Se fai questi lavori sarai licenziato a breve

Sarai licenziato a breve

C’è un report piuttosto inquietante, che poi andrò a dettagliare, secondo il quale grazie all’avvento dell'intelligenza artificiale, oggi sono a rischio qualcosa come 300 milioni di posti di lavoro solo nel prossimo decennio.

Dunque vuoi smettere di lavorare? Probabilmente nei prossimi anni sarai costretto a farlo se non migliori le tue competenze e riesci a renderti meno sostituibile. In questo articolo vorrei spiegare quale strada conviene prendere per non farsi sostituire, in brevissimo tempo, da un'intelligenza artificiale.



Se fai questi lavori sarai licenziato a breve

Lo studio è di Goldman Sachs, il cui team di ricerca ha stabilito che il PIL mondiale potrebbe crescere anche di un 7% annuo grazie all’avvento delle intelligenze artificiali. Come è possibile tutto questo? Beh ovviamente grazie ad un aumento della produttività, ma non dell’uomo, delle macchine. L’uomo, infatti, in molte delle mansioni che oggi ricopre, verrà gradualmente sostituito, e finirà per servire a poco.

Se da un lato quindi è possibile che l’umanità si trovi alla vigilia di una nuova rivoluzione industriale, che porterà grande prosperità per la possibilità di ottimizzare i processi, ridurre i costi e velocizzare la produzione, dall’altro ognuno di noi dovrebbe porsi una semplice domanda: sarò io quello che verrà sostituito dall’intelligenza artificiale e quindi mandato a casa a girarsi i pollici?

Per ottenere una risposta serve naturalmente comprendere come si muoverà il mondo e quali saranno i campi nei quali l’intelligenza artificiale troverà maggior diffusione. Prima di tutto sarà importante guardare alla Cina, perché sta già diventando l'attore principale nello sviluppo dell'intelligenza artificiale e, probabilmente, entro il 2030 ne sarà leader. Quello che accadrà in Cina poi si ripercuoterà anche in Europa, dunque seguendo quel mercato sapremo cosa aspettarci. In secondo luogo è ovvio che i lavori che andranno rapidamente a scomparire saranno quelli maggiormente ripetitivi e che non richiedono grandi competenze. Nella lista possiamo inserire sostanzialmente quasi tutti i ruoli ricoperti da un operaio di fabbrica, buona parte di chi lavora nei campi cioè chi coltiva e raccoglie, la gestione dei magazzini, le segreterie, i call center, chi tiene la contabilità, i corrieri, gli autisti, le guardie di sicurezza e praticamente tutti i servizi al dettaglio. Questi saranno i primissimi lavori a scomparire, perché in buona parte possono essere sostituiti da software o robot non troppo sofisticati e già presenti sul mercato. Nei prossimi 10 anni avremo fabbriche che producono senza che l’essere umano vi metta piede, macchinari che seminano, concimano e raccolgono frutta e verdura, magazzini totalmente automatizzati dove robot organizzano gli spazi, gestiscono gli ordini e la contabilità, alberghi privi di receptionist e personale, se non robotizzato e via dicendo.

Tutto questo oggi può sembrarci futuristico e se vogliamo anche un po’ triste, ma presto ci abitueremo e diventerà la nostra nuova normalità. Poi, con il miglioramento della tecnologia, anche figure professionali maggiormente specializzate non se la passeranno bene. Pare che persino i chirurghi perderanno il loro impiego perché sostituiti da macchinari molto più rapidi e precisi.

In passato si sono già verificate transizioni simili, come durante la prima rivoluzione industriale, ed è fondamentale ricordare che la perdita di posti di lavoro a causa dell'automazione è stata storicamente sempre compensata dalla creazione di nuovi posti di lavoro, ma non per tutti. Solo coloro che hanno saputo rinnovarsi e migliorare le proprie competenze sono stati riqualificati e hanno trovato nuovi impieghi, tutti gli altri sono rimasti a piedi. Questo quindi non è il momento di temporeggiare, lamentarsi o, peggio ancora, opporsi a questo cambiamento, anche perché è inesorabile. Ora è il momento nel quale ognuno di noi deve chiedersi quanto vale e cosa può fare per non diventare totalmente inutile per la società. Fatelo, perché i tempi sono maturi e la tempesta è già iniziata.

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