Se tutti facessero come te

Se tutti facessero come te

Sono ormai dieci anni che racconto le mie scelte sul web. Lo faccio per mostrare che un modo di vivere differente esiste e provare a dare coraggio a chi vorrebbe, ma teme il peggio. Trovo importante anche sfatare tutta una serie falsi miti che rischiano di far prendere direzioni sbagliate e che portano verso vicoli ciechi.

Sono però altrettanti anni che mi sento ripetere sempre le stesse obiezioni, un disco rotto al quale lentamente mi sono anche stancato di ribattere perché senza fine. Mi sono accorto quindi che la maggior parte delle persone formula pensieri molto simili, se non identici, e quindi mi sono chiesto quale fosse la causa di questa tremenda omologazione.

Se tutti facessero come te

Perché tutti ragioniamo allo stesso modo? Beh, ma perché quasi tutti facciamo lo stesso percorso di vita: l’istruzione è sostanzialmente uguale per tutti e l’informazione proviene da un’unica fonte, cioè i media. Così, mentalmente parlando, tutti convergiamo verso il pensiero unico, e visto che i pensieri diventano scelte e poi azioni, accade che il modello di società che costruiamo è lo stesso ovunque. Questa è la globalizzazione, che però sarebbe meglio rinominare in omologazione.

É facile comprendere che chi, come il sottoscritto, vive in modo radicalmente diverso dagli altri, probabilmente ha anche pensieri diversi (giusti o sbagliati che siano) e, manifestandoli, si sente ripetere da tutti sempre le stesse obiezioni.

Compreso questo è interessante analizzare l'obiezioni più ricorrente che ricevo, ovvero: “se tutti facessero come te che fine faremmo?” Me lo dicono quando spiego che ho smesso di lavorare ormai molti anni fa, che ritengo il business una trappola che ci auto-costruiamo, che non mi interessa alimentare questo sistema, non entro quasi mai nei negozi, nei bar, che non uso praticamente nessun servizio a pagamento, che mi riscaldo con la legna da ardere, auto-produco l’energia e uso il denaro solo per generare altro denaro che mi serve per essere libero di fare quello che mi pare ogni giorno. Mi dicono che se tutti facessero così il sistema andrebbe a rotoli, e immagino che molti di voi la penseranno allo stesso modo.

Ecco questo pensiero non solo è errato, ma vorrei mostrarvi come sia proprio frutto di quella omologazione mentale che ho cercato di spiegare pocanzi. 

Fin da piccoli ci ripetono un apparente verità apodittica che non sembra nemmeno meritevole di dimostrazione, e lo fanno con esempi che sembrano inattaccabili: “Se tutti gettassero i rifiuti in strada, vivremmo in una discarica” Oppure: “Se nessuno andasse a votare, ci sarebbe l’anarchia e il mondo brucerebbe”. Sembrano concetti sacrosanti, no? Beh, in realtà lo sono solo per quelle persone che non hanno una mente allenata al pensiero laterale e quindi non sono solite provare ad uscire dai binari in cui certi ragionamenti preconfezionati ci forzano.

Queste argomentazioni infatti sono tendenziose, e danno per scontato qualcosa che scontato non è, cioè che se le persone fossero lasciate libere di agire, si comporterebbero tutte allo stesso modo. Tutte butterebbero in strada i rifiuti, tutte non andrebbero a votare. Nella vita però, in modo assolutamente naturale, accede l’esatto contrario: tutti si comportano in modo diverso

E infatti, chiunque abbia studiato un minimo di sociologia, sa che il più grande problema che ogni società finora conosciuta ha dovuto affrontare, è come indurre i propri membri a osservare comportamenti conformistici, piuttosto che seguire naturali condotte individuali.

Detto in altri termini è più difficile fare in  modo che tutti si comportino allo stesso modo, piuttosto che seguano strade diverse. Infatti, se ci pensate, i media, per inculcare i loro messaggi consumistici, devono martellare ogni giorno attraverso tv, radio e internet spendendo milioni di euro al fine di fare in modo che la massa adotti un'abitudine o un comportamento omogeneo, e quindi per loro economicamente vantaggioso. Naturalmente, accadrebbe il contrario: nessuno gli darebbe retta perché ognuno agirebbe in modo vario e imprevedibile.

Dunque quando mi (e vi) ponete il quesito “se tutti facessero così”, ricordatevi che state ragionando esattamente come il sistema vi sta insegnando a ragionare, cioè non avete mente critica e non siete in grado di mettere in discussione il percorso mentale preconfezionato che vi viene suggerito di seguire. 

Pensateci, perché è estremamente grave: significa che a livello di subconscio siete già stati così manipolati da desiderate che tutti seguano le regole imposte dalla società.

