Come ci si sente a non lavorare?

Come ci si sente a non lavorare?

Ricordo che alcuni anni fa, quando ancora lavoravo, un mercoledì mattina improvvisamente si ruppero dei server aziendali. Incominciò a non funzionare più nulla, era impossibile raggiungere le cartelle di rete, lavorare sui progetti e collegarsi ai sistemi informatici dei clienti.

Dopo qualche ora arrivò una comunicazione da parte dei piani alti che recitava più o meno così: “andate a casa”. Quella fu forse la prima volta che sperimentai la bellezza del tempo ritrovato, e che contribuì non poco al concretizzarsi del progetto “smettere di lavorare”.


Come ci si sente a non lavorare?

Se hai mai sperimentato quella sensazione, allora sai esattamente ciò di cui sto parlando. In un giorno qualunque stai lavorando e sei totalmente rassegnato al tuo destino. Sai che dovrai rimanere rinchiuso tra quelle mura fino a sera e che il giorno dopo dovrai fare altrettanto, ancora e ancora, in attesa che arrivi finalmente il venerdì sera per riprendere a vivere. Improvvisamente però un evento inatteso cambia tutto, come un intervento divino che ti libera dalle catene e ti da il permesso di scappare via da quell’inferno.

Anche se hai un sacco di cose da fare, anche se sai che quell’assenza dovrà essere recuperata in qualche modo e che ci saranno dei problemi, non c’è niente da fare, sei costretto a non lavorare, e vai a casa. E’ una meraviglia, è la bellezza del tempo ritrovato, quella sensazione di avere qualche ora in cui potrai non fare nulla senza sentirti in colpa. Sei perfettamente giustificato ad oziare.

Ecco se hai mai sperimentato questa sensazione, se ti è mai capitato qualcosa di simile, un po’ come quando ti svegliavi per andare a scuola, ma con gioia immensa realizzavi che era domenica, allora puoi farti un’idea di come ci si sente a vivere senza lavorare. Immagina che sia domenica sera e di non avere addosso l’ansia e l’angoscia del lunedì mattina che si avvicina inesorabilmente. Di avere uno smartphone che non squilla mai, che il tuo capo sparisca improvvisamente e non abbia più alcun potere su di te. Di dormire nel silenzio della campagna, lontano da quella stramaledetta metropoli rovente e umida d’estate, ma gelida e buia d’inverno. Di svegliarti, constatare che fuori piove a dirotto e girarti dall’altra parte. Di iniziare una passeggiata nel bosco o lungo la spiaggia, di poter camminare per quanto tempo desideri, sederti su una panchina per tutto il tempo necessario ad ascoltare la natura, scrutare l’orizzonte, perderti sdraiato ad osservare le nuvole che corrono veloci nel cielo. Immagina la lunga e spensierata estate dopo la fine della scuola, quando l’unica preoccupazione era occupare il tempo con gli amici.

Prendi quella sensazione di libertà che hai provato quando un evento inatteso ti ha regalato del tempo ritrovato e per qualche ora hai vissuto sospeso in un limbo senza doveri e preoccupazioni, estendi quella sensazione per l’intera giornata, ad ogni giorno della settimana, per ogni mese dell’anno e per tutto il resto della tua vita, e potrai farti un’idea dell’inebriante sensazione di leggerezza che si prova vivendo senza lavorare.  

Ti racconto tutto questo non per suscitare in te invidia o distruggerti moralmente, lo so che la vita è dura, ma per cercare di darti una motivazione in più per realizzare il tuo personale progetto di cambiamento e trovare una soluzione per liberarti dal lavoro che detesti e che ti obbliga ogni giorno a seguire ritmi insostenibili. Nel frattempo ritagliati un po’ di tempo per te, prenditi qualche ora di permesso in un pomeriggio qualsiasi, esci prima dall’ufficio e immergiti in quella sensazione di meravigliosa serenità, sarà terapeutico e ti aiuterà a trovare il coraggio di abbandonare il prima possibile il tuo lavoro.  

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