La volontà di introdurre un salario minimo in Italia è solo il tentativo di spostare il peso della povertà generalizzata e crescente in cui ci troviamo, dallo Stato alle aziende. In questo articolo vorrei spiegare come mai questa storia del salario minimo sia una grande farsa che non risolve in alcun modo la povertà crescente nel nostro Paese.
Come sempre lo farò mostrandovi in numeri, perché qualunque interpretazione personale della questione non ha alcun senso se non è supportata dai dati che oggi abbiamo a disposizione.
Le balle sul salario minimo a 9€
Di cosa si discute oggi in Italia? Di dare una retribuzione minima di 9 euro netti all’ora a tutti i lavoratori. Detta così sembra una cosa universalmente buona, anche perchè effettivamente la costituzione (art. 36) dice: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantita' e qualita' del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a se' e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.” Cosa c’è quindi di male o di sbagliato nel dare a tutti i lavoratori una paga minima? Beh, che non stiamo parlando nè di tutti i lavoratori, né (principalmente) degli italiani.
In Italia mediamente la paga minima è già superiore ai 9 euro. L’ultimo rapporto dell’INPS (che ha i dati di tutte le aziende), dice che il salario minimo (medio) è di 11,7 euro l'ora. La maggior parte dei lavoratori quindi ha già una paga superiore ai 9€ l’ora. Chi guadagna meno di così? In totale circa un 18% dei lavoratori. In particolare prendono meno di 9 euro l'80% degli operai agricoli (quasi tutti al sud Italia) e il 24% dei collaboratori domestici. Queste persone, che sono quelle che raccolgono la frutta e la verdura nei campi e le badanti, se ci pensate, in molti casi sono stranieri. Sono gli immigrati che, pur di lavorare accettano condizioni terribili e quindi si fanno sfruttare. Sia chiaro, non c’è niente di sbagliato nel pagare di più queste persone, che come tutte hanno dei diritti e una dignità, ma è evidente che alzare il salario minimo non è una misura per gli italiani, cioè che migliorerà la condizione economica del paese. Infatti solo il 15% dei lavoratori dipendenti di altri settori (cioè principalmente gli italiani) guadagna meno di 9€ l’ora. In altre parole si darebbero più soldi a quelle categorie che spesso non risiedono nel nostro paese, vengono qui per lavorare temporaneamente e poi se ne vanno.
L’altro grande problema di questa misura sta in ciò che questa causerà. Se ci pensate non farà altro che spostare il peso della povertà dallo Stato alle aziende. Queste si ritroveranno semplicemente a dover pagare di più persone che continuano a fare lo stesso lavoro di prima. Le aziende ovviamente distribuiranno questi nuovi costi sui loro prodotti, mentre quelle che non potranno farlo semplicemente ridurranno i loro guadagni, perdendo di valore. Dobbiamo capire che un aumento di salario è sostenibile se aumenta il valore di ciò che viene prodotto. Perchè in certi Paesi lo stesso lavoro viene pagato di più e in altri meno? Perchè quei paesi sanno valorizzare meglio ciò che si produce, e quindi possono pagare di più le persone che lo producono. Tutto qui. Se questo non accade, l’aumento dei salari non diventa sostenibile e si ripercuote a cascata sulla popolazione, cioè aumenta il costo delle cose e le spese per le aziende. Inutile guadagnare di più se poi tutto aumenta.
Se lo Stato vuole che la ricchezza della popolazione aumenti deve valorizzare ciò che viene prodotto con politiche ad-hoc. Regalare soldi alle persone o ridistribuire la ricchezza, lo abbiamo già spiegato infinite volte, è solo una grossa ingenuità economica. I politici fanno questi proclami perché queste considerazioni le persone non sono in grado di farle, credono sia tutto semplice e gli regalano il loro voto.
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