Per molti è finito lo smartworking e si è tornati a lavorare tutti insieme appassionatamente, una prospettiva che ad alcuni appare agghiacciante visto che lontani dai colleghi stavano benissimo. Ci si è un po’ tutti disabituati alla sopportazione reciproca, e ora pare più difficile tornare alle vecchie abitudini.
Si tratta di un sentimento certamente giustificato visto che negli ambienti lavorativi si è spesso obbligati a collaborare con persone che detestiamo. Come si fa quindi a liberarsi dei colleghi tossici e riconquistare la propria serenità?
Colleghi tossici e come evitarli
La prima cosa da comprendere è che detestare i propri colleghi di lavoro è alquanto normale: come spiego spesso non dobbiamo dimenticare che non sono persone con cui abbiamo scelto di stare, le ha tutte scelte l’ufficio personale, pertanto dobbiamo necessariamente farceli andare bene. Il problema è che c’è sempre il collega arrivista, fannullone, scaricabarili, disonesto, saputello, antipatico, scorbutico e l’immancabile minus-dotato che fa continue battute a sfondo sessuale credendosi simpatico. Ma io mi domando: come puoi pensare di essere simpatico alle colleghe se ti rivolgi a loro come se fossero meri oggetti per il tuo piacere sessuale… cose di un infantilismo disarmante.
Comunque, negli ambienti lavorativi le relazioni sono spesso estremamente tossiche, soprattutto perché sembra che lo sport più praticato sia sparlare alle spalle degli assenti. C’è allora qualche tecnica che si può mettere in campo per stare meglio? Naturalmente sì, perché su tale questione sono in molti ad interrogarsi.
Prima di tutto va escluso di essere noi il problema! Se abbiamo problemi con tutti probabilmente è il nostro comportamento ad essere sbagliato, non quello di tutti gli altri. Ho avuto colleghi così, che si sentivano perseguitati, ma in realtà erano loro ad assumere comportamenti scorretti e inadatti. Facciamoci quindi un bell’esame di coscienza perché non c’è stratagemma che tenga se siamo vittime di noi stessi.
In secondo luogo teniamo sempre presente che ogni collega è un mondo a sé, ci sono motivi precisi per i quali ognuno di loro assume determinati atteggiamenti, molto spesso legati a problemi personali che esulano dal mondo del lavoro. Comprendere più profondamente la vita dei nostri colleghi ci può aiutare a capirli e quindi sapere cosa aspettarsi (e non) da loro. Se ad esempio sai che la rabbia di un collega è legata a un problema di salute di un suo caro, ignorerai più facilmente i suoi comportamenti aggressivi e lo compatirai. Saperlo cambia il tuo atteggiamento, cambia come ti senti, ed è questo ciò che realmente conta, perché i sentimenti che provi sono dentro di te e la chiave per stare bene è imparare a governarli, impedendo agli altri di decidere per il tuo umore. Diventare trasparenti alle parole cattive degli altri, lasciandole cadere nel vuoto senza replicare è un’incredibile prova di forza, dimostra maturità e grande autocontrollo, doti che saranno certamente apprezzate dai dirigenti e metteranno in cattiva luce l’altro.
Se questa tecnica, che è sempre da prediligere, non funzionasse, si può valutare di reagire con forza ai comportamenti scorretti, antipatici o aggressivi dei colleghi. Farsi valere rispondendo per le rime, ma rimanendo sempre nella sfera dell'educazione, può mettere a tacere per sempre chi ci infastidisce. D'altronde i “forti” lo sono sempre con i più deboli, cioè sono spesso incredibilmente vigliacchi, e di fronte ad una manifestazione di carattere ci sono buone probabilità che diventino improvvisamente docili. Se poi se ne risentissero e scegliessero di non rivolgerci più la parola, bene, avremmo comunque raggiunto il nostro scopo, cioè essere lasciati in pace.
Interessante anche sapere che se impari a conoscere bene le persone con cui hai a che fare sul posto di lavoro, potrai prevedere i loro comportamenti e le loro reazioni, saprai di chi potrai fidarti e da chi invece dovrai tenerti alla larga. Capito questo, internamente all’ambiente di lavoro può essere una buona idea creare delle piccole alleanze con le persone con cui stai bene, escludendo chi invece detesti. Questo ci può aiutare a creare un mondo dentro un mondo, cioè la nostra piccola oasi felice nell’inferno dei colleghi che non sopportiamo. Cerchiamo di fare di tutto per stare con le persone che ci fanno stare bene, magari anche nelle pause, a pranzo o all’ora aperitivo.
É importante infine non legarsi troppo all'ambiente lavorativo, cioè ricordarsi che è solo una parentesi, un momento della giornata che va ridotto sotto ogni punto di vista, soprattutto quello temporale. Laffuori™ c’è la vita che esplode, ci sono le persone per cui vale veramente la pena usare il proprio tempo e le proprie energie, cioè la famiglia e gli amici veri, che sarà l’unica cosa che ci rimarrà quando non saremo più necessari ai nostri capi. Ricordiamoci sempre che il modo più semplice per essere felici non è cercare di raggiungere traguardi impossibili, ma rimuovere ciò che di negativo c’è nella nostra vita.
Ciao...io purtroppo sono una di quelle che ha subito...alla fine stremata mi sono licenziata...ed è vero che sono senza lavoro...ma la pace interiore che ho trovato nn ha prezzo...ciao
RispondiEliminaCiao Francesco, è soprattutto una questione di educazione. Proprio perchè bisogna lavorare, un ambiente di lavoro è sano solo se c'è rispetto reciproco a prescindere dalle capacità lavorative. Il collega è soprattutto un essere umano. Vivi e lascia vivere, mai parlare male del prossimo perchè non siamo tutti uguali.
RispondiEliminaIl peggio è per chi lavora in uffici open space , lasciamo stare vah .. chi ha inventato l'open space dovrebbe essere appeso al rogo come le streghe .
RispondiEliminaConcordo pienamente! Con l' open space addio privacy.
Elimina