Uno degli aspetti più criticati della decrescita riguarda l’impatto che l’applicazione su larga scala di questa filosofia di vita avrebbe sull'economia. Molti ritengono che se tutti smettessimo di consumare la società così come la conosciamo andrebbe a rotoli, e non hanno tutti i torti.
La semplicità volontaria, che rappresenta un’evoluzione del vecchio concetto di decrescita felice, affronta in modo chiaro questa problematica con risposte concrete e non si nasconde dietro alla retorica. In questo articolo vorrei parlarne.
La decrescita ci distruggerà
È fuori discussione che la nostra economia funzioni attraverso il rapporto tra domanda e offerta e quando la domanda si ferma, le cose non si mettono per niente bene. Lo abbiamo “scoperto” durante la pandemia: le persone hanno forzatamente smesso di consumare, il che avrebbe fatto esplodere il debito pubblico di molti paesi se le banche centrali non avessero immesso liquidità acquistando titoli di stato. Da questo ne deduciamo che non vi è alcun dubbio che la decrescita avrebbe esattamente gli stessi effetti di una pandemia sull’economia, cioè la farebbe crollare. In parole povere una decrescita felice applicata su larga scala all’economia moderna, in modo indiscriminato, porterebbe a un enorme perdita di posti di lavoro e a un aumento della povertà globale.
È qui che entra a gamba tesa il concetto di “riduzione selettiva”, cioè l’approccio che la semplicità volontaria si prefigge di attuare per realizzare la decrescita, ma al contempo non distruggere l’economia. Si tratta di una riduzione programmatica di quelle merci o di quei servizi che di fatto non non hanno alcuna utilità, anzi inquinano e creano danni. Alcuni esempi possono essere la sovrabbondanza dell’elettronica di consumo, il proliferare di attività commerciali che non hanno un vero valore per la comunità o quei servizi che non offrono reali vantaggi, ma guadagnano facendo leva sulle paure o sui falsi bisogni della gente. Poter acquistare sempre nuovi modelli di smartphone, per esempio, genera benessere apparente perché ti fa perdere soldi a fronte di qualcosa che non ti serve. Avere un’abitazione energeticamente migliore o cibo di maggior qualità migliora la tua vita in modo concreto e tangibile.
Per fare in modo che gli imprenditori scelgano di indirizzare i propri flussi di denaro verso alcuni comparti (trascurandone altri) si devono incentivare precisi settori, rendendo cioè estremamente conveniente investire in ciò che genera reale valore per la popolazione e rispetta l’ambiente. Per esempio deve essere molto conveniente investire nell’etico e nel rinnovabile. Come conseguenza diretta abbiamo che l’occupazione deve migrare, cioè spostarsi da quegli impieghi privi di un vero valore, verso attività che invece sono direttamente proporzionali alla qualità della vita della popolazione.
Perché l’economia non crolli è necessario che la riduzione dell’offerta vada di pari passo con quella della domanda. Le persone devono infatti diventare sempre più consapevoli di ciò che comporta sostenere (tramite i propri acquisti) l’economia dell’inutile, e scegliere invece di spendere denaro in tutto ciò che va a loro reale vantaggio. Per farlo deve essere in parte rivista l’educazione scolastica, introducendo temi spesso trascurati o proprio non trattati, come la finanza personale, il rapporto tra denaro e felicità, il ruolo centrale delle relazioni, l’amore e la cura dell’ambiente. Sembrano temi new-age, ma rappresentano esattamente quel bagaglio culturale che ci manca per creare una società che smetta di sprecare denaro nell’inutile, e capisca che questa pratica non porta ad una vita piena e soddisfacente.
Il cambiamento quindi si configurerebbe in modo graduale, per far si che l’economia non subisca uno shock, ma abbia tempo di adattarsi al cambio di stile di vita delle persone. Alla fine si arriverebbe a una società in cui le persone si focalizzano maggiormente su ciò che conta realmente, trascurando il superfluo e avendo più tempo e denaro per se stesse e per i propri sogni. Saremmo tutti molto più felici e soddisfatti della nostra esistenza se consapevoli di star seguendo la direzione giusta.
La decrescita dunque, se applicata secondo la visione economica della semplicità volontaria, non farà crollare l’economia, ma trasformerà la società dal regno del business al regno dell’uomo, riportandola a ciò per cui era stata originariamente pensata, ovvero non un luogo di prevaricazioni, arrivismo, abusi e confitti, ma dove il pieno sviluppo dell’individuo è l’obiettivo principale.
Vorrei fare notare anche che alla riduzione dei consumi generalmentemente superflui avvenuta nel mondo occidentale (soprattutto in Europa) durante la pandemia è seguito un aumento molto importante del prezzo delle materie prime e dell'energia.
RispondiEliminache i due fenomeni siano eziologicamente correlati?
forse non si sta prelevando sufficiente ricchezza dalle masse attraverso le cose superflue e si debba agire sulle cose essenziali?
Potrebbe anche essere. Comunque quando è finito il lock down, il prezzo delle materie prime (acciai ecc..) è aumentato notevolmente dal 2021, a causa della crescita della domanda, per poi propagarsi di conseguenza a tutti gli altri beni come sta ancora succedendo. Bisognerebbe mantenere una domanda sempre bassa.
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