Insomma, spero abbiate capito che l'obiezione “se tutti facessero come te”, non solo non ha senso perché nessuno (lasciato libero) si comporterebbe esattamente come un'altra persona, ma soprattutto che pensieri di questo tipo sono un campanello d’allarme che dovrebbe farci riflettere sul grado di omologazione mentale che ormai abbiamo raggiunto.

8 commenti:

  1. Ottimo il riferimento alla sociologia

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  2. Ciao, è la prima volta che commento, ma ti seguo da un po' . Concordo sul tuo dissenso al "eh ma se tutti facessero come te" ... Io mi son trovata diverse volte a discutere di un tema simile quando parlo di smartworking. Io di lavoro faccio la sviluppatrice, e il mio lavoro mi piace, ma per me lo smartworking è tutto. Lo sognavo anni fa quando non ero nemmeno sposata, lo considero fondamentale oggi che ho un figlio di 6 anni. Quando c'è stato il periodo di lockdown e smartworking forzato ho quasi litigato con un'amica che, a parte il fatto che non sopportava lo smartworking (fondamentalmente perchè non poteva fare straordinari, che in quella situazione erano stati vietati), ma il suo pensiero fisso era "eh però così se tutti fanno smartworking fanno fallire tutti quelli che lavorano sotto gli uffici" (tipo bar, palestre, negozi di vestiti)... Ora, a parte il fatto che con me anche i bar sotto l'ufficio morirebbero di fame perchè mi son sempre portata anche il pranzo da casa.... Ma non capisco il ragionamento. Cioè, io devo fare la pendolare (lavoro a più di un'ora da casa dall'ufficio) e perdere parte della mia vita per far vivere i negozi sotto gli uffici? ora, capisco che il mio discorso può risultare egoista. Però le ho detto "scusa, quando ero freelance, avresti dovuto farmi fare almeno un sito a pagamento, perchè se nessuno me lo ordina io muoio di fame". E oltretutto, magari da un lato effettivamente il bar sotto l'ufficio ha meno introiti, ma quello in centro a dove vivo rinasce perchè se sono in smartworking, magari alle 17 quando finisco posso permettermi un aperitivo che prima non potevo permettermi... Io non ho le soluzioni, ma mi sembra assurdo che, già in un mondo dove "devo" sacrificare parte della vita lavorando (a meno che non faccia scelte tipo la tua), devo sacrificare il resto del tempo che mi resta per spendere tutto quello che ho guadagnato per far star bene tutti gli altri? Mah!

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    1. Concordo pienamente con te e il ragionamento della tua amica lascia il tempo che trova. Se tutti ragionassero come lei, allora sarebbe stato necessario continuare a comprare le lanterne dopo l'invenzione della lampadina e le carrozze con cavalli dopo l'invenzione dell'auto, per evitare che la gente che se ne occupava perdesse il posto di lavoro. E chissà quanti altri casi successi nel corso della storia possono essere ricondotti a questi esempi.
      Certo capisco che perdere il lavoro non sia bello e sia duro ricominciare da un'altra parte, ma non è possibile fermare il progresso per questo motivo e credo che lo smartworking sia un bel progresso.

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  3. Hai ragione Francesco. La "devianza" è stata sempre vista male dal Sistema, perché indicatore di una persona che "pensa" e i pensatori che cercano di divulgare ed attuare comportamenti consapevoli e indipendenti sono "criminali".
    La storia ci ha consegnato diversi esempi di devianti che hanno subito la condanna a morte, perché hanno "alzato la testa" o definiti "pazzi" semplicemente perché hanno visto prima il burrone in cui ci si andava a gettare. È bello essere "pazzi"!!!!

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  4. Condivido pienamente! Bravo Francesco come sempre!

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  5. Salve, purtroppo siamo condizionati da tutto ciò che abbiamo attorno, ed invece bisognerebbe come dice lei giustamente ragionare con la nostra testa. Quando posso è sempre interessante leggere le sue più che giuste ragioni. Cordialmente gianfranco schiavon

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  6. secondo me il concetto di "se tutti facessero come te" deve essere riferito al fatto che tu (o una persona che ha fatto la tua scelta di vita) di fatto ti appoggi al sistema,
    Un esempio su tutti? la legna. se tutti noi ci riscaldassimo tagliando un albero ogni anno in Italia si taglierebbero 60 milioni di alberi.
    se domani ci mettessimo tutti ad avere un orto ci vorrebbero banalmente 60 milioni di pale (un esempio a caso) e chi le produce? una fabbrica con gli operai....

    Per non parlare di tutti quei servizi (la sanità in primis) che viene pagata tramite le nostre tasse, se non lavorassimo e se non ci fossero le aziende grandi contribuenti chi pagherebbe ospedali scuole strade ecc.?

    Tu e le altre persone che decidono di vivere in quel modo lo possono fare solo perchè esiste ancora la stragrande maggioranza che porta aventi il "sistema" .

    Il sistema è imperfetto, migliorabile e modificabile ma è quello che abbiamo adesso ed è stato costruito dai millenni di storia.

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