Solo in seguito ho realizzato che questa tendenza a non voler modificare lo status quo era legata all’idea di poter condurre un’esistenza stabile, che sia il più lineare possibile. Se ciò che hai ti sta bene e non sposti nulla, forse tutto rimarrà così per sempre, il che è confortevole, rassicurante, ma assolutamente illusorio.
Le tue non-scelte hanno un prezzo
Fin da piccoli ci inculcano questa convinzione: dobbiamo studiare, trovare un buon lavoro, prendere casa e mettere insieme una famiglia. Si dice “trovare la propria stabilità”, ed è probabilmente l’idea che così raggiungeranno una sorta di pace, a spingere le persone a fidarsi ciecamente e seguire questa strada.
Tuttavia, chiunque abbia abbastanza primavere sulle spalle, guardandosi indietro si accorgerà che le cose probabilmente non sono state per nulla stabili e non hanno seguito i piani immaginati: il lavoro non si è rivelato “buono” come immaginava, acquistare casa costringe a sacrifici enormi, gli amori finiscono, le famiglie talvolta si sfaldano, la stabilità economica è minata da eventi esterni e incontrollabili, e la salute non è mai una certezza.
Questo, tra l'altro, ammesso che un piano le persone lo facciamo, perché la maggior parte di noi in realtà non fa progetti a lungo termine, semplicemente vive seguendo la corrente. C’è meno paura a seguire un percorso già segnato, imitando lo stile di vita della massa. E se le cose si mettono male si può sempre dare la colpa alla sfortuna, non certo a noi che abbiamo fatto tutto quello che è normale fare.
Come dicevo, ad un certo punto quasi tutti si accorgono che la speranza di poter condurre un'esistenza stabile, nella maggior parte dei casi è disillusa. Il problema è che quasi sempre ce ne si accorge troppo tardi, quando ormai buona parte della vita è trascorsa. E allora? Voi direte. Che problema c’è?!
Il problema è che magari, paralizzati dalla convinzione che la tranquillità la si ottenga vivendo in modo “ordinario” abbiamo passato una vita intera senza rischiare, osare, metterci in gioco e provare a vivere una vita “straordinaria”.
Abbiamo rinunciato ai sogni per una paura ingiustificata, senza sapere che le cose, nella vita, vanno un po’ come pare a loro, non le governiamo veramente, semplicemente ci adattiamo al loro lento cambiamento quasi senza accorgercene. Si perché anche chi non fa nulla, chi cerca la tranquillità mantenendo lo status quo, in realtà cambia, solo che lo fa così lentamente da non rendersene conto, adattandosi alla direzione casuale che la sua vita intraprende.
Cambiare, dunque, coinvolge tutti, volenti o nolenti, la differenza è che decidere di farlo spaventa, mentre attendere che avvenga è più facile.
Ma il punto fondamentale è che ogni cambiamento porta con se un prezzo da pagare. Se decidi tu di cambiare allora puoi valutarlo e capire se è ragionevole e congruo al rischio. Se lasci che sia la vita a decidere per te, ad un certo punto dovrai solo accettarlo, cioè subirlo. Ti ritroverai a pagarne le conseguenze quasi senza accorgertene e allora probabilmente dirai che non hai mai fatto niente per meritarti questo e darai la colpa a chissà chi.
Come sempre le sue deduzioni sono esatte, anch'io nella vita ho avuto timore di mettermi in gioco per avere dei miglioramenti sotto tanti punti di vista, mentre il tempo trascorreva. Bisognerrebbe prendere delle decisioni senza dover ogni volta rimandare, per poi trovarsi sempre al punto di partenza. Per finire, volevo farle i miei più sinceri complimenti delle parole di verità che lei scrive per ogni argomento che tratta. Cordialmente schiavon gianfranco
RispondiEliminaGrazie! Con calma leggero! volevo però solo dirti di fare attenzione ai titoli in quanto nella mail arrivatami c'è un errore ortografico. "Tu" invece di "Tue". Niente di che, solo che potrebbe far denotare una certa leggerezza da parte tua nello scrivere, e il follower potrebbe sentirsi poco rispettato.. un saluto! :)
RispondiEliminaCiao Francesco,
RispondiEliminacomplimenti e grazie anche per questo pensiero, che condivido pienamente.
Spesso mi ritrovo a fare questo stesso discorso a cari amici, i quali sono paralizzati dalla paura del cambiamento, ma non si rendono conto che prima o poi la vita bussa alla porta, anche se cerchi di non aprire.
Mi ha colpito molto il passaggio quando dici "guardandosi indietro si accorgerà che le cose probabilmente non sono state per nulla stabili e non hanno seguito i piani immaginati", questo è successo anche a me, quando ancora era convinto di poter raggiungere la stabilità.
Quando mi sono accorto dell'illusione in cui avevo creduto il dolore è stato grande, ma mi sono ripromesso di riflettere e agire, piuttosto che aspettare e sperare passivamente.
Grazie ancora!
Articolo da incorniciare.
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