artistico. Da “La casa degli sguardi”, suo debutto alla regia, alla prossima sfida teatrale sulle orme di Andrea Camilleri, il racconto di Zingaretti mette in luce temi profondi legati alla vita, alla ripresa dopo le difficoltà e all’importanza di celebrare la cultura italiana contemporanea.
La casa degli sguardi: il debutto alla regia e il messaggio del film
“La casa degli sguardi” segna l’esordio di Zingaretti dietro la macchina da presa. Il film si ispira al libro di Daniele Mencarelli e affronta la storia di un ragazzo sensibile che fatica a vivere. Zingaretti spiega che la pellicola racconta la capacità umana di rialzarsi dopo momenti difficili, quando la vita ti mette alla prova con colpi duri ma non ti lascia senza speranza. Si parla di dolore, amicizia, lavoro e genitorialità, temi che Zingaretti ha seguito con attenzione negli ultimi anni della sua carriera artistica. Nel corso dell’intervista, ha sottolineato come la storia non sia solo un racconto di sofferenza, ma anche un invito a guardare oltre il momento buio e a cercare di ritrovare la luce, “a rivedere le stelle”.
Una voce per i momenti difficili
L’interpretazione e la regia si intrecciano per dare voce a chi attraversa crisi personali profonde ma che trova ancora la forza di andare avanti. Il film è un invito diretto a non arrendersi, mostrando anche l’importanza del supporto delle relazioni umane e del lavoro come elementi di sostegno fondamentali. “La casa degli sguardi” non è solo una storia singolare, ma un quadro più ampio sulle sfide interiori che toccano molti e che richiedono un’attenzione più diffusa da parte della società. Questo esordio registico di Zingaretti ha inoltre raccolto riconoscimenti come la candidatura al Globo d’Oro, segno del peso che il film si è guadagnato nel panorama cinematografico italiano.
Il progetto teatrale: autodifesa di caino per onorare camilleri
Zingaretti ha rivelato di essere impegnato anche in un nuovo progetto teatrale legato a “Autodifesa di Caino”, testo scritto da Andrea Camilleri. Camilleri non riuscì a interpretarlo, a causa della morte sopraggiunta poco dopo la stesura. La Fondazione Camilleri, in vista del centenario della nascita dello scrittore, ha chiesto a Zingaretti di portare avanti questo lavoro. Dopo una iniziale esitazione, l’attore e regista ha deciso di accettare, precisando che lo spettacolo prenderà una forma particolare, diversa dai consueti allestimenti itineranti.
Un omaggio speciale in pochi atti
In programma ci sono soltanto quattro repliche: tre a San Miniato e una al Cretto di Burri, alla fine di luglio. La scelta di limitare le performance mira a trasformare lo spettacolo in un omaggio speciale più che in un prodotto teatrale tradizionale. Questa iniziativa vuole mantenere viva la memoria di Camilleri e valorizzare un testo ricco di significato, segnando una tappa importante nella valorizzazione della cultura italiana attraverso figure chiave come lo scrittore siciliano.
Il lavoro di Zingaretti su questo testo rivela anche la sua attenzione per la parola scritta e raccontata dal palco e un desiderio di conservare l’eredità culturale lasciata da figure come Camilleri, che ha influenzato profondamente la letteratura e il teatro contemporaneo. La partecipazione limitata implica un’attenta cura dell’opera, volta a catturare l’essenza di Camilleri più che a trasformarla in intrattenimento di massa.
Tra cinema e giornalismo: un passato e qualche rimpianto
Prima di concentrarsi completamente sul cinema e teatro, Zingaretti ha coltivato un interesse per il giornalismo. In realtà ha anche scritto qualche articolo per un mensile, di cui sono usciti dodici numeri prima della chiusura del mensile stesso. Ha detto che gli articoli erano di buon livello, indicando un talento nella narrazione che non si è limitato solo alla recitazione ma ha incluso anche la scrittura.
Questa esperienza indica una curiosità e una passione per raccontare storie in vari modi, sia davanti alla macchina da presa o al palco, sia attraverso la penna. Non è un caso, quindi, che Zingaretti trovi nel giornalismo non troppo distante dal mestiere di attore e narratore. Questo legame tra scrittura e recitazione racconta di una relazione stretta con i mezzi attraverso cui le storie vengono diffuse al pubblico.
Garibaldi: un desiderio mai realizzato di raccontare una figura storica
Tra i personaggi che Zingaretti avrebbe voluto interpretare c’è Garibaldi, o meglio avrebbe voluto dirigere un film dedicato a lui. Ha detto che attualmente non è il momento adatto per questo progetto, che richiederebbe alti investimenti per un film di livello importante. La figura di Garibaldi rappresenta un pezzo fondamentale della storia italiana, ma molto poco conosciuto sotto molti aspetti.
Zingaretti ha definito Garibaldi un personaggio popolare, quasi un “pazzo scatenato” che ovunque sia andato e abbia combattuto ha creato scompiglio. Questo ritratto indica il fascino che la storia di Garibaldi continua a esercitare, malgrado sia forse troppo poco approfondita nel racconto pubblico italiano. Raccontare Garibaldi con un film significherebbe allora offrire una nuova prospettiva su di lui, oltre i luoghi comuni.
L’addio al commissario montalbano
Il tema del futuro del commissario Montalbano, personaggio che ha legato il nome di Zingaretti a vent’anni di televisione, sembra chiuso. L’attore ha spiegato che, oltre ai motivi personali legati alla scomparsa di molti collaboratori, non ci sono mai state proposte ufficiali dalla RAI o dal produttore per continuare la serie. Zingaretti ha sentito alcune indiscrezioni ma non ha conferme.
Il legame con Montalbano resta forte, ma la scelta di andare avanti ha portato Zingaretti ad affacciarsi ad altri progetti. Il commissario resta un capitolo importante ma concluso della sua storia artistica e personale. La decisione evidenzia una chiara volontà di guardare avanti e di investire energie su nuovi lavori, mettendo da parte quello che è stato uno dei ruoli televisivi più amati negli ultimi decenni.