Quanto GUADAGNA il tuo COLLEGA?

Guadagno del COLLEGA
Qualche tempo fa è circolata la notizia che l’Europa avrebbe imposto agli stati membri di rendere “pubblico” lo stipendio di ogni lavoratore. Ho letto decine di articoli (che vergognosamente sono ancora online) dove veniva spiegato che ogni dipendente avrebbe potuto conoscere lo stipendio del suo collega.

Voglio fare chiarezza sull’argomento e cogliere l’occasione per fare insieme una riflessione sui problemi che una tale legge può causare.

Quanto GUADAGNA il tuo COLLEGA?

L’Unione Europea ha approvato di recente una direttiva comunitaria - la n. 2023/970 dello scorso 10 maggio 2023 - dove viene sancito l’obbligo per gli stati membri di adeguarsi entro il 7 giugno 2026 a una serie di nuove regole. Una di queste dice testualmente, all’articolo 7: “I lavoratori hanno il diritto di richiedere informazioni sul loro livello retributivo individuale e sui livelli retributivi medi di lavoratori che svolgono lo stesso lavoro”. Potrai quindi sapere quanto guadagnano i tuoi colleghi nell’ottica di capire se sei sottopagato o se stai subendo una discriminazione di genere. In Europa, infatti, le donne guadagnano in media il 14% in meno degli uomini che fanno il loro stesso lavoro e, di conseguenza, spetta loro un 30% in meno sulla pensione. 

Naturalmente qualcuno, furbescamente, ha interpretato in modo fantasioso questa normativa dicendo che potrai sapere esattamente quanto guadagna il collega “X” e quindi addio privacy. In realtà non sarà così: potrai sapere solo qual è lo stipendio medio dei tuoi colleghi, e la tua azienda dovrà rispondere per iscritto entro due mesi. In nessun modo potrai entrare in possesso di una lista che mostri puntualmente nome, cognome e retribuzione. Insomma il tuo stipendio rimarrà un segreto se lo vorrai e questo è un bene perchè, nonostante qualcuno ci consideri dei trogloditi per questo, ci sono alcuni problemini che potrebbero intercorrere se tutti potessero conoscere quanto guadagna il proprio collega.

Il primo naturalmente è lo sbocciare di invidie e gelosie all’interno dell’azienda. Ricordo che quando lavoravo, per un certo tempo i dirigenti avevano avuto la brillante idea di affiggere al muro i nominativi dei dipendenti che avevano ricevuto un premio produzione. Inutile dire che dovettero smettere quasi subito perché i colleghi esclusi andavano puntualmente a chiedere spiegazioni, accendendo polemiche infinite. Se lo stipendio esatto di ogni dipendente fosse  pubblico, chi crede di valere di più si sentirebbe discriminato e chi guadagna di più additato come privilegiato o addirittura raccomandato. La competizione tra colleghi crescerebbe e anche se qualcuno ritiene che questo renderebbe tutti più produttivi, in realtà non farebbe che alimentare malumori e tensioni, e ne andrebbe dello spirito collaborativo che è la linfa vitale di moltissimi ambienti lavorativi

Fortunatamente questa direttiva non permette tutto questo, e proprio per questo è ottima, soprattutto perchè cambia le regole sulla selezione del personale. Gli annunci di lavoro infatti dovranno recare informazioni precise sulla retribuzione, quindi si potrà scartare a priori tutti gli impieghi sottopagati. Questo dovrebbe costringere chi vuole sfruttare il personale ad alzare gli stipendi, anche perchè (dice sempre la direttiva) l’imprenditore che assume non potrà indagare sulle precedenti condizioni retributive dei candidati. In pratica si potrà anche barare su quanto si guadagnava prima allo scopo di ottenere un trattamente migliore. Lo so che non bisognerebbe dire le bugie, ma in questo caso forse si può fare un’eccezione.

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