Da sempre su questi canali parliamo dell’importanza di distaccarsi dal meccanismo malato del consumismo e imparare a gestire con attenzione il proprio denaro. In questo particolare momento storico tutto costa caro e molti hanno difficoltà ad arrivare a fine mese.
Cosa accadrà nei prossimi anni? I prezzi torneranno alla normalità? Per capirlo come sempre useremo i numeri, in modo da uscire dalla sfera dell’opinione personale e cercare di raccontare i fatti, che sono l’unico appiglio al quale possiamo aggrapparci per prendere le decisioni giuste.
I prezzi NON scenderanno
Il punto di partenza del nostro ragionamento è l’inflazione, cioè l’aumento del costo della vita, che nel 2022 è stata dell’8,1% (mediamente) e per il 2023 ci si aspetta almeno un +5,6%. Nel corso del 2024 si dovrebbe tornare a valori più contenuti, intorno al 2,4%, quindi vediamo la luce infondo al tunnel? Torneranno i prezzi di qualche anno fa? La risposta è no, un secco no senza possibilità d’appello, perché l’economia ci insegna che in situazioni come queste c’è un noto problema chiamato “doppia velocità dei prezzi”. Un esempio semplificato è il seguente: se il tuo padrone di casa ha alzato l’affitto per via dell’aumento delle spese condominiali, quando queste caleranno parallelamente al calo dell’inflazione, di certo lui non si precipiterà a farti pagare meno! L’avidità e la speculazione la fanno sempre da padroni, cioè nessuno abbassa i prezzi se può evitarlo! Quindi, anche se il prezzo di alcuni prodotti o servizi può calare quasi istantaneamente con il calo dell’inflazione, altri rimangono elevati per via dell’avidità delle persone o la paura che l’allarme non sia totalmente rientrato.
Il padrone di casa sarà costretto ad abbassare l’affitto solo quando la concorrenza lo obbligherà a farlo, cioè quando un po’ alla volta altri proprietari metteranno a disposizione appartamenti a costi più contenuti. La stessa cosa vale per il produttore di biscotti o di scarpe, che terranno i prezzi alti fino a quando potranno, cioè fino al momento in cui uno dei loro concorrenti non inizierà ad abbassarli per avere un vantaggio competitivo. Questa è la doppia velocità dei prezzi, e la possiamo vedere in moltissimi comparti della vita quotidiana, dall’affitto (appunto) al prezzo delle automobili, dei beni alimentari, della sanità e molto altro.
Il risultato complessivo è che al calare dell’inflazione il costo della vita cala molto lentamente, impiegando anni per tornare ai livelli pre crisi. In alcuni casi questo calo non avviene proprio, cioè il prezzo di alcuni prodotti o servizi rimane elevato vita naturale durante e le persone devono semplicemente farsene una ragione.
La situazione economica in cui ci troviamo ora è fortemente legata alla questione gas, che prima importavano a prezzo stracciato dalla Russia e che adesso prendiamo da altri paesi, ma ad un costo più elevato. Per ovvi motivi questo quadro economico difficilmente cambierà, pertanto ci dobbiamo aspettare che per molto tempo il costo della vita rimarrà elevato e, per la questione della doppia velocità dei prezzi, anche laddove l’inflazione cala, non vedremo un miglioramento in tempi brevi.
La crisi che stiamo vivendo quindi è ormai strutturale e le difficoltà economiche perdureranno. Questa analisi ci suggerisce di rimanere con le antenne alzate e stare molto attenti alle nostre spese. Se negli anni passati abbiamo avuto difficoltà a gestire le nostre finanze e non siamo riusciti a risparmiare molto, è probabile che prossimamente questo problema peggiorerà e incominceremo ad avere difficoltà ad arrivare a fine mese. La situazione non è temporanea, quindi questo è il momento in cui bisogna tirare una riga, fare una lista delle proprie uscite in denaro e cominciare a tagliare tutto quello che non ci serve realmente. Mai come ora, per far fronte alle emergenze, ha senso creare un piccolo gruzzolo, senza il quale rischiamo di avere problemi economici non trascurabili. Come cerco spesso di spiegare la famiglia è esattamente come un’azienda, con entrate, uscite e debiti. I conti devono quadrare e serve una chiara consapevolezza dello stato di salute della nostra economia per fare le scelte giuste.
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