In questo articolo vorrei raccontarvi quello che dicono le ultime ricerche e scoperte in tema di felicità, a quali conclusioni sono arrivate e perché ancora una volta dimostrano che la felicità non può essere comprata.
Si può comprare la felicità?
Tutti gli studi eseguiti in tema di felicità arrivano a stabilire un concetto cardine che sembra ormai assodato: la felicità aumenta all'aumentare del reddito, ma solo fino ad un certo punto. Gli scienziati hanno cercato di stabilire questa soglia di guadagni e, rielaborando i dati di diversi studi passati, sono arrivati alla conclusione che fino ad un reddito di 100.000 dollari l’anno, la felicità cresce di pari passo ai guadagni, ma poi si ferma. Questo concetto, all’interno di questa community, lo abbiamo sottolineato infinite volte: una certa tranquillità economica non può che aiutare, ma quando si sconfina nel consumismo, ci si allontana dalla felicità, anzi, si finisce per ritrovarsi infelici perché avere tutto e subito rende la vita noiosa e priva di stimoli.
C’è però un nuovo aspetto interessante che emerge da questo studio intitolato “Reddito e benessere emotivo: un conflitto risolto”, ovvero il fatto che le persone che sono già infelici, non traggono alcun giovamento dal possedere più denaro. I ricercatori hanno spiegato che negli anni passati si erano mal interpretati i dati e non si era tenuto conto della condizione di partenza delle persone coinvolte. Dopo una revisione si sono resi conto che per capire se il denaro potesse “comprare” la felicità, bisognava tenere conto del livello di felicità "iniziale" di ogni individuo. Insomma, alla fine ciò che hanno compreso è che se si è infelici per motivi che non riguardano l’assenza di denaro, i soldi non cambiano la situazione.
E questa, paradossalmente, è la condizione nella quale si ritrovano la maggior parte delle persone: se pensiamo alla nostra vita, quasi tutti abbiamo sufficiente denaro per condurre un'esistenza confortevole e agiata. Certo, non si naviga nell’oro, ma in Italia (per esempio), dati ISTAT alla mano, solo l’11% della popolazione è povera e, all’interno di questi, il 7,5% si ritrova in povertà assoluta. Questo vuol dire che il restante 90% degli italiani, tutti noi praticamente, non ha problemi economici e, pertanto, se si sente infelice, lo è per altri motivi.
Quali sono questi motivi? Beh, sempre secondo gli studi abbiamo lo stress per uno stile di vita troppo frenetico, l’isolamento sociale dovuto alla tecnologia e ai social network che portano alla negatività e alla diffidenza. La tendenza compulsiva al confronto con ciò che sono e hanno gli altri, che porta all'invidia e all’impotenza che si prova nel non riuscire ad avere il controllo su ciò che ci accade intorno e, naturalmente, i problemi di salute fisici e mentali. Tutti questi fattori poco hanno a che vedere con il denaro e dipendono solo da come crediamo sia normale condurre la nostra vita. Insomma puoi anche dedicarti a guadagnare una montagna di soldi sgomitando e facendo carriera, ma questo non rimuoverà i fattori che rendono la tua infelicità persistente, perché sono tutti intrinsecamente legati alla società in cui siamo immersi.
Dunque ancora una volta gli studi dimostrano che se non si è in grado di cambiare la propria mente e di governare i propri pensieri; se non ci si allontana dalle assurde dinamiche della società in cui viviamo, di certo non sarà il denaro a portarci verso la felicità che tento cerchiamo. Pensateci ogni volta che riterrete che un avanzamento di carriera, maggior successo o qualche oggetto costoso vi solleveranno dall’infelicità, perché non capiterà.
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