Le principali borse europee si muovono in un contesto di incertezza, nonostante i dati sul prodotto interno lordo (Pil) dell’Eurozona abbiano superato le aspettative, con un incremento annuale del 1,5%. Anche le vendite al dettaglio hanno registrato un aumento significativo, attestandosi a un +2,3% su base annua. Tuttavia, i mercati finanziari non sembrano beneficiare appieno di queste notizie positive.
Andamento delle borse europee
Milano, Londra e Madrid mostrano un modesto rialzo dello 0,05%, mentre Parigi e Francoforte si muovono in controtendenza, segnando rispettivamente un calo dello 0,1% e dello 0,2%. Questi dati evidenziano un panorama di incertezze che continua a caratterizzare i mercati europei, nonostante segnali di crescita economica.
Aspettative sui mercati americani
La giornata è segnata anche dall’ottimismo sui mercati americani, dove i future mostrano un andamento positivo. Questo ottimismo è alimentato dalla possibilità di un dialogo tra Elon Musk e Donald Trump, che si dovrebbero sentire al telefono in giornata. Un eventuale accordo o chiarimento tra queste due figure influenti potrebbe avere ripercussioni significative sui mercati, specialmente considerando l’impatto che entrambi hanno nel panorama tecnologico ed economico statunitense.
In attesa di ulteriori indicazioni, gli investitori osservano anche i dati sull’occupazione negli Stati Uniti, previsti stabili al 4,2%. Queste informazioni saranno cruciali per comprendere la direzione della politica monetaria della Federal Reserve e le implicazioni per l’economia globale.
Mercato delle materie prime e valutario
Sul fronte delle materie prime, il mercato del greggio ha registrato una flessione, con il Wti che scende dello 0,41% a 63,11 dollari al barile. Anche l’oro ha subito un calo del 1,05%, raggiungendo 3.364,1 dollari l’oncia. Al contrario, il prezzo del gas ha registrato un incremento, con un +1,09% a Amsterdam, portando il costo a 36,8 euro al MWh. Questi movimenti evidenziano la volatilità che caratterizza il mercato energetico, influenzato da fattori geopolitici e climatici.
Nel mercato valutario, il dollaro si rafforza, scambiandosi a quasi 0,88 euro, 144,1 yen e poco sotto 0,74 sterline. Questo rafforzamento del dollaro può influenzare le esportazioni europee, rendendo i prodotti europei più costosi per i compratori esteri e potenzialmente riducendo la competitività .
Dati sul mercato obbligazionario
Un altro dato interessante è lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi, che si assesta a 94 punti. Il rendimento annuo dei titoli di Stato italiani è in calo, attestandosi al 3,48%, mentre il rendimento dei Bund tedeschi si trova al 2,54%. Questi dati suggeriscono una certa stabilità nel mercato obbligazionario italiano, nonostante le incertezze globali.
Tra i titoli in evidenza, spicca Recordati nel settore farmaceutico, che guadagna il 2,83% grazie all’innalzamento del prezzo obiettivo da parte di JpMorgan, che passa da 65 a 67 euro per azione. Gli analisti segnalano una prospettiva di crescita “forte e sostenibile” per l’azienda, attirando l’attenzione degli investitori.
Altri titoli positivi includono Galderma (+2,29%) e Novo Nordisk (+2%). Tuttavia, non tutte le notizie sono positive nel settore tecnologico, dove i produttori di semiconduttori come Stm e Infineon registrano perdite, rispettivamente del 1,27% e dell’1,16%. Le vendite in questo comparto potrebbero essere influenzate da un rallentamento della domanda nel mercato globale.
Il settore della difesa sta subendo prese di profitto, con titoli come Leonardo in calo dell’1,51%, Kongsberg del 3,978% e Rheinmetall dell’1,2%. Questo movimento potrebbe riflettere una correzione dopo i recenti rialzi dovuti a tensioni geopolitiche.
Anche il comparto automobilistico non si comporta bene, con Porsche in calo dell’1,27%, Renault dello 0,81% e Stellantis dello 0,37%. Il settore automobilistico sta affrontando sfide legate alla transizione verso veicoli elettrici e alle problematiche della catena di approvvigionamento.
Infine, le banche mostrano un andamento misto dopo il recente taglio dei tassi della Bce. Mentre SocGen (+0,43%), Bnp (+0,27%), Intesa (+0,16%) e Mediobanca (+0,8%) mostrano segni di resistenza, altre come Commerzbank e Unicredit cedono rispettivamente dell’1,04% e dello 0,38%. La diversa reazione dei titoli bancari potrebbe essere indicativa di come gli investitori percepiscono l’impatto delle recenti decisioni della Bce sulle prospettive future del settore.