Quando si sceglie un lavoro, se questa grazia ci è concessa, talvolta si opta per i famigerati turni, cioè fasce orarie che variano da settimana a settimana, ma talvolta anche su base giornaliera. In certi periodi si lavora di giorno, in altri di notte secondo una flessibilità più o meno marcata.
Non sono però in molti a sapere che questa pratica non è ottimale per la salute e i suoi effetti sull'organismo possono anche essere gravi. In questo articolo cercheremo di capire dove sta il problema, cosa si rischia e come possiamo migliorare la nostra condizione.
NON lavorare a turni
Esistono evidenze scientifiche ormai conclamate da anni sull'impatto negativo che il lavoro a turni ha sulla salute delle persone. Ci sono studi molto datati e altri particolarmente recenti che collegano questa tipologia di impieghi a tutta una serie di possibili disturbi.
La maggior parte dei ricercatori concorda sul fatto che il lavoro a turni possa essere causa di disturbi del sonno, cardiovascolari e mentali, obesità, invecchiamento precoce, disturbi gastrointestinali, abbassamento della fertilità, problemi durante la gravidanza, ictus, diabeti e molteplici forme di cancro. Perchè?
La causa scatenante sembra essere la mancanza di regolarità, cioè il fatto che i turni siano fisiologicamente in conflitto con il normale ritmo sonno-veglia. Si tende a riposare in momenti sempre diversi della giornata, magari quando c’è molta luce all’esterno e, viceversa, a dover obbligatoriamente attivarsi nelle ore notturne, quando invece la pressione omeostatica e i livelli di melatonina spingerebbero il nostro organismo a rallentare. D'altronde non penso ci vogliano gli scienziati per comprendere che se non si seguono i normali ritmi naturali, il nostro corpo può risentirne. Tanto per fare un esempio, non dormire per 24 ore equivale ad un peggioramento delle nostre prestazioni pari a una concentrazione di alcol nel sangue di 0,10.
Bisogna poi considerare che gli effetti negativi degli orari di lavoro a turni possono persistere anche per molto tempo. Se da giovani (18-25 anni) si è lavorato per molto tempo secondo questa modalità, è possibile che gli effetti negativi persistono anche fino ai 60 anni, pur essendo tornati a ritmi di vita più naturali.
Allora cosa possiamo fare per migliorare la nostra condizione? Beh il consiglio numero uno è naturalmente quello di cercare un lavoro che abbia ritmi più regolari, che ci permettano almeno di dormire la notte per 8/9 ore. Se questo non è possibile e si continua a lavorare come turnisti è bene preferire la rotazione dei turni di 12 ore (giorno-notte) piuttosto che quella di 8 ore. Di giorno dobbiamo dormire sempre con le tapparelle abbassate e le tende tirate, in ambienti puliti, ordinati e freschi, indossando la mascherina per gli occhi e, se necessario, i tappi per le orecchie. Dalla seconda metà del turno in poi vanno evitati gli psicostimolanti, per esempio il caffè, ma anche le luci intense e l’uso del telefono cellulare, accorgimenti necessari per conciliare il sonno. Infine bisogna sforzarsi di consumare pasti completi e proteici per evitare di aumentare il proprio peso e incorrere in disturbi alimentari.
Questo è ciò che può essere fatto per migliorare la propria condizione, perché non c’è lavoro o cifra che tengano quando è in gioco la nostra salute. Per ritrovarsi con problemi seri non c’è niente di peggio che tante cattive abitudini prolungate nel tempo, e il lavoro a turni non è certamente una pratica salutare.
La notte è fatta per dormire. Ci sono lavori a ciclo continuo che ti costringono a lavorare anche a Natale.
